Convertitore MSB DAC IV Platinum Plus

04.11.2013

Per una volta iniziamo dalla fine, il prezzo di vendita: 14.950,00 euro. Ci troviamo di fronte a una Ferrari dell'alta fedeltà, ora il nostro tarlo sarà: "Li vale?!".

Mi limito a rispondere suggerendovi di leggere la recensione e, ovviamente, di ascoltarlo alla prima occasione utile. Certo, personalmente ho potuto anche smontarlo. Se potete, fatelo anche voi, sarebbe un'esperienza interessante.

 

L'MSB Technology Corporation nasce nel 1986 per opera tra gli altri, di Larry S. Gullmann, persona alla mano che ringrazio fin da ora per la sua disponibilità nel rispondere alle mie domande.

L'MSB vanta una tecnologia all'avanguardia fin dagli inizi della sua storia e, cosa assai rara, è anche proprietaria delle particolari circuitazioni a discreti per quanto concerne la conversione digitale, come nel caso del nostro DAC IV Platinum Plus.

Quest'azienda californiana progetta e sviluppa, inoltre, prodotti high-tech per molte aziende sia in campo hi-fi che home theater.

 

Il Dac IV Platinum Plus è composto da due telai: uno per l'alimentazione e l'altro per il dac.

Si tratta di strutture modulari che possono essere poste l'una sopra l'altra, con un design al contempo semplice ed elegante.

Bellissimi sono i fianchi con le alettature di colore azzurro, fondamentali per la dissipazione del calore e, ancor più stupefacente, è il sistema di disaccoppiamento per combattere le vibrazioni. Questo sistema originale presenta, ai quattro angoli di ogni telaio, dei cilindri al cui interno vi è un perno in ottone, che da un lato termina con una punta e dall'altro con una cavità. Questo perno è affogato in una sorta di elastica cellulosa, permettendo in questo modo lo smorzamento delle vibrazioni a un hertz.

Naturalmente è possibile richiedere anche la meccanica MSB che può essere collegata alla stessa alimentazione del dac.

Molti di voi, leggendo la sigla dell’apparecchio, si staranno soffermando su quel “Plus”. Si tratta della nuova versione del Dac IV, nata nel novembre 2012, che presenta alcuni innovazioni interessanti.

In questa versione è stato reso disponibile, di serie, il collegamento nel dominio I2S Pro. Poiché il clock non è più integrato nella scheda madre, è possibile scegliere quale versione montare tra la Femto 140 Clock (la versione di serie) e la Femto Galaxy Clock. Considerate che già la versione di serie colpisce per il dato del massimo jitter misurabile che si attesta sui 140 femto secondi!

La versione Plus, inoltre, permette di convertire il canonico formato dei cd 16 bit-44 KHz fino a 32 bit-348 KHz in formato pcm ed è anche in grado di fornire la decodifica dei file DSD 64x e 128x attraverso qualsiasi tipo di ingresso digitale e non solo tramite l’ingresso usb come mi era capitato di vedere finora.

Un file DSD (direct-streaming-digital) è un tipo di file attualmente all’avanguardia, in grado di superare i 560 KHz, e di offrire una sonorità molto più vicina all’analogico che al digitale, con degli estremi di banda finalmente piacevoli e non finti.

Inoltre, questo tipo di file occupa molto meno spazio dei classici mattoni in hd che abbiamo visto in circolazione fino ad ora; unica pecca è la scarsa disponibilità di titoli in questo formato, ma spero sia una cosa che col tempo si risolverà.

 

Il nostro convertitore viene proposto principalmente in tre versioni: Platinum, Signature e Diamond e offre un livello di personalizzazione incredibile. Oltre al clock di cui abbiamo parlato prima, troviamo tra gli optional l’ingresso USB capace di arrivare a 348 KHz, di cui era dotato il nostro esemplare. Purtroppo non ho potuto provare la sezione preamplificatrice, in quanto il nostro esemplare ne era sprovvisto.

Sul pannello anteriore troviamo un display a cristalli liquidi di non facilissima lettura. Quattro sono i tasti che permettono la navigazione nel menù che non è di facilissima comprensione. Una manopola è presente per selezionare gli ingressi o per regolare il volume, qualora abbiate deciso di installare il controllo opzionale del volume. In effetti, a guardarla bene, ci troviamo di fronte a un vero e proprio preamplificatore che, a naso, non dovrebbe andare neanche tanto male.

 

Sul pannello posteriore troviamo, oltre ai vari collegamenti digitali, tra cui l‘I2Spro e l’USB opzionale, anche i collegamenti analogici sia RCA che XLR: quindi anche i nostri amici analogisti potranno collegare il loro giradischi a patto di utilizzare un pre phono.

Ultima cosa assai importante è la possibilità di regolare i guadagni su cinque valori differenti.

Come dicevamo in apertura, MSB è tra i pochi produttori in grado di progettarsi autonomamente sia il filtro digitale che il dac stesso.

Chi ha un minimo di esperienza sa quanto sforzo economico e quante capacità ingegneristiche richieda una scelta del genere, ma leggendo il curriculum di Larry Gullmann si capisce subito che le competenze sicuramente non mancano!

 

Il dac utilizzato su questa macchina è un dac multibit composto da quattro unità di conversione D/A denominate 24 bit sign magnitude r2r ladder, capaci di arrivare a 3 MHz, montate in configurazione push pull e realizzate a componenti discreti.

Si, avete letto bene, un dac multibit. Finalmente, mi vien da aggiungere!

I dac multibit, come ad esempio il famoso TDA 1541 che equipaggiava il mio glorioso Philips CD960, hanno sempre avuto, a mio avviso, una marcia in più e sono stati sostituiti solamente per costi di produzione troppo elevati.

Giusto per farvi un esempio di quanto MSB sia stata attenta a ogni minimo dettaglio, pensate che le resistenze utilizzate hanno una tolleranza dello 0,001% e solitamente vengono utilizzate in campo aerospaziale.

 

Ma non finisce qui perché oltre al dac, MSB ha ben pensato di progettarsi in casa anche il filtro digitale a monte dei moduli di conversione.

Il filtro denominato Custom 32x Digital Filter, evoluzione della versione 16x presente sul DAC III, è in grado di supportare dac a 27 bit. Inoltre, tramite il Filter Suite, si possono selezionare diverse curve di risposta riducendo con ciò il jitter di un ulteriore 50%.

Infine è da segnalare il reclock (disinseribile) dei dati digitali in ingresso, che permette di non occuparci di ciò che combina il clock della meccanica.

Alcune macchine che utilizzavano dac multibit erano afflitte da problemi di jitter, ma non a causa di una tecnologia progettata malamente, bensì perché si era andati al risparmio, ma credetemi non è il caso di questo oggetto!

 

A questo punto ritengo necessario un piccolo excursus sul jitter.

 

Per parlare di jitter dobbiamo parlare di clock, che altro non è che una sequenza di zeri e di uno che si alternano e che in soldoni non fanno altro che trasmettere una temporizzazione.

Per capire meglio ciò di cui stiamo parlando prendiamo come esempio un orologio al quarzo. Sappiamo benissimo, che a lungo andare, l’orologio tenderà o ad andare avanti o a rimanere indietro: come avrete ben capito si tratta di un problema di "precisione".

Nel breve periodo, misurando un intervallo di tempo di x secondi, in due momenti y e z, ci accorgeremo, utilizzando apparecchiature di misura, che se pur di poco l’intervallo di tempo x, misurato nei due intervalli di tempo y e z, non sarà perfettamente uguale.

In questo caso possiamo dire che il nostro orologio ha evidenziato un problema di "accuratezza".

In conclusione, potremmo sintetizzare dicendo che il jitter altro non è che l’errore di accuratezza che affligge ogni transizione e ogni ciclo del clock.

 

Finalmente è arrivato il momento di collegare il nostro dac ai tre setup in cui è stato provato.

Iniziamo le danze col mio setup. Fin da subito, si ha la sensazione di trovarci di fronte a un abile cesellatore in grado di eseguire qualsiasi tipo di lavoro gli venga richiesto senza batter ciglio, con un disinvoltura quasi cinica.

Astor Piazzolla: è questo il primo artista su cui mi concentro. Il nuevo tango dell’italo argentino è un tripudio di strumenti e la grande capacità di questo dac è quella di riuscire a discernere gli strumenti primari da quelli secondari: è bello riuscire a distinguere nettamente la marimba, mentre Tullio de Piscopo è alle prese con le percussioni.

Passiamo ora alle voci femminili: Beautiful Female Voice in xrcd vede tante artiste degne di nota come Emy Fujita, Dominica, Maricel Bedana e molte altre.

Qui per un momento ho tremato. Se c’è una cosa che non ho mai amato del digitale, è la ricerca estrema del dettaglio in gamma alta con un risultato che spesso risulta finto. Gli amici analogisti sanno bene di cosa sto parlando! Fortunatamente, dopo poche note, i miei timori si sono rivelati infondati poiché il DAC IV restituisce degli acuti molto naturali, che raramente diventano affaticanti o freddi e fa venir voglia di alzare il volume per la fruibilità e naturalezza del messaggio musicale che riproduce.

 

Proprio negli stessi giorni in cui è arrivato il dac, il postino mi ha recapitato il Gato Audio AMP-150 e il lettore CDD-1 che utilizzerò in questa prova principalmente come meccanica.

Giusto il tempo di cambiare al volo le impostazioni del dac, in maniera da poter utilizzare la connessione bilanciata di tutti gli apparecchi, e vado con gli ascolti.

Con la connessione XLR il suono sembra diventare più pulito e soprattutto la dinamica ne beneficia nettamente.

Il primo album di questa tornata è Time Control di Hiromi Uehara, in formato DSD: una giovane talentuosa pianista jazz giapponese, che ha avuto come mentore il grande Ahmad Jamal e che ha collaborato con un altro grande pianista come Chick Corea.

Iniziamo col dire che quattrocento mega per un file con questa risoluzione sono una vera manna dal cielo per il mio hard disk. Forse è finita l’era dei mattoni da svariati giga, per cui è necessario avere hard disk con capacità mega galattiche per lo storage dei file.

Ho avuto modo di ascoltare questo disco sia con file dsd che con normale file formato cd. Inoltre ho utilizzato il Gato Audio come sorgente integrata e come meccanica collegata al DAC IV.

Alla luce di tutti gli esperimenti condotti, ho rilevato che il messaggio musicale riprodotto dal file DSD, è molto più fruibile. Il cervello si lascia trasportare con molta più facilità e le differenze che prima erano abbastanza evidenti utilizzando il DAC IV, risultano meno marcate utilizzando il dac del lettore.

 

Non contento voglio fare un test con il setup dell’amico Roberto, composto da finale Eam Lab HA600, pre a valvole Audiosolution Davina, sorgente Bit4sound Proto HRT1, diffusore DIY Bergelmir:un tre vie in sospensione pneumatica.

Ho già in mente i brani che voglio ascoltare, tra cui Molly on the shore della Dallas Wind Symphony e Guarda che luna di Musica Nuda.

Dopo una chiacchierata con Roberto sul costo dell’oggetto, mettiamo su Molly on the Shore: un brano veramente impegnativo che il DAC IV riesce a riprodurre facendoci godere di una escursione dinamica veramente ampia e, cosa ancor più importante, rispettando i tempi di esecuzione del messaggio musicale. La riproduzione è ad alto contrasto e riesce a mettere in evidenza la differenza fra pianissimo e fortissimo. Inoltre spuntano fuori dei dettagli di questo brano che nel setup di Roberto non avevamo colto. L’estremo in gamma bassa è poderoso, il grosso woofer Peerless da 25 è frenatissimo ed è dotato di articolazione ed estensione mai ascoltate prima. Forse in alcuni frangenti è anche troppo poderoso, ma dà una sensazione di matericità veramente invidiabile.

Passiamo ora a Guarda che luna di Musica Nuda: la voce della bravissima Petra Magoni riesce a inerpicarsi su vette altissime, offrendoci una gamma acuta variegata, mai affaticante e ricca di sfumature.

Il contrabbasso di Ferruccio Spinetti è perfettamente collocato e viene riprodotto con una matericità sconosciuta finora a tutti i dac da me provati.

Infine, una menzione per l’ottima ricostruzione scenica con la cantante posizionata al centro dei diffusori e alla giusta altezza.

 

Unico rammarico per tutte le prove d’ascolto eseguite, sta nel fatto di non essere riuscito a far funzionare Foobar tramite l’ingresso USB, ma forse è dipeso più da me che da problematiche dell’ingresso.

In conclusione, si tratta di un apparecchio costruito a regola d’arte con investimenti non indifferenti e con la possibilità di essere personalizzato secondo il gusto dell’acquirente.

Il mio consiglio è di inserire l'MSB DAC IV Plus in impianti in grado di valorizzarlo e farlo rendere al meglio. Il che non significa per forza dai costi assurdi ma ben equilibrati, in proporzione è molto più facile che suoni male un oggetto di fascia alta piuttosto che uno di fascia consumer.

A mio avviso, il convertitore digitale MSB DAC IV Platinum Plus è un’ottima risposta alla strapotenza delle sorgenti analogiche di fascia alta.

Mi ha permesso di cogliere sfumature che finora non ero proprio riuscito ad ascoltare, starà poi al futuro acquirente valutare se queste sfumature valgono la cifra richiesta.

 

SCHEMA RIEPILOGATIVO

Voto massimo ✳✳✳✳✳ Spark, le scintille ReMusic

Timbrica: ✳✳✳✳1/2 -✳✳✳✳✳ | Acuti naturali, quasi mai affaticanti, gamma media molto fluida e gamma bassa con una articolazione da primato, a volte un po’ sbruffona, ma sicuramente in grado di scendere lì dove altri sistemi digitali si tirano indietro. Gli strumenti sono perfettamente intellegibili e non è difficile riuscire a distinguerli e collocarli in ambiente.

Dinamica: ✳✳✳✳✳| L’ottimo lavoro fatto sull’alimentazione, oltre a vedersi si sente: veramente eccellente. Impressionante la riproduzione di alcuni passaggi, passando dai pianissimo ai fortissimo senza battere ciglio e rispettando i tempi di esecuzione.

Tonalità: ✳✳✳✳1/2 -✳✳✳✳✳ | Neutra, priva di colorazioni, giusto una piccola tendenza al freddo con alcuni accoppiamenti.

Costruzione ed imballo: ✳✳✳✳1/2 -✳✳✳✳✳ | Impeccabile la costruzione e gli accoppiamenti: tutto è studiato nei minimi dettagli, belli i teli copri elettroniche per dac e alimentatore, buono il doppio imballo, anche se per questo prezzo mi sarei aspettato un contenitore in legno.

Rapporto prezzo-prestazioni: ✳✳✳1/2 -✳✳✳✳ | Risulta indubbio che l’esclusività e la qualità si pagano e, come tutti i prodotti di fascia alta, il rapporto prezzo-prestazioni non è sbalorditivo. Come spesso accade per poter ottenere “quel poco in più” bisogna essere disposti a spendere parecchio.

Servizio pre vendita: ✳✳✳✳✳ | Un aspetto che spesso e volentieri viene tralasciato ma che in questo caso mi sento di dover sottolineare. In primis per la disponibilità del patron di MSB Larry Gullmann che ha risposto alle mie domande, anche di domenica. Inoltre, l'ottimo sito internet è ricco di spunti tecnici interessanti e ben spiegati. Infine, la serietà e la disponibilità dell’importatore italiano e del suo ottimo sito internet che descrive fin nei minimi particolari gli apparecchi in vendita: bravi davvero!

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Ingressi: tutti a 348kHz. Coassiale (RCA e BNC), toslink, AES/EBU bilanciati, MSB PRO I2S (32bit), bilanciato analogico (<600ohm)

Uscite RCA: 3,6V RMS (10V pp)

Impedenza d'uscita: 50ohm a 0dB

Uscite bilanciate: 7,5V RMS (20V pp)

Controllo del volume: attenuatore a step di 2dB (34 step da 0 a 68dB)

Frequenza di sampling: 1,5MHz - 3MHz 64X e 128X DSD

Filtro digitale: filtro digitale 32X proprietario MSB Technology

Slew rate: >1000V al microsecondo

Tempo di decadenza: <90 nanosecondi

Dimensioni: 450x70x90mm LxAxP x2, DAC e Power Base

Peso: 6,150kg DAC, 7,5kg Power Base

 

Distributore ufficiale Italia: al sito MondoAudio

Prezzo Italia alla data della recensione: 14.950,00 euro

Sistema utilizzato: all'impianto di Francesco Taddei

 
di Francesco
Taddei
Leggi altri suoi articoli

Torna su

Pubblicità

Omega Audio Concepts banner
DiDiT banner
Vermöuth Audio banner
KingSound banner

Is this article available only in such a language?

Subscribe to our newsletter to receive more articles in your language!

 

Questo articolo esiste solo in questa lingua?

Iscriviti alla newsletter per ricevere gli articoli nella tua lingua!

 

Iscriviti ora!

Pubblicità