Quando è stato pubblicato nel 2005, questo lavoro avrà certamente raccolto consensi e approvazioni di stima, ma forse nella fretta allora qualcosa è sfuggito o non è stato compreso fino in fondo, perché non ne è nato un caso e, in quanto a clamore, se ce n’è stato, è stato alquanto tiepido e garbato. Un disco tra tanti insomma, buono, ma nulla di più.
Probabile invece che le cose non stiano esattamente così, e che Terra sia invece uno dei più bei dischi di jazz pubblicato in Italia almeno negli ultimi dieci anni. La bellezza del jazz consiste essenzialmente nella totale libertà di pensiero e di espressione concessa al musicista, che per limiti si ritrova ad avere soltanto i propri, dato che il genere non ne pone. Eccoci al punto: di limiti in questo lavoro non se ne intravedono, ed è tale la libertà di pensiero che passo dopo passo suggerisce le soluzioni che è quasi impossibile prevederne gli sviluppi. Se parlassimo di free o di avanguardia, non ci sarebbe nulla di strano, ma qui il free non centra per niente, e il morbido e raffinato piacere che se ne ricava dall’ascolto, lo testimonia ampiamente. Lo stesso tentativo di accostamento non regge neanche ricorrendo a certo jazz da camera, perché di fatto la bellezza di queste scritture, oltre che tangibile, sta proprio nel non lasciarsi identificare all’interno di alcun modo, se non esclusivamente quello dell’autore. Importanza delle scritture quindi, e Achille Succi ha fatto davvero tanto in questa occasione, ma non da meno è la qualità dell’esposizione, della quale lo stesso Succi al clarinetto basso e sax alto, Beppe Caruso al trombone e tuba, Salvatore Maiore al contrabbasso e violoncello e Roberto Dani alla batteria, forniscono un dettaglio di raro pregio e sensibilità, dove tutto ciò che è non ha mai il bisogno di venire ostentato. Il jazz può avere tanti modi, è vero, ma questo, ed è un giudizio molto personale, è uno dei più belli che mi sia mai capitato di sentire, a prescindere dalla provenienza. Un’ultima cosa da dire è che la ripresa del suono, effettuata da Stefano Amerio alla sua Artesuono di Cavalicco, ha segnato forse in questa occasione, nonostante gli abituali altissimi livelli, la sua massima espressione. Provate ora a sommare il tutto.
Achille Succi Ensemble
Terra
Splasc(H) Records
CD
Total Time 50’19’’
2005