La puntata odierna di Games of Phones è dedicata agli auricolari Tozo Golden X1. Tozo è uno degli innumerevoli produttori cinesi che basa il proprio R&D nel distretto industriale di Shenzhen e possiede numerose facility dislocate negli Stati Uniti, in questo caso fra Los Angeles e Seattle. La nascita del brand risale al 2015 proprio nella città dello stato di Washington e ad oggi, secondo i dati forniti dalla stessa società, conterebbe di più di duecento brevetti e sedici milioni di clienti fra privati e professionisti.
Presente su tutti i principali market place, Tozo offre ai suoi clienti una completa gamma di dispositivi IoT - Internet of Things, wireless audio e accessori per la telefonia. Gli auricolari, tutti senza filo, rappresentano il core business della società, o almeno è quanto si evince navigando nel sito e nello store del produttore. Ben nove linee di prodotto per un totale di ventisette differenti modelli che spaziano da quelli pensati per il gaming a quelli per la riproduzione audio HD.
Unboxing
Nulla nova, bona nova, o per dirla in termini più contemporanei, tutto molto mainstream, ma di ottima fattura.
Il prodotto ci giunge nella consueta doppia scatola in cartone di colore nero, con accenti dorati: dopotutto se si chiamano Golden X1 mica si poteva utilizzare l’argento! La prima, quella esterna, riporta in facciata un’immagine molto ingrandita degli auricolari e la composizione tecnica degli stessi: armature bilanciate e driver dinamici, LDAC e audio wireless Hi-Res. Sul retro trovano posto otto icone esplicative che identificano altrettante feature spiegate più in dettaglio e una foto ritraente un artista su di un palco con indosso gli auricolari in questione. Su quest’ultima si potrebbe dissentire trattandosi di dispositivi TWE - True Wireless Earphones inadatti per l'uso "on stage", ma direi che si può anche soprassedere e concentrarsi sul contenuto. La seconda, quella interna, è di cartone rigido rivestito in carta opaca con apertura a libro e chiusura magnetica. Una volta aperta, su quella che potremmo definire copertina, troviamo il grafico della risposta in frequenza degli auricolari e l’indicazione della certificazione TUV per il sistema di cancellazione del rumore. Per accedere al contenuto della confezione occorre però prima estrarre una elegante busta anch’essa nera su cui fa bella mostra di sé la frase: “designed by Tozo in California”. Vi ricorda per caso qualcosa o qualcuno?
Al suo interno è contenuta la quick guide, ma sarebbe stato più rispettoso chiamarlo manuale utente per quanto sa essere esaustivo, comprensibile e tradotto anche in un buon italiano. Bravi! Sotto di essa, troviamo i due auricolari già pronti all’uso e corredati di tip in silicone di dimensioni medie, la custodia di ricarica e due sottili scatoline sovrapposte contenenti gli auricolari di ricambio e il cavo di ricarica. Packaging di alto livello, ottimamente realizzato e appagante tanto alla vista che al tatto. Promosso!
Contenuti tecnici
Non avevo mai sentito parlare di Tozo prima d’ora e men che meno mi erano capitati per le mani loro prodotti, ma già dall’unboxing risulta chiara l’ambizione di qualificarsi come un prodotto premium.
La lettura delle specifiche tecniche riportate sulla confezione non ha fatto altro che avvalorare questa prima sensazione. L’architettura adottata, di tipo ibrido, è quella stracollaudata che affianca a trasduttori dinamici, qui in materiale composito da 12 millimetri di diametro, elementi ad armature bilanciate dell’americana Knowles. Riduzione del rumore attiva e passiva, ENC e ANC, Bluetooth 5.3 con funzionalità multipoint, impermeabilità di grado IPX6, trentadue ore di autonomia complessiva e fino a un massimo di otto ore per singola ricarica. Custodia con indicazione della carica residua tramite display e ricarica via cavo o wireless per induzione elettromagnetica.
Qualità costruttiva
Gli auricolari sono realizzati in materiale plastico di colore nero opaco ad eccezione della superficie esterna, che è di colore antracite metallizzato e sulla quale è riportato il nome del costruttore. Le dimensioni sono molto contenute e paragonabili ad altri TWE quali i Sony WF-C500 che però, a differenza dei Golden X1, non dispongono di un sistema di cancellazione attiva del rumore ambientale.
La forma è prevalentemente allungata e regolare, tant’è che osservati frontalmente appaiono quasi perfettamente ovali. Solo una sottile e corta protuberanza che accoglie il microfono principale – quello utilizzato per le chiamate – ne interrompe la simmetria senza però alterare la lodevole pulizia del design. Trasversalmente si può invece apprezzare uno sviluppo per così dire a fisarmonica che si compone di tre parti distinte. Una interna rassomigliante a un fagiolo che andrà a contatto della conca, una parte intermedia che si restringe in una linea di cintura abbastanza pronunciata – che rende assai comoda la presa facilitandone l’inserzione, la rotazione e l’estrazione – e una esterna, quella sensibile al tocco, che come già detto si allunga nella pinna microfonica.
I tip forniti sono tutti di silicone di ottima qualità, a singola flangia e con la parte interna di maggior rigidità per facilitarne la calzata. Oltre a quelli già montati sugli auricolari, ne vengono fornite altre cinque coppie nelle misure: XXL, XL, L, S e XS. Da notare che il condotto d’uscita, in metallo dorato e dotato di griglia, non ha la consueta sezione circolare ma è di forma rettangolare con gli spigoli arrotondati. Una caratteristica di cui tener conto nel caso in cui si desideri utilizzare dei gommini aftermarket. Personalmente non ho sentito il bisogno di sostituirli in quanto già d’abitudine preferisco questo tipo di materiale per gli auricolari che utilizzo per viaggiare o per fare sport, per la loro maggior praticità, resistenza e versatilità rispetto al foam o alla spugna.
Il sistema di cancellazione attiva del rumore consta di tre microfoni dedicati che, insieme a quello destinato alla chiamate telefoniche, fanno un totale di quattro microfoni per ciascun auricolare. Due di essi sono collocati lungo la circonferenza descritta dalla rastrematura centrale e un altro in vicinanza del condotto d’uscita e parzialmente nascosto dalla flangia in silicone del gommino. Nella parte interna infine, quella che si adagia sulla conca, ci sono i due contatti dorati per la ricarica. Anche in questo caso non possiamo che notare una costruzione accurata, l’utilizzo di ottimi materiali e un elevata ergonomia complessiva. Volendo trovare il classico pelo nell’uovo, a costo di “sporcarne” il design avrei preferito un indicazione più efficace del canale destro e sinistro. La scelta di stampigliare le consuete lettere R e L in grigio e con un carattere molto piccolo sulla superficie interna della pinna microfonica non aiuta a identificarli a prima vista e talvolta può creare qualche difficoltà nell’indossarli o nel riporli nella custodia.
Quest’ultima infine, è realizzata anch’essa interamente in plastica nera con finitura soft touch, cosa che la rende molto piacevole al tatto ma, complice la forma ovoidale e lo sbilanciamento imposto dalla batteria in essa contenuta, anche molto scivolosa e a rischio caduta. Anzi, per dirla tutta, la prima volta che l’ho ricaricata tramite USB nell’estrarre il cavo l’ho fatta cadere. La buona notizia è che ne lei ne gli auricolari contenuti hanno riportato danni, confermando l’impressione di solidità ricevuta durante l’unboxing. Nell’utilizzo si è dimostrata pratica e in grado di restituire informazioni complete in merito alla carica residua sia degli auricolari che di sé stessa. Consueto pittogramma a forma di batteria a quattro segmenti per gli auricolari, un’indicazione numerica da uno a cento per la custodia. In aggiunta, quando la carica residua di quest’ultima è molto bassa, una sottile striscia luminosa posta nell’incavo di apertura passa dal colore bianco a un arancione molto acceso segnalandoci in modo inequivocabile che è giunto il momento di effettuarne la ricarica. Nel caso un auricolare non riuscisse più ad associarsi all’altro o entrambi allo smartphone – a me non è mai successo – è possibile effettuarne il reset premendo un comodo pulsante posto fra gli alloggiamenti di ricarica dei due auricolari.
Il cavo USB fornito è molto corto, e con terminazione di tipo C lato custodia. Se lo si desidera è comunque possibile fare ricorso alla ricarica per induzione per la quale non è però fornito alcun dispositivo. Non un grosso problema in quanto le prove da me effettuate confermano l’ampia compatibilità dichiarata dal produttore. Sia il caricabatteria Apple che uno prodotto da Ikea hanno funzionato perfettamente rendendo molto più pratica l’operazione rispetto all’utilizzo del cavetto fornito.
Prova su strada
La valutazione di cuffie e auricolari appartenenti a questa tipologia non può esaurirsi con la semplice valutazione della qualità audio con cui riproducono la musica. I TWE moderni, al pari degli smartphone, fanno della versatilità il loro punto di forza. Per questo motivo spero di fare cosa gradita ai più condividendo la mia esperienza d’utilizzo a tutto tondo di questi versatili auricolari, riservando comunque come di consueto uno spazio specifico per la prova di ascolto vera e propria.
Bluetooth
Iniziamo da una funzione che a mio avviso li rende particolarmente appetibili e di cui non si fa stranamente menzione sulla confezione, mi riferisco al funzionamento multipoint. Di che cosa si tratta? Della possibilità di connettersi via Bluetooth a due differenti dispositivi contemporaneamente. Per esempio, a due smartphone, quello personale e quello aziendale, o a un personal computer e al proprio cellulare. Una gran bella comodità. Non occorrerà più commutare manualmente da un dispositivo all’altro come si fa ad esempio su molte autovetture quando si utilizzano due telefoni cellulari, ma tutto avverrà seamless, senza il nostro intervento. Nelle prove da me condotte con due smartphone, o con un personal computer o tablet e uno smartphone, il funzionamento è risultato sempre stabile, senza balbettamenti o rumore. Per pura curiosità ho anche provato a collegare simultaneamente due riproduttori digitali e anche in questo caso non ho incontrato alcun tipo di problema riuscendo ad alternare le due sorgenti senza indecisioni, lag o il crash della connessione. Ovviamente, non è possibile la riproduzione contemporanea di due flussi audio o l’effettuazione simultanea di due conversazioni telefoniche.
Nulla da segnalare riguardo il range di funzionamento che è risultato rispettare pienamente le specifiche e superarle nel caso di utilizzo in spazi aperti tipo in giardino.
Cancellazione attiva del rumore.
Chi per lavoro è costretto a spostarsi frequentemente utilizzando il treno o l’aereo, ha nell’ascoltare musica in cuffia un bel modo per trascorrere il tempo. In treno poi, ci permette anche di difenderci dal malcostume di coloro che sono in grado di viaggiare da Milano a Roma senza mai smettere di telefonare, costringendo chi gli sta accanto ad ascoltare l’improbabile epica delle loro gesta aziendali, se no personali. In questi casi un paio di cuffie può essere un vero e proprio salvavita, meglio se dotate di un qualche sistema di riduzione del rumore ambientale. Quello presente sulle Golden X1 è di tipo attivo e fa molto bene il suo lavoro. È attivabile tramite un singolo tocco sull’auricolare di sinistra oppure utilizzando l’app che è possibile scaricare gratuitamente dai rispettivi store sia per dispositivi Android che iOS. Come già detto, i microfoni dedicati all’ANC sono tre per ciascun auricolare e l’efficacia è molto buona sia in treno che in aereo. Ovviamente nulla vieta di utilizzare la funzione anche in ambienti meno rumorosi per ottenere un isolamento ancora maggiore. Pur risultando efficace su una ampia varietà di rumori, il meglio lo si ottiene con quelli a bassa frequenza, ma anche con quelli più acuti, come ad esempio la pioggia che batte su di una tettoia, il risultato è apprezzabile. Ad oggi Sony, soprattutto con i suoi modelli di punta è in grado di offrire di meglio sia pure a un prezzo maggiore, mentre a memoria, le Sennheiser Momentum True Wireless 2 che ho posseduto erano meno efficaci di queste Golden X1.
Tramite l’applicazione Tozo è inoltre possibile selezionare anche altri modi di funzionamento come: leisure mode, che applica una modesta riduzione del rumore ambientale; l’autoesplicativo reduce wind noise; il normal mode, che corrisponde a inattivare la funzione; e l’utile trasparency mode che, al contrario, amplifica i suoni provenienti dall’esterno, permettendoci di interagire con chi ci sta accanto, per esempio per rispondere a una domanda, senza doversi sfilare dall’orecchio un auricolare.
Piccola parentesi dedicata ai runner e ai jogger. Per coloro che, come il sottoscritto, indossano le cuffiette per andare a correre, l’avvento delle “senza fili” ha costituito una sorta di liberazione. Niente più fili appunto, ma anche la libertà di sistemare lo smartphone o il riproduttore digitale dove meglio ci aggrada, al braccio, nella tasca del pantaloncino o nel giubbotto. Sicuramente una gran bella cosa. Ma perché il tutto non si tramuti in supplizio le cuffiette devono rimanere al loro posto anche quando il nostro passo si fa più spedito e l’impatto con il terreno che le scarpe trasferiscono al nostro corpo si fa più forte. Ecco quindi che nel caso di TWE le aumentate dimensioni e il maggior peso rispetto ai modelli sprovvisti di sistemi di riduzione del rumore fanno sì che una calzata efficace assuma unìimportanza ancora maggiore e ne decreti l’idoneità o meno all’uso sportivo.
Infine, la sudorazione abbondante o le avverse condizioni climatiche possono dissuaderci dall’adozione di questa tipologia di dispositivi costringendoci a rinunciare al comfort che deriva dall’assenza del filo di collegamento.
Da questo punto di vista, le Golden X1 escono dai miei test assolutamente vittoriose. Per correttezza d’informazione devo precisare che in genere non ho problemi con la ritenzione delle cuffie in-ear, siano esse con filo e quindi dotate di archetto da posizionare dietro il padiglione che senza. Conosco però numerosi colleghi e amici che per la particolare conformazione del canale uditivo non riescono a utilizzare con soddisfazione nessuna delle due senza che gli sfuggano dalle orecchie anche solo per un normale ascolto casalingo, figuriamoci per fare sport. Nella mia pur breve esperienza d’uso delle Golden X1, poco meno di una decina di uscite in totale, non posso che promuoverle anche per questo specifico utilizzo. Gli auricolari si sono dimostrati ben saldi – ho utilizzato i tip di taglia M che ho trovato già innestati sugli auricolari quando ho aperto la confezione – sia durante la corsa lenta che quella veloce. Per abitudine corro all’interno di parchi cittadini per evitare le automobili e altri fonti di pericolo – su questo torneremo fra poco – e anche nei saliscendi o quando era necessario saltare qualche ostacolo, di questi tempi rappresentato perlopiù da grosse pozzanghere, non si sono mai mossi e non ho mai dovuto risistemarli al pari delle Sony che utilizzo abitualmente ma che sono però più piccole e leggere.
Accennavo poc’anzi alla sicurezza: ci ritorno per sconsigliare, com’è per altro ovvio, l’utilizzo di questo genere di cuffie per pratiche sportive potenzialmente pericolose come il ciclismo o la corsa effettuata lungo strade più o meno trafficate. Indipendentemente dall’avere a bordo un sistema attivo per la cancellazione del rumore ambientale, che ovviamente disattiveremo, l’isolamento passivo di cui sono capaci richiede comunque attenzione nell’utilizzo. In questi frangenti, la modalità trasparency mode può venirci in aiuto consentendoci di mantenere il contatto con quanto avviene nell’ambiente circostante. Non è in grado di fare miracoli, specialmente se la musica viene riprodotta ad alto volume, ma al prezzo di un maggior consumo di batterie, può effettivamente contribuire a rendere più sicuri i nostri allenamenti.
Per ultimo, due parole sull’impermeabilità. Tozo certifica i suoi auricolari come IPX6, io posso solo dire che sotto i continui acquazzoni di questo periodo non hanno fatto una piega, una volta arrivato a casa è bastato uno strappo di carta assorbente e via nella custodia.
Prova di ascolto
Il chip Bluetooth utilizzato nelle Tozo Golden X1 è compatibile con l’ultima versione disponibile, la 5.3. Questa nuova incarnazione del sistema di trasmissione ideato da Ericsson si segnala per un minor consumo energetico, una migliore gestione della crittografia e un più efficiente uso dei canali di trasmissione e del periodic advertising con conseguente miglioramento della stabilità di connessione e della velocità di trasmissione dei dati. Il processo di pairing è istantaneo e, come già detto, grazie al multipoint permette l’associazione contemporanea di due dispositivi differenti che possono essere switchati al volo senza tentennamenti o errori. Se si dispone di un dispositivo compatibile con LDAC, come per la maggior parte dei DAP ma ormai abbastanza diffuso anche fra gli smartphone, è possibile effettuare una connessione ad alta efficienza che sfrutta la capacità del codec messo a punto da Sony di riprodurre streaming con un data rate massimo di 990 kbit/s sufficiente a riprodurre audio ad alta risoluzione fino a 32 bit e 96 kHz.
Per le prove ho impiegato diversi lettori: un iPhone 12, un DAP FiiO M11 Pro e un Pixel 2XL, ma ho poi finito con l’utilizzare per la maggior del tempo lo smartphone di Google per la sua compatibilità con LDAC. Personalmente, a causa del maggior peso e ingombro, considero il DAP un device meno trasportabile e meno adatto agli spostamenti giornalieri rispetto allo smartphone, ragione per cui limito l’utilizzo di quest’ultimo agli ascolti per così dire “casalinghi”, che grazie all’abbinamento con cuffie around-ear mi permette di raggiungere una maggiore qualità d’ascolto.
In termini generali la cifra stilistica delle Golden X1 è improntata a una buona linearità per gran parte dello spettro audio con il consueto bass and treble boost, che qui più che assumere i connotati del classico tuning V-shaped, quasi ubiquitario fra gli IEM di ogni produttore, presenta quelli più morbidi di un meno diffuso U-shaped che tende a limitare le enfatizzazioni agli estremi di banda a tutto vantaggio di una più precisa restituzione delle frequenze in gamma media. Ne consegue un suono che viene percepito effettivamente come meno caratterizzato e che permette alle Golden X1 di cavarsela bene con i più disparati generi musicali.
Vale la pena informare il lettore fin da ora che oltre all’immancabile equalizzatore, qui a ben dieci bande, esiste anche la possibilità di calibrare la risposta in frequenza degli auricolari sulla base delle nostre capacità uditive. Per fare questo è sufficiente utilizzare la funzione earprint presente nell’applicazione Tozo con cui possiamo compensare i nostri deficit uditivi in base alla percezione o meno dei vari segnali di test emessi dagli auricolari stessi. Un sistema di fine tuning che, fatte salve alcune ovvie differenze, ricorda quello con cui si calibrano i diffusori di un sistema home theatre o i subwoofer amplificati.
Il sistema è veramente ben realizzato, tiene conto dell’età e del genere dell’ascoltatore e offre precise e chiare indicazioni riguardo la corretta impostazione del volume e dell’eventuale necessità di condurre il test in un locale meno rumoroso. Seguendo passo a passo le chiare istruzioni, in un paio di minuti siamo in grado di ottenere un tuning personalizzato basato sulla nostra capacità uditiva. Curiosamente, nel caso del sottoscritto, oltre al consueto calo alle alte frequenze dovuto all’età, il sistema di calibrazione ha riscontrato anche un impairment alle basse frequenze che l’algoritmo ha provveduto a compensare introducendo un boost corrispondente.
Da questa base di partenza, per così dire obiettiva, è comunque sempre possibile operare ulteriori personalizzazioni tramite l’equalizzatore, sia sfruttando i molteplici preset forniti in base al genere musicale ascoltato o creandosi una propria curva personalizzata che potremo denominare e salvare per usi futuri. Molto con cui giocare e sfruttare al meglio le non poche potenzialità di queste Golden X1.
Un’ultima curiosità: dato che il sistema di calibrazione al termine del test ci mostra la curva di risposta in frequenza prima e dopo la “cura”, è possibile confrontare quest’ultima con quella eventualmente costruita autonomamente utilizzando il solo equalizzatore grafico fornito. Sempre nel caso del sottoscritto, confrontando le due curve in questione ho notato che erano per buona parte sovrapponibili ad eccezione di un più spiccato boost alle basse frequenze rispetto a quello da me introdotto, contrariamente alla gamma media, laddove ho preferito apportare una leggera enfatizzazione rispetto a quanto proposto dall’algoritmo, il tutto a conferma dell’utilità e del buon funzionamento del sistema di calibrazione.
Bassi
Ci sono e si sentono. Il driver dinamico da dodici millimetri compie un buon lavoro sia in termini di quantità che di qualità tanto da poter soddisfare buona parte degli utilizzatori. Capaci di riempire lo spazio con la musica elettronica, come in When You Mess Up degli EBTG, dove costruiscono solide e robuste fondamenta per la voce di Tracey Thorn, oppure secche e veloci come nell’incipit di I’m Coming Out di Diana Ross, il tuning non esasperato utilizzato da Tozo per i suoi auricolari contribuisce non poco nel rendere gradevoli questi Golden X1 in entrambe le situazioni. Rispetto agli IEM con filo e di prezzo paragonabile quello che manca è un poco di punch, ma la colpa non è più di tanto imputabile al driver dinamico impiegato quanto al volume massimo che questi auricolari sono in grado di raggiungere. Ascoltando brani come Thunderstruck degli AC/DC o Come As You Are dei Nirvana capita di ritrovarsi ad alzare inutilmente il volume in quanto già al massimo: peccato perché la texture della batteria è molto buona e con il rock mette veramente l’acquolina in bocca per una o due tacche in più.
Medi
Piacevoli e di buona tessitura. Grazie all’accordatura U-shaped, il midrange è libero di esprimersi con più chiarezza e precisione così da restituirci una cospicua quantità di dettagli. A giovarsene maggiormente sono i fiati, mentre le chitarre – come le voci, che ne guadagnano in intelligibilità – se da un lato appaiono ben definite dall’altro possono talvolta risultare con meno corpo rispetto a quanto siamo abituati. In questo caso il ricorso a un pizzico di equalizzazione può aiutare a dare un po’ più di mordente a un paio di auricolari che in gamma media prediligono la naturalezza all’effetto “wow”. Come per altri IEM accordati in questa maniera, è assai probabile che incominceremo ad apprezzarli maggiormente trascorso un certo periodo di tempo, necessario per prestare maggiore attenzione alla musica piuttosto che alle cuffie indossate. A quel punto se ne apprezzerà in particolare il buon bilanciamento generale, la naturalezza espressiva e la ridotta fatica di ascolto percepita.
Alti
Solitamente l’utilizzo di armature bilanciate regala agli auricolari che ne fanno uso una notevole estensione in gamma alta, ed è quanto avviene anche con le Tozo Golden X1. Quello che però differenzia questi IEM dagli altri in mio possesso è la profonda depressione che la curva di risposta in frequenza disegna intorno ai 7000-7500 Hz. Un vero e proprio crepaccio dalle pareti ripide e strette. In genere, seppur presente, nella maggior parte dei casi presenta pareti meno scoscese in quanto abbraccia una porzione più estesa dello spettro. Il successivo impennarsi della curva intorno ai 12-13 kHz è altrettanto singolare per intensità e caratterizza percettibilmente il suono di questi auricolari che possono a seconda della suscettibilità individuale risultare da eccessivamente brillanti a metallici e fastidiosi. Anche in questo caso può essere d’aiuto operare qualche piccolo ritocco con l’equalizzatore fornito per disegnare una curva più morbida e che ci metta al riparo da qualche chitarra eccessivamente abrasiva o qualche sibilante di troppo.
Immagine
Come per la maggior parte degli IEM, che siano con filo o senza non fa differenza, anche questi auricolari Tozo non brillano per la loro capacità di riprodurre le informazioni spaziali contenute nelle registrazioni, soprattutto quelle meno riuscite. Con questo non voglio dire che suonino congestionate ma sicuramente non suonano nemmeno aperte o tantomeno ariose. Ad una rappresentazione spaziale di discreta ampiezza esibiscono al contrario una ridottissima capacità nello sviluppare il suono in senso prospettico. Per migliorare la situazione ho sperimentato che in questo caso, invece di ricorrere all’equalizzazione, è più utile disattivare ogni volta che è possibile il sistema di riduzione attiva del rumore. Questo, sebbene molto efficace nel creare un background molto “scuro” che giova alla restituzione delle informazioni d’ambienza, introduce anche un notevole appiattimento del suono che non fa altro che acuire il problema.
Dettaglio
La quantità di dettaglio che questi auricolari sono in grado di risolvere è molto elevata con ogni genere musicale e appare essere indipendente dalla frequenza, in questa maniera è possibile godere nella stessa misura delle sfumature più tenui, siano esse dovute alla tensione delle pelli di un tamburo piuttosto che alla sabbiatura del crash di una batteria. A contribuire in maniera determinante a questo risultato concorre l’ottimo isolamento passivo derivante dal design dell’auricolare, soprattutto della porzione a contatto con la conca. A prima vista questo potrebbe risultare piuttosto semplificato e inefficace, al contrario, così come è possibile verificare indossando l’auricolare senza tip, aderisce perfettamente all’orecchio ricopiandone le forme e sigillando il condotto uditivo senza provocare fastidio. Anche in questo caso l’attivazione del sistema di cancellazione del rumore peggiora leggermente la performance ma non in maniera così pronunciata come per la spazialità.
Considerazioni finali
Al costo di 149,99 USD le Tozo Golden X1 non possono che essere valutate positivamente. L’estrema versatilità derivante dalla ricca dotazione di funzioni rappresenta il vero punto di forza di questi auricolari poco conosciuti. Bluetooth di ultima generazione con funzionalità multipoint, codec compatibile con l’audio ad alta risoluzione, cancellazione attiva del rumore e calibrazione individuale della risposta in frequenza sono solo alcuni dei numerosissimi contenuti tecnici offerti.
Confortevoli da indossare anche per lunghi periodi di tempo, oltre che per ascoltare musica sul divano si sono dimostrate ottime anche per lo sport, rimanendo saldamente ancorate alle orecchie e risultando indifferenti al sudore e alla pioggia. Ineccepibili nell’uso “telefonico”, da buone a molto buone in quello squisitamente audio.
Volendo trovarci per forza un difetto, anzi tre, mi tornano in mente la scivolosità della custodia di ricarica, la difficoltà nel riconoscere l’auricolare destro da quello sinistro e il fatto che quando vengono sfilati dall’orecchio la riproduzione non si interrompe automaticamente.
Le consiglierei? Assolutamente sì. A chi? In particolare a coloro che per necessità lavorative girano sempre con due cellulari, ma anche a chi ama fare sport sentendo la musica, per entrambi affrancarsi dalla schiavitù del cavo di collegamento non sarà mai stato così pratico e comodo.
Il mio FI per queste Tozo Golden X1 è quindi di quattro.
*Il Farewell index, FI, esprime quant’è doloroso per il recensore il distacco dalle apparecchiature in prova al momento della loro restituzione. I valori di questa scala vanno da un minimo di 0 o “nessun rimpianto” a un massimo di 5 “se me lo posso permettere lo compro!”.
Software utilizzato
Liquida e Tidal streaming
AC/DC - Back in Black
Arlo Parks - Impurities
Burial - Untrue
Cory Henry - Live At The Piano
Cowboy Junkies - The Trinity Session
Dead Can Dance - Anastasis
Diana Ross - Diana
Eagles- Hell Freezes Over
Emancipator - Soon it Will be Cold Enough
Enrico Rava, Fred Hersch - The Song is You
Everything But the Girl - Fuse
FKA Twigs - LP1
Hussam Aliwat - Born Now
Joe Lovano, Marilyn Crispell, Carmen Castaldi - Garden Of Expression
Michael Brecker - The Nearness Of You: The Ballad Book
Mike Richmond - Turn Out The Stars
Musica Nuda - Live à FIP
Nirvana - Never Mind
Rickie Lee Jones - Pieces of Treasure
Talk Talk - Spirit of Eden
The Smiths - The Queen is Dead
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Tipo: in-ear, true wireless
Trasduttori impiegati: driver dinamico da 12 mm, driver ad armature bilanciate Knowles
Risposta in frequenza: 12Hz-44.1kHz
Codec supportati: LDAC / AAC / SBC
Versione Bluetooth: 5.3
Raggio operativo massimo: 10m
Capacità di isolamento dai rumori esterni: -42dB con ANC attivato
Autonomia - impostazioni standard, AAC, volume al 50%: 5h con ANC settato al massimo, 8h con ANC disattivato
Dotazione: guida rapida, custodia di trasporto e ricarica, auricolari in silicone in sei misure, cavo USB C per la ricarica
Dimensioni della confezione: 180x50x120mm LxAxP
Peso netto: 366g
Distribuzione alla data della recensione: vendita diretta qui
Prezzo alla data della recensione: 149,99 USD/EUR
Sistema utilizzato: all’impianto di Paolo Mariani