La Systems and Magic è una giovane e apprezzata ditta artigianale di Roma specializzata in ciabatte filtranti e sistemi di erogazione della corrente elettrica per impianti Hi Fi, le cui realizzazioni generalmente uniscono un’estetica curata a una funzionalità inappuntabile. La configurazione esteriore di questo Pearl, cavo di alimentazione top di gamma, non smentisce l’aspetto estetico; è infatti dotato di una sua eleganza, anche se, come è ovvio, questa sarà evidente solo al momento dell’installazione e destinata a rimanere in buona parte nascosta dall’elettronica a cui si applica e dai supporti che ospitano questa. Innegabilmente, i terminali di alluminio lucido rigato ben si sposano con la guaina color perla, in evidente accordo col nome prescelto. Quindi, tutto OK per l’estetica; purtroppo invece in questo caso la funzionalità lascia un poco a desiderare. Infatti il cavo è molto pesante e rigido e si ribella con forza ai tentativi di torsione per convincerlo a infilarsi nelle prese di destinazione; inoltre, nel caso di componenti poco pesanti, c'è il rischio concreto di vederli inclinare o addirittura ribaltare. Ma tant’è, tutto sommato i problemi di inserimento sono tali più per il malcapitato recensore, costretto a montare e smontare il cavo su diverse elettroniche per farsi un’idea delle performance su vari componenti, che per l’utilizzatore finale, presumibilmente propenso a tenere l’oggetto al suo posto per tempi piuttosto lunghi. Da quanto si evince dalla brochure dedicata al cavo e scaricabile dall’ottimo sito dell’azienda, le spine sono state studiate per adattarsi alla presa, nel senso che sono realizzate con una copertura di argento, più malleabile e adattabile – ma forse anche un po' meno scorrevole - rispetto al rodio o alle dorature riscontrabili nelle terminazioni più comuni. Infatti, sembra che il costruttore abbia cercato di ottimizzare con particolare attenzione la qualità dei contatti, in termini sia di qualità dei metalli impiegati, sia di superficie di interfaccia. Quindi ha ricoperto i contatti con argento, metallo con indice di conduttività molto alto, le cui caratteristiche di duttilità e malleabilità dovrebbero anche ridurre i microscopici picchi e valli della superficie di contatto. Completo la descrizione del cavo dicendo sinteticamente che i conduttori sono in rame, sono intrecciati, sono spessi 5 mm2 tranne quello di massa, un po’ più spesso, che sono presenti due schermature, che le terminazioni sono realizzate con un guscio di alluminio aeronautico tornito dal pieno, cui si adattano spine IEC e Schuko realizzate appositamente con parti conduttive in rame puro ricoperto di argento.
Il Pearl si caratterizza per un suo apporto “vitaminico” al suono, come se questo fosse beneficiato da una iniezione di energia. L’impressione che ho registrato cambiando il cavo di alimentazione sul valvolare integrato P88i dell’AAAVT nel mio impianto casalingo è stata di un suono un po’ più forte, con dinamiche accentuate e una gamma bassa percettibilmente più immanente, definita e profonda. Intendiamoci, non cose da far balzare sulla sedia, ma comunque ben apprezzabili e godibili. L’attuale cavo residente, un Wire World Stratus con terminazioni custom è, devo dire, già un bel cavo, con ottime prestazioni rapportate al costo. Costo che è una frazione del Pearl, dell’ordine di circa un quarto. Il Pearl si è dimostrato superiore, soprattutto per le qualità dinamiche, l'aria tra gli strumenti e la gamma bassa. Tali caratteristiche di fondo si sono confermate nell'impiego del Pearl con diversi altri componenti, sia del settore amplificazione, sia del settore sorgenti digitali e dac. Per quanto riguarda la gestione del palcoscenico sonoro, mentre sul suddetto valvolare l'effetto è stato minimo, sulle sorgenti digitali si apprezza un effetto di ampliamento della scena e di maggiore focalizzazione/stabilizzazione degli strumenti e delle voci, anche relativo ai piani sonori di profondità. Da segnalare anche un effetto sulla velocità dei transienti, nel senso di un suo incremento e quindi di una maggiore immediatezza del suono.
Dunque, ho appurato il benefico effetto del suono del Pearl, frase che già so mi attirerà le precisazioni dei puristi che dicono che i cavi non suonano, al massimo sottraggono, chi più chi meno, qualcosa al segnale originale. Questa sottile precisazione semantica mi lascia piuttosto perplesso perché in realtà, come in questo caso, al suono di fatto viene aggiunto un qualcosa che comunque non dipende dal segnale audio, ma dalla qualità della corrente di rete, positivamente modificata - purificata, incrementata, omogeneizzata, fluidificata?! - dal cavo di alimentazione, fatto spesso riscontrato con svariati oggetti del genere provati ed anche realizzati nel corso degli anni.
Ora si tratta di affrontare il delicato argomento del rapporto costi/benefici; beh, in fondo il discorso è piuttosto semplice. Il prezzo di listino di questo cavo di alimentazione, pari a 690 euro, è indubbiamente alto in termini generali. Esiste sicuramente nel Pearl una ricerca di perfezione, una certa originalità e una forte attenzione ai particolari, inclusi i materiali pregiati con cui è costruito. Tuttavia, gli effetti sul suono che ho potuto appurare nel contesto dei componenti elettronici a mia disposizione, tutti di ambito economico piuttosto contenuto, diciamo non superiore al migliaio di euro, non giustificano a mio avviso un esborso così elevato per un cavo di alimentazione. Peraltro, prove effettuate con impianti ben più costosi di amici audiofili, hanno confermato un effettivo contributo al miglioramento sonoro. Diverso quindi il discorso per sistemi più costosi e più performanti per i quali l’aggiunta di un quid di qualità sonora ha costi sempre più alti, secondo la ben nota legge dei miglioramenti che si fanno sempre più tenui con l’aumento del valore economico dei componenti.
Riassumendo, un cavo di alimentazione bello, ben realizzato, da trattare con forza, pazienza e attenzione, dalle buone performance soniche, dal costo adatto a componenti di un certo livello o a chi vuole ottimizzare, per gli effetti precedentemente citati, il suono di un componente a cui è particolarmente affezionato.
Caratteristiche dichiarate dal produttore: al sito Systems and Magic
Distributore Italia: vendita diretta
Prezzo di listino Italia alla data della recensione: 690,00 euro
Sistema utilizzato: all'impianto di Fabio "Perplesso" Barbato
PAROLA DI DIRETTORE | SUPPLEMENTO D'INDAGINE
Sono un appassionato e, da appassionato, soffro tremendamente quando devo affidare ai collaboratori le apparecchiature audio che ci inviano per le prove. Vorrei tenermele tutte per me e vorrei scrivere io personalmente tutti gli articoli, ma naturalmente non lo posso fare. Ciò che però posso fare è aggiungere qualcosa di mio e personale quando l’oggetto in prova mi sembra particolarmente interessante. Questo è il caso del cavo di alimentazione Pearl della System and Magic di cui vi ha esaurientemente descritto pregi e difetti Fabio, amico e collaboratore dal carattere deciso e socievole e dall’orecchio fino e attento.
Perché quindi il direttore sente il desiderio di aggiungere qualcosa?
Beh, intanto perché si tratta di una di quelle cose che ti fanno innamorare all’istante e di cui intuisci immediatamente i pregi senza nessun dubbio o riserva. Poi perché i due cavi di alimentazione che più mi piacciono sono tutti e due italiani: White Gold e Pearl. Per cui, concorrenza straniera, fatti avanti!
Ma cominciamo dai difetti, o meglio dal difetto: ha pienamente ragione Fabio quando dice che questo cavo è poco gestibile. Verissimo. Il cavo è molto pesante e pochissimo flessibile. Non può essere utilizzato se il tavolino porta elettroniche è praticamente appiccicato al muro perché non c’è la possibilità di fargli fare una curva stretta. C’è quindi bisogno di molto spazio, ma c’è bisogno anche di un’apparecchiatura abbastanza pesante se non si vuole correre il rischio di assistere a ribaltamenti, lenti movimenti o quant’altro che renderebbero sicuramente molto più “viva” la vostra apparecchiatura che, tutto sommato, è meglio rimanga ferma e stabile.
Come tutti gli accessori di altissimo livello il suo costo risulta elevato, ma non il più elevato della categoria. Per offrirgli ulteriore palcoscenico ho pensato di utilizzarlo anche in uno dei miei impianti a disposizione: sorgente digitale Teac VRDS 25X con modifica AM Audio, integrato Audio Innovations Series 500, diffusori Klipsch Heresy I (USA, 1978), cavi tutti autocostruiti tranne alimentazione White Gold sull’amplificazione.
Il Pearl ha preso il posto del White Gold, ed ecco le differenze: la musica ha acquistato fin dalle prime battute forza dinamica che ha messo in evidenza la freschezza dell’immagine ed una luce più accesa e bianca. Il White Gold è il principe della timbrica degli strumenti e della tonalità ambrata. Il Pearl è il cavaliere del dettaglio dinamico e del cesello dell’immagine. Riesce ad aprire una finestra sul palcoscenico musicale ampia e trasparente, dove la presenza dello strumento riprodotto è quasi palpabile e reale. Migliorano micro e macro dinamica contemporaneamente, quindi si apre il cielo!
Il mio intervento non vuole essere lungo, posso solo aggiungere che per chi possiede un impianto di un certo valore pensare di provare il Pearl nella sezione di alimentazione è praticamente d’obbligo.
R.R.