A dirla tutta, non ho una grande empatia con i convertitori. Sono stato un early adopter dei DAC USB, ho persino scritto una recensione elogiativa dell’umilissimo Trends UD-10.1 Lite che trovate qui. Poi però ho perso interesse ai file finché Spotify free non mi ha indotto a munirmi dell’Audioquest Dragonfly, macchinetta esemplare per design e rispettabile per resa nelle versioni non dedicate al cellulare. La morte accidentale della Dragonfly e un disgraziatissimo incontro con l’Oppo Sonica, tanto coralmente lodato quanto inascoltabile, mi hanno in seguito reso allergico a questo tipo di oggetto. È successo però, e qui terminano le reminiscenze, che ho avuto modo di comprare a prezzo ridotto il Rega Dac-R, uscito di catalogo da relativamente poco tempo, con l’unico intento di ampliare tramite un’ulteriore alimentazione la scena sonora del mio fido CDP di scorta, il Rega Apollo-R mk1. Raggiunto felicemente lo scopo, la curiosità mi ha portato a collegare in USB come fonte alternativa un MacBook Air provvisto di Audirvana 3 e di una pen drive esterna da 256 GB. Su questa ho raccolto una quantità spropositata di file in 44,1 estratti dai CD degli amici, un modo economico per ampliare quasi a piacimento la mia libreria. Va detto che con questa combinazione l’ascolto è senz’altro di buon livello ma in definitiva meno soddisfacente di quello ottenuto coi supporti originali. Le cose sono restate così finché Giuseppe mi ha proposto di provare il Musician Audio Pegasus. Non ho alcun interesse ai file ad alta definizione, ancor meno al DSD, ma l’idea di uno shoot out fra un prodotto tradizionale – virtualmente future-proof, in quanto fuori produzione – e un esempio di Chi-Fi – attualissimo e chiacchieratissimo in rete – mi è sembrata interessante, tanto più che entrambi gli apparecchi appartengono alla stessa fascia di prezzo, intorno ai mille euro.
NdR | La tecnologia di base della conversione del Pegasus, detta R-2R, cioè a rete/scala di resistenze piuttosto che tramite il classico chip, può essere inizialmente approfondita in modo divulgativo qui.
Cominciamo dalla costruzione meccanica. Qui la comparazione va tutta a favore del Pegasus. La scocca in alluminio spazzolato di spessore inusitato e l’impiego di viti Torx sono non solo largamente superiori alla consueta, per quanto solida, scatola di acciaio del Dac-R, ma sarebbero auspicabili su parecchi prodotti Hi-End occidentali, così come i massicci connettori RCA e la presa IEC Furutech. Il Rega inoltre è privo delle uscite bilanciate e dell’ingresso I2S in dotazione al Musician. L’azione dei tasti di comando elettromeccanici del Pegasus è precisa e silenziosa, senz’altro più precisa dei tasti del Dac-R, mentre i banausici piedoni di gomma di quest’ultimo non reggono il confronto con i tre coni di alluminio tornito su cui poggia il convertitore cinese.
Per quanto riguarda l’ergonomia, il confronto è ancora a vantaggio del Pegasus. Le sue connessioni posteriori, in particolare, sono largamente distanziate e ben identificabili, il contrario esatto di quanto accade con quelle del concorrente, particolarmente penalizzato sotto questo aspetto dall’esigenza di adottare lo stesso formato del CDP Apollo-R, ma poco rileva qui che l’abbinamento estetico fra i due componenti sia stato per me all’epoca un elemento determinante del mio acquisto.
Ancora, il Pegasus va immediatamente in standby appena collegato alla rete, il Dac-R invece non prevede lo standby e si accende con un sonoro e a volte incerto tasto a molla. Il clock del Musician resta di conseguenza sempre alla temperatura ottimale, condizione indispensabile al funzionamento a regime di tutti i componenti digitali, mentre quello del Rega ha bisogno di svariate ore per stabilizzarsi.
Una menzione merita anche l’originale meccanismo automatico di adattamento alla tensione di rete del Pegasus, poco interessante per i mercati locali, ma essenziale per un prodotto indirizzato alla vendita diretta sul mercato mondiale.
Ugualmente insufficiente a mio avviso invece la visibilità delle spie luminose di entrambi i convertitori. I tenui puntini arancione del Pegasus sono sicuramente eleganti ma persino meno visibili delle lucciole rosse del Dac-R.
Allo stesso modo, se il Musician non dispone di un telecomando, quello del Rega è in pratica inutile, oltre che misero, dal momento che serve solo a selezionare gli ingressi.
Per quanto riguarda infine le topologie digitali, va osservato che la configurazione R-2R del Pegasus, un paio d’anni fa considerata inarrivabile prerogativa della Hi-End estrema, oggi è già usuale nella fascia di ingresso: sic transit. La configurazione del Dac-R pur essendo tradizionale, chip USB Xmos e dac Wolfson, soddisfa comunque i minimi sindacali nella misura in cui prevede un collegamento asincrono e l’isolamento galvanico degli ingressi digitali, oltre ad essere in grado, di digerire campionamenti fino a 24/192. La stessa configurazione consente l’adozione di vari filtri, in pratica dei controlli di tono di media utilità, del tutto assenti sul Musician, mentre il Rega non consente il sovracampionamento. Non saprei in ogni caso dolermene più di tanto.
In ultimo una nota di servizio sull’interfaccia. Come il Rega, il Musician viene riconosciuto subito tanto da MacOs quanto da Audirvana. Non è poco.
Veniamo adesso alle impressioni di ascolto, accompagnate da qualche indicazione sul metodo, sull’impianto utilizzato e sui criteri di giudizio.
In quanto al metodo, anche in ascolti comparativi come questo preferisco evitare la ripetizione ossessiva di brani particolarmente impegnativi. Specie in presenza di un archivio esteso come quello di cui dispongo, trovo più utile concentrarmi sulla musica e non sui dettagli delle esecuzioni. Questo mi consente di formarmi un’opinione complessiva del componente in esame, senza insistere più che tanto sui suoi inevitabili punti di forza o di debolezza. Fra l’altro, questa procedura è molto simile a quella che uso di solito per ascoltare i file, simula cioè da vicino le normali condizioni d’uso di una sorgente caratterizzata dalla facilità di accesso.
Per l’impianto va spesa qualche parola. Si tratta del mio secondo impianto, collocato in una stanza di circa 25 mq, alquanto riflettente, e formato da componenti dal costo in linea con quello del Pegasus: i due telai Rega, un Leben CS 300 XS, le Klipsch Heresy 3 e le Harbeth P3 ESR. Per questa prova ho sostituito le Klipsch con le mie nuove Supravox Alizée, da poco recensite qui. I più accorti obietteranno che un push-pull di pentodi come il CS 300 è più adatto alle Harbeth che a un largabanda pensato per un monotriodo. Vero solo in parte, le Supravox sono estremamente duttili e la loro straordinaria capacità di riprodurre le più piccole variazioni le rende uno strumento ideale per comparare due componenti dello stesso genere. Per contro, la scheda interna del Rega esibisce una scritta del progettista che recita all’incirca “usateci con le EL 84 in ultralineare” ed effettivamente la sinergia c’è, ma basterà tenerne conto nella valutazione. Passando ai dettagli, per la cablatura di potenza utilizzo i Belden 9497 e per quella di segnale due coppie di Belden 8402 collegati agli ingressi del Leben, il che mi permette di passare rapidamente da un convertitore all’altro mediante il solo spostamento del cavo USB, un onesto QED da 30 euro. Lo stesso Leben, per gli interessati, è rivalvolato con un quartetto di Philips Blackburn e una coppia di 5751 JAN, più adatte per guadagno ai diffusori ad alta sensibilità, tutte selezionate dall’onnipresente Attilio “Tektron” Caccamo.
Le esperienze con i convertitori che ho ricordato mi portano a situare il suono di questi componenti lungo un arco, diciamo di 180°, che vede ai suoi estremi un massimo di saturazione e un massimo di risoluzione. Esemplificando, il primo estremo è rappresentato dal Trends UD-10.1 Lite, tanto innocuo quanto approssimativo e noioso, il secondo dall’infernale Oppo Sonica, provvisto di un eccesso di dettaglio inizialmente avvincente ma capace di generare un mal di testa in pochi minuti. Se la prestazione teoricamente ottimale si pone al centro di questo arco, la resa del Rega mio riferimento è spostata diciamo di 10 gradi verso l’estremo della saturazione. Tutta la prova quindi mira a identificare la collocazione del Musician. Potrei cavarmela rapidamente anticipando che il DAC cinese, utilizzato sempre in configurazione NOS, si pone a circa 7 gradi dal centro nel senso opposto, quello della massima risoluzione cioè. Indicazione apparentemente precisa, certo, ma sbrigativa quanto insufficiente. Scendiamo allora nel dettaglio. Il Rega ha un centro di gravità sonoro lievemente spostato verso le mediobasse, il Musician appena meno verso le medioalte. Questo però non significa affatto che il Pegasus esalti la banda in questione, semmai vuol dire che il Rega la deprime lievemente. Ciò fa sì che il suono del Musician è, marginalmente, più asciutto, più neutrale se vogliamo, ma l’aggettivo spiega poco o nulla, data la qualità variabile dei file e l’influenza non lineare che su queste esercita, a parere dei competenti, l’attività del calcolatore. Ora, questi giudizi – meglio, queste percezioni – sono una funzione non solo dell’intera catena ma anche dalle abitudini di ascolto del recensore e rischiano perciò di risolversi in un soliloquio, poco utile e alquanto noioso per il lettore. Cercherò perciò di evocare qualche elemento oggettivo. È una semplificazione eccessiva ma non un’inesattezza definire il Dac-R una sezione di uscita particolarmente ben studiata collegata a un’architettura digitale ordinaria, anche se non – ancora – obsoleta. Simmetria vorrebbe che il Pegasus fosse l’inverso, cioè un’architettura digitale all’avanguardia, si pensi al chip USB proprietario oltre che all’eponima realizzazione R-2R, unita a una sezione di uscita pedestre. E invece no, la sezione di uscita del Musician non si risolve in un’alimentazione switching e un pugno di operazionali ma monta un toroidale all’apparenza almeno equivalente a quello del Rega e, come il Rega stesso, una batteria di otto transistor. Questo significa che le differenze di ascolto che ho simbolizzato con qualche grado in più o in meno effettivamente esistono ma, dal punto di vista quantitativo, si risolvono in uno scostamento minuscolo da un’optimum, lo ricordo, del tutto teorico. Uno scostamento, in altre parole, tanto piccolo da rendere irrilevante le magnifica e progressiva diversità delle due topologie, a conferma, per inciso, del pregiudizio codino che vuole la qualità dei volt prevalente per importanza sulla quantità dei bit.
Le differenze in questione però ci sono, e qui apporto doverosamente una testimonianza affatto soggettiva. Sono sensibilissimo alla fatica di ascolto, sempre in agguato, a mia esperienza, nei file. Le sessioni col Musician, durate spesso molto a lungo, sono risultate appena appena più stancanti di quelle col Rega. Di quanto? Diciamo di tre gradi di deviazione verso l’estremo della risoluzione, tre gradi che quantificano bene il peso relativo della mia deposizione. È una riserva personale, dovuta credo fondamentalmente ai miei ambienti d’ascolto, molto vuoti e riflettenti, che ho praticamente “equalizzato” con gli impianti, con fonti e amplificazioni meno squillanti e forse più gentili o smussate sui medioacuti e acuti.
In conclusione, e con tutte le precisazioni addotte, cambierei il Rega col Musician? No, perché qui i due elementi della sinergia con l’amplificazione e dell’abitudine sono per me, lo ripeto, determinanti. Comprerei il Pegasus in assenza del DAC-R, più adatto per sinergie ulteriori al mio ambiente? Fatte salve le riserve sull’eventuale assistenza, tipiche della Chi-Fi, assolutamente sì!
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Architettura proprietaria R-2R e DSD
Completamente bilanciato 24bit R-2R e 6bit DSD, con filtri FIR a 32 fasi
Alimentazione a basso rumore
Buffer FIFO
Elaborazione del segnale digitale tramite FPGA
DSD1024, PCM1536
Supporta l'ingresso USB e I2S, la sorgente audio deve essere compatibile con l'interfaccia nativa
Soluzione audio USB proprietaria tramite microcontrollore avanzato basato su AMR STM32F446
Driver USB Thesycon con licenza per piattaforma Windows
Driver non necessario su Mac e Linux
DSD: DSD64-DoP su tutti gli ingressi, DSD1024 su ingresso USB e I2S
PCM: 24bit per 44,1-48-88,2-96-176,4-192kHz su tutti gli ingressi, 1536kHz su ingresso USB e I2S
Modalità di campionamento: NOS senza sovracampionamento / sistema operativo con sovracampionamento
Input digitali: 1 coassiale RCA, 1 ottico, 1 USB, 1 AES/EBU, 1 I2S tramite HDMI LVDS
Uscite analogiche: 1 RCA stereo 2,2 Vrms, 1 XLR stereo 3,55 Vrms
Risposta in frequenza: 10Hz÷60kHz
THD+N: 0,002%
Rapporto Segnale/Rumore: 123dB pesato A
Gamma dinamica: >120dB
Requisiti di alimentazione CA: 110-240V CA, 50/60Hz - tensione mondiale
Consumo di energia: ≤20W
Contenuto della confezione: DAC, cavo di alimentazione CA, no telecomando
Dimensioni: 250x50x280mm LxAxP
Dimensioni confezione: 330x115x375mm LxAxP
Peso: 3,9kg
Colore: argento/nero
Distribuzione alla data della recensione: vendita diretta qui
Prezzo alla data della recensione: 1.099,99 USD
Sistema utilizzato: vedi articolo