Barbara Casini & Toninho Horta | Viva Eu

03.06.2022

Ci sono circostanze, alle volte, che non si sanno proprio spiegare. Non c’è un’interpretazione razionale, infatti, al motivo per cui una cantante e chitarrista italiana sia stata, nel tempo, letteralmente rapita mente e corpo dall’anima brasiliana e dalle sue suggestioni, tanto da dedicarvi la maggior parte della propria carriera musicale. Il dato di fatto è che Barbara Casini è attualmente una delle migliori interpreti di musica do Brasil, un’artista di livello assoluto, apprezzata internazionalmente e anche soprattutto in terra sudamericana. Le sue numerose, illustri e dirette conoscenze artistiche a quelle latitudini hanno incluso nomi storici come Toninho Horta, Chico Buarque de Hollanda, Jobim, Gilberto Gil, Hermeto Pascoal, tanto per citare i più famosi. Ha dedicato lavori monografici a diverse eminenze grigie del panorama musicale brasiliano, sempre coadiuvata da musicisti di prim’ordine e nello stesso tempo ha lasciato incisioni notevoli di indirizzo più apertamente jazz con Enrico Rava, Phil Woods, Stefano Bollani, Lee Konitz e altri ancora. La sua voce, flautata e intinta di saudade, ha quella capacità timbrica latina di accendere faville di spicciola malinconia, scivolando su un’intonazione pressoché perfetta con una fonetica piena di plastiche rotondità vocali.

 

La Casini dedica questo suo disco Viva Eu – non nuovissimo, è stato pubblicato infatti nel 2020 – a Djair de Barros E Silva, conosciuto col nome d’arte di Novelli, bassista e compositore originario della ragione del Pernambuco, nel nord-est del Brasile. Personaggio quasi mitico, autore di pochissimi dischi da titolare, ma in compenso collaboratore di oltre una settantina d’incisioni altrui, Novelli è un autore sofisticato, capace di creare aggraziati languori nostalgici e soavi intrighi melodici di cui la Casini è interprete adeguata, grazie anche all’amicizia che la lega al compositore fin dal 1989. Questa conoscenza fraterna le permette di poter scendere nell’animo dell’autore con naturalezza, per narrarne tutte le sfumature e i risvolti emotivi.

La struttura musicale fondamentale è costruita, oltre che dalla voce e chitarra della Casini, anche da un’altra chitarra, quella di Toninho Horta, e da una serie di ospiti che si susseguono nei vari brani che nomineremo procedendo nell’ascolto dell’album. Si tratta per lo più, di quegli artisti che sono stati in massima parte collaboratori e amici dello stesso Novelli. Va da sé che, per apprezzare questo lavoro, occorre avere una certa philia per la musica brasiliana, anche se la sequenza dei pezzi mantiene un andamento piacevolmente melodico – non ci sono fischietti né ritmi ossessivi di samba – e l’atmosfera è quella pensosa e indulgente di una poetica intimità narrata con temi cantabili e partecipati.

 

Barbara Casini & Toninho Horta - Viva Eu

 

L’aria che tira la si respira subito, fin dal primo brano della selezione, Canto Suave. La chitarra acustica sottolinea un intro melodioso che segue poi il canto, che più suave non si potrebbe. Un brano che non è una stella minore ma una supernova, decisamente tra i migliori che seguiranno. Un bel pronti e via, tanto per chiarire con chi e cosa abbiamo a che fare.

Interior/Exterior vede aggiungersi una seconda chitarra e la voce di Joyce Moreno, iconica cantante di Rio de Janeiro. La canzone è meno convincente rispetto alla precedente, è più costruita e fluisce un po’ più lentamente, con una linea melodica che mi sembra leggermente meno ispirata.

In Pelas Ruas do Recife la Casini canta con Buarque de Hollanda, e qui si svela una parte di quella gioia di vivere propriamente latina che, al di fuori di qualsiasi stereotipo, appare nella sua essenza più radicale con voci e chitarre e tempi più serrati, colti in una ventata di moderata allegria.

Con Toshiro si ascolta ancora la coppia Casini-Horta nel canto a doppia voce, senza parole. Un breve assolo di chitarra offre spazio a quello che sembra un momento d’improvvisazione per poi riprendersi nella melodia iniziale, sempre senza testo, che viene lentamente modellata dalle voci dei protagonisti.

Tomara è brano più complesso, vissuto in intima solitudine con uno splendido assolo di chitarra a cui è difficile attribuire la paternità, data la monacale povertà di note stampa disponibili anche in rete.

Si alza il ritmo – si fa per dire – con Reise Rainhas do Maracatu, un samba suonato all’osso dalla chitarra e tre voci, quella della Casini e le due maschili che si passano il testimone.

Profunda Solidao si serve del pianoforte di Francis Hime, melodicissimo e trasognato, che sostituisce l’usuale chitarra. La tristeza qui la si tocca con mano con la voce della Casini mai forse così morbida e scorrevole.

Laranja Azeda vede alla chitarra Giuseppe Fornaroli di San Paolo. Una melodia semplice arricchita dalla chitarra che cerca, nell’intermezzo, qualche dissonanza per vivificare un brano che appare tutto sommato un po’ legnoso.

In Triste Baìa de Guanabara affianca la Casini un altro famoso artista brasiliano come Nelson Angelo. La voce di quest’ultimo, un po’ insicura, possiede tuttavia quel timbro caldo ed espressivo che contrasta con la limpidissima, pura esperienza canora della sua estemporanea partner artistica.

Baiao do Acordar è il brano in cui la voce della cantante fiorentina viene più ad assomigliare a uno strumento musicale, tanto che nelle note più alte sembra quasi di ascoltare il suono di un sax soprano. Le chitarre raddoppiano, così pure, a tratti, la voce della Casini, addirittura sovraincisa in più tracce per dare origine a un coro.

Un canto è in italiano – nelle attribuzioni compare la Casini come coautrice, probabilmente per l’elaborazione del testo – e siamo tornati alla coppia originale, voce più chitarra di Horta, che secondo il mio parere contribuisce a siglare i momenti migliori dell’intero album.

Linha de Montagem ha uno sviluppo più complesso e il canto s’accompagna a un’ottima costruzione chitarristica che innesca una serie di momenti leggermente più spigolosi del solito, seppur in un clima decisamente orientato alla spensieratezza.

Sem Fim è cantato in punta di voce e in dolcezza di fiato, con l’apporto vocale presumibile di Danilo Caymmi che interviene in seconda battuta dopo il canto femminile. Bellissima la chitarra, calda di note e di assorta attenzione.

Viva Eu, da cui l’album prende il nome, si costruisce attorno a due voci femminili, prima quella di Llessi e in un secondo tempo quella della Casini, per poi sovrapporsi l’una all’altra in un angelico coretto verso il finale. Due chitarre s’intrecciano in sottofondo in un brano dalla costruzione tutt’altro che semplice.

Minas Geraes è la traccia che chiude il disco. Si presenta come fosse una ballata pop, una canzone folk un po’ desueta per l’atmosfera complessiva dell’album ma che resta sempre compresa in quell’ambito di affettuosa dolcezza che pervade più o meno tutte le tracce.

 

Barbara Casini

 

L’esperienza d’assieme di Viva Eu si misura quindi in quelle combinazioni minimali tra le voci e le chitarre, sempre suonate con grande perizia, a delineare sentieri melodici immersi in malinconiche penombre ma senza sfiorare alcuna retorica, anzi, dichiarandosi orgogliosamente unfashionable per il loro essere legate a una forte tradizione autoriale. La Casini ha raggiunto ormai una consolidata raggiante sensualità con il proprio incedere vocale, spesso chiaro e vellutato e altre volte più crepuscolare, dal caratteristico passo leggero, quasi immateriale.

 

Barbara Casini & Toninho Horta

Viva Eu - As Canções Brasileiras de Novelli

CD e vinile Encore Music 2020

Reperibile in streaming su Qobuz 24bit/96kHz e Tidal16bit/44kHz

di Riccardo
Talamazzi
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