Finale GamuT D200i

22.01.2013

Per una bizzarra ironia della sorte ho incrociato sovente la mia strada con il marchio GamuT. Sia perché ho avuto l’opportunità di ascoltare impianti con forte presenza di componenti dell’etichetta danese, sia perché, fino alla prova in argomento compresa, sono stato possessore di una coppia di diffusori GamuT Phi7. Che si sia trattato di elettroniche o diffusori, ognuno ha puntualmente offerto elevati standard di qualità, sotto tutti gli aspetti fondanti della materia. Se è vero che, quando ci si accinge a recensire un apparecchio di marca blasonata, ovvero molto costoso, si resta terrorizzati dalla domanda mantra “Ma se non suona?”, nel caso del finale D200i, oggetto dell’articolo, la mia tranquillità è assoluta.

 

Nonostante le dimensioni titaniche, la solidità dello chassis e un peso di 34 kg, l’amplificatore si presenta con una sobria eleganza da sfilata. Smack dab in the middle, come direbbe Ry Cooder: nel frontale di alluminio spesso 10 mm è stato ricavato un intarsio verticale dove sono alloggiati l’interruttore di accensione e il LED spia azzurro, incolonnati sul logo, e la sigla del modello. Le spalle laterali sono occupate per tutta la superficie dalle ali di raffreddamento. Il coperchio, fissato con ben sedici viti, è particolarmente smorzato, con un’enorme ritaglio del nome dell’azienda che completa le prese per la ventilazione. Il pannello posteriore ospita, oltre alla vaschetta IEC, due ingressi RCA, due bilanciati, e una doppia coppia di robusti morsetti WBT per i diffusori: una denominata normal, l’altra direct, su cui torneremo. L’interno è veramente intrigante e stimola numerosi spunti di approfondimento. La configurazione è dual mono e la simmetria è pressoché perfetta. Le schede circuitali sono a modulo verticale, tali da facilitare eventuali accessi e upgrade. Una buona metà dello spazio è occupata dalla sezione di alimentazione, isolata elettricamente a mezzo di una calotta di acciaio a forma di “U”. La fornitura di potenza arriva al GamuT da due giganteschi trasformatori toroidali da 500 VA e da due coppie di condensatori di filtraggio ben dimensionati, bloccati con staffe di alluminio sagomate sul profilo dei cilindri, per complessivi 32.000 μF di capacità. Alle pareti interne della calotta sono fissati, altresì, quattro ponti raddrizzatori, alle cui uscite sono saldati in parallelo quattro condensatori antidisturbo Rifa PME 271M, con il probabile intento di agire sull’impedenza della sezione, per limitarne il valore alle alte frequenze. I moduli di amplificazione, confinati lateralmente in posizione verticale, lasciano osservare un abbondante uso di condensatori Wima e resistenze a bassa tolleranza, e sono forniti ognuno di una schiera di ben sei transistor con la funzione di piloti dei transistor finali.

 

Fin qui possiamo affermare che le parti descritte sono coerenti con quanto è lecito attendersi da un amplificatore di questa categoria. Ma il GamuT cala sul tavolo un poker d’assi che lo rendono assai originale, vincente e attraente.

 

Asso di PiccheLa maggior parte, se non la totalità, degli ampli cosiddetti high power fa largo uso di schiere di transistor che operano in parallelo al fine di sviluppare la potenza stimata, con conseguenti ovvi problemi di matching. Questa soluzione totalizza una grossa disponibilità di watt, ma a discapito di dettaglio e precisione. Il nostro finale utilizza due singoli mosfet per canale, siglati APT20M19JUR, con un corpo sovradimensionato, nati per essere impiegati negli alimentatori switch. Una sezione di amplificazione in push-pull, che opera in classe A, pilota gli stadi di uscita, lavorando su una riserva di ben 15 V superiore a quella dello stadio successivo, permettendo in questo modo il pieno controllo del mosfet e la gestione dell’alta capacità in ingresso quando il componente si avvicina al livello massimo di erogazione dell’energia. Tutto ciò si traduce in una potenza di 200 W su 8 ohm, che raddoppia su 4 ohm e sfiora i 700 W sui 2 ohm, riuscendo nell’impresa di controllare una corrente di 100 A continui e 300 A di picco, con l’abilità di dissipare 500 W a 25° di temperatura. Questo approccio all’uso del singolo transistor costituisce la via, a detta dei progettisti, per ottenere risultati di sonic perfection, che scaturiscono nel momento in cui si riesce a raggiungere un’armonizzazione tra la delicatezza fluida delle valvole e la potenza pura dei mosfet.

 

Asso di FioriIl GamuT D200i è dotato di un sofisticato circuito di protezione, che interviene attraverso sensori termici ed elettrici volti a individuare eventuali situazioni di errore in DC, segnali subsonici di alto livello o ultrasonici, alta temperatura, carichi di bassa impedenza e corto circuiti. In aggiunta vengono monitorati il voltaggio, la corrente e la fase. In presenza di una delle condizioni citate la protezione renderà silenzioso il segnale di ingresso, o aprirà il relè di uscita. Al cospetto di carichi di impedenza troppo bassa la protezione attiva uno stato di mute della durata di un secondo. In questo modo si può avere la certezza di ascoltare un segnale audio pulito e indistorto. Nel caso si percepisse un secondo di silenzio mentre la musica suona ad alti livelli, ciò significa che la protezione è scattata al fine di salvaguardare i tweeter. Molti amplificatori generano clipping se si eccede il livello massimo di potenza. Questo fenomeno trasmette una grossa quantità di energia alle alte frequenze, che può bruciare i tweeter dei diffusori. La protezione verifica costantemente l’energia che supera i 20 kHz, non udibile da orecchio umano, ma focolaio di alta distorsione, intervenendo al fine di ridurne il margine. Il dispositivo può attivarsi anche nell’eventualità in cui si stia ascoltando vinili deformati senza usare un filtro subsonico. A tal proposito è opportuno ricordare che, per consentire la riduzione dell’effetto warp, la frequenza di risonanza dell’insieme braccio/testina deve essere compresa tra 8 e 12 Hz.

 

Asso di QuadriLa tecnica di collocare una bobina in parallelo con una resistenza tra la sezione di amplificazione e il connettore di uscita è comune a tutti i finali di potenza, poiché rappresenta una soluzione efficace all’esigenza di proteggere l’amplificatore contro gli alti carichi capacitivi di diffusori e cavi. Purtroppo il prezzo da pagare si traduce in una sensibile riduzione della fedeltà del suono in corrispondenza del range delle alte frequenze. Per questa ragione, a un’uscita protetta denominata normal, è stata aggiunta una seconda uscita contrassegnata direct: entrambe rappresentano una configurazione ideale per una connessione in biwiring con due coppie di cavi. Il terminale filtrato è dedicato alla linea bassa, quello diretto, alla linea medioalta. Ma il GamuT D200i, con la sua dote di 700 W di potenza massima e il picco di corrente di 300 A, in abbinamento a un diffusore a impedenza limitata può trasformarsi in un’arma letale e distruggere qualunque altoparlante. Il valore di 1,5 ohm è stato eletto come soglia d’impedenza al di sotto della quale scatta un’ulteriore protezione, che non deve essere considerata un limite operativo, quanto invece il confine di un segmento all’interno del quale il finale può pilotare in scioltezza diffusori ostici, compresi gli elettrostatici.

 

Asso di CuoriIl quarto asso costituisce, a mio avviso, la chicca progettuale di questa splendida macchina e riguarda il guadagno. Molte elettroniche, siano esse valvolari o a stato solido, vengono sovente liquidate da utenti e critici come non suonanti. Più semplicemente si tratta di casi in cui il fattore della sensibilità non è stato affatto considerato all’atto dell’inserimento in serie a un impianto. Se un pre ha un guadagno molto alto o piuttosto basso, non può essere collegato a un finale che ha lo stesso attributo e viceversa. L’equivoco emerge ancora più evidente con alcuni marchi che costruiscono macchine gemelle, ma con sensibilità diversa per ognuna di loro. Questo consiglia il potenziale acquirente dal guardarsi bene dal correre dietro a un apparecchio solo perché ha un nome famoso, ma di concentrarsi attentamente sui valori elettrici, al fine di poter valutare concretamente ed empiricamente le reali possibilità di assemblare un impianto corretto e coerente. Un set High-End di fascia economica, ma rispettoso degli interfacciamenti elettrici e dell’equilibrio dei guadagni e delle sensibilità d’ingresso, suonerà sempre meglio rispetto a una aggregazione improvvisata di marchi da copertina patinata. Il GamuT ha il guadagno regolabile a mezzo di uno switch per canale, collocato sul top del bordo di ogni scheda di amplificazione, quindi agevolmente accessibile, nel rispetto del bilanciamento stereo. I livelli, oltre alla posizione OFF, sono fissati a -6 dB, regolato dall’azienda, e -12 dB. Questa flessibilità permette un accoppiamento adeguato sia con un preamplificatore a guadagno limitato, come può essere un passivo, sia con sorgenti che sono dotate di un livello di uscita che può raggiungere i quattro volt. Il guadagno massimo dichiarato dal costruttore è 35 dB.

 

Insomma, l’analisi tecnica dimostra che c’è molta carne al fuoco e le basi per una prova d’ascolto soddisfacente ci sono tutte. A questo punto entra in gioco the fifth element, il quinto elemento di cinematografica memoria, l’inaspettato, il colpo di scena. La GamuT propone, in coda al manuale d’uso, una lista di registrazioni che sono state utilizzate dall’azienda stessa per valutare la qualità del suono dell’amplificatore. A causa di problemi di reperibilità, vengono proposte in versione CD, con l’invito a procurarsi la versione in vinile, che si suppone possa essere superiore. Si tratta di una lista che può essere presa come riferimento universale per testare i limiti di qualunque sistema High-End: un gioco pericoloso, ma intrigante, per citare la casa, from the subtle to the outrageous. Io ho accettato la sfida, mi piace giocare, anche supportato dal fatto che posseggo alcuni dei titoli in questione, anche in versione LP.

 

Intanto bisogna essere temprati a un rodaggio che è molto laborioso e sembra non finire mai. All’interno del ciclo, che, a mio avviso, necessita di almeno un centinaio di ore, si potranno percepire nitidamente mutamenti on fly, in tempo reale, anche contestualmente all’ascolto. Un’esperienza interessante, che fuga ogni dubbio sul fatto che i componenti di alta fedeltà abbiano qualcosa di umanoide. Per il GamuT D200i sarei tentato di coniare una nuova unità di misura: il metro cubo. Il suono si propaga nella stanza per volumi cubici, senza trascurarne il più remoto degli angoli, superando ogni ostacolo, ogni barriera costituita dai materiali e dall’arredamento di un’abitazione di residenza. La musica ti avvolge fisicamente, come se si fosse immersi in un liquido amniotico, perché l’espressione è dolce, rilassante, delicata, orientata a un senso di quiete, molto intimo.

 

Accade anche con l’unico disco rock consigliato nella lista, ovvero Dire Straits, omonimo, Vertigo 6360-162, LP 1978, edizione tedesca. Il sound è vigoroso, intenso, tremendamente dinamico, e, pur a volumi molto sostenuti, sempre chiaro e controllato. L’ariosità e l’armoniosità ricchissime, emergono senza mai eccedere. Questa macchina opera una sorta di vigilanza sull’emissione sonora, che gli consente di smussare tutte le asperità elettriche e colorate tipiche delle elettroniche a stato solido, senza sbilanciarsi verso il caldo esagerato di certi valvolari. Nessun accenno di distorsione od opacità di trama. Le imperfezioni sono a monte, ovvero quelle eventualmente nate in sala di incisione o in fase di mixaggio. Il brano Six blade knife, che è stato registrato con una consolle probabilmente analogica, purtroppo si trascina dietro un leggero fruscio da nastro, ma gli strumenti e la voce sono semplicemente emozionanti, e suonano infinitamente meglio rispetto a ristampe successive e rimixaggi computerizzati.

 

Proseguendo nella selezione all’interno della lista, faccio girare sul piatto due edizioni dello stesso disco: Stan Getz/João Gilberto, Verve 1964, 2304071 edizione tedesca, e 2317009 edizione inglese. Getz, già nel 1963, con l’uscita di Jazz Samba, sempre per la Verve, aveva avuto un ruolo da protagonista nella rivitalizzazione della Bossa Nova. Con questo lavoro la consacra, non solo come fenomeno da preservare, ma come stile molto attiguo al Jazz. Grazie al coinvolgimento di artisti carioca come lo stesso Gilberto, Antonio Carlos Jobim e Astrud Gilberto, consorte di João, ci regala un capolavoro assoluto, che porterà la Bossa a far parte della vita musicale dell’America del Nord. Ma, ancor di più, l’approccio al sassofono tenore di Stan, di scuola cool, ed, in particolare, l’abilità naturale di esprimersi in forma di controlled vibrato e straight tone, darà un impulso fortissimo alla crescita di questa musica ed alla sua diffusione. Il sound dello strumento a fiato si muove in parallelo con la voce di Gilberto, in modo estremamente rilassato. L’aria si libra senza alcun sforzo, sia che esca dalla canna del sax, sia che venga emessa attraverso le corde vocali. Il feeling di questo disco è caldissimo, in un’atmosfera friendly, quasi familiare. Tra le tracce è contenuta la famosa Girl from Ipanema, che dà lustro alla riproduzione del GamuT D200i; il commento che fa l’Azienda stessa sulla registrazione, attraverso il manuale, è pienamente condivisibile: ”Dopo tanti anni ti permette di abbassare le luci, preparare un drink fresco, e immaginare di essere in Brasile, con la ragazza accanto, che sussurra la sua canzone al tuo orecchio destro”. La nostra macchina compie il miracolo di ricreare il passato in maniera vivida, tanto che le emozioni di quella performance possono essere rivissute ancora nel presente ogni volta lo si desideri. Questa incisione fu capace di far vincere all’ingegnere Phil Ramone un Grammy per il miglior suono. Parte della ragione deriva dal fatto che la registrazione fu effettuata su un nastro che girava alla velocità di trenta pollici al secondo, esattamente il doppio dei quindici pollici standard. Altresì, oltre al talento del duo Getz/Gilberto, non va trascurato l’enorme lavoro di tessitura e strutturazione che compie Milton Banana, considerato uno dei più grandi percussionisti/batteristi di Bossa Nova dell’epoca. L’album è magnifico, come magnifica è l’immagine sonora che il GamuT ci restituisce con immenso lirismo e coinvolgente groove. Impressionante è il modo in cui esalta le differenze tra le due versioni, ma per riprodurle entrambe egregiamente. All’identica maniera in cui ti fa ascoltare la risonanza del pianoforte, quella generata dai martelletti che picchiano sulle corde metalliche, facendo vibrare i legni. La tridimensionalità è da riferimento perché, anche con concentrazione limitata, ci si può accorgere di alcuni leggeri movimenti dei musicisti, che si manifestano con chiari mutamenti acustici, fornendo all’ascoltatore gli strumenti per riuscire a “vedere con le orecchie”, e poter valutare un fenomeno dinamico/visivo attraverso un supporto predisposto per l’udito. Non è un concetto astratto.

 

Paul Hindemith, disquisendo di astrazione in musica, ebbe a dire che l’orecchio dovrebbe rimanere la prima e unica corte d’appello. Questa, al di là di pompose teorizzazioni, è un’accorata esortazione all’ascolto.

Con il GamuT D200i, che si propone come mezzo prezioso per entrare in armonia con la musica, sarebbe un peccato non accogliere l’invito.

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore:

Tipo: amplificatore finale di potenza stato solido a singolo mosfet
Potenza d’uscita: 200W/8Ω, 400W/4Ω, per canale e continua
Risposta in frequenza: 5Hz-100kHz
Distorsione: <0.05%
Livello di rumore: >100dBA sotto 100W/8Ω
Impedenza d’ingresso: 40kΩ bilanciata, 20kΩ RCA
Sensibilità: 0.77V, 1.55V, 3.1V, 3.9V, a potenza piena
Carico diffusori: fino a 1.5Ω
Consumo: 100W
Dimensioni: 44,70x15,50x43,18cm (LxAxP)
Peso: 34kg

Distributore ufficiale Italia: al sito de Il Tempio Esoterico

Prezzo di listino Italia alla data della recensione: 11.000 euro

Sistema utilizzato: all’impianto di Giuseppe “MinGius” Trotto

 

 

 

DIRITTO DI REPLICA | LA PAROLA AL PRODUTTORE

Dear Giuseppe,
thank you for a comprehensive review of our D200i Stereo Power amplifier. We appreciate that we got the chance of having our amp being evaluated.
Actually the toroidal trafos is not only 500VA but 800 VA and the reserve on the output is 22Volt.
These are of course minor and does not at all affect the great and thorough review you have made and we look forward to be working with you on other products.

Best regards
Torben Sondergaard
Sales Manager GamuT

13/03/2013

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