“Cabasse è un'azienda francese, produttrice di impianti audio, fondata nel 1950 da Georges Cabasse. La Cabasse è principalmente conosciuta per la realizzazione di impianti stereo domestici, ma ha anche prodotto impianti audio professionali per studi di registrazione, teatri e cinema.”
Sapete dove potrete leggere questa definizione? Su Wikipedia.
Visto che ormai siete puntati su Wikipedia, cercate anche La Géode, leggerete che Cabasse ha installato l’unico sistema audio a 12.1 canali.
Cabasse, in effetti, è storia dell’alta fedeltà, come poche altre nel mondo: Klipsch, McIntosh, Altec, Tannoy, Marantz, sono alcune tra le aziende che hanno percorso tutto l’arco storico della riproduzione di alta qualità.
Il suo fondatore, Georges Cabasse, possiede nel suo DNA l’amore viscerale per la musica. Ne sono testimonianza i suoi antenati che, sin dal 1740, si sono dedicati alla creazione artigianale di violini, viole e violoncelli tutt’ora utilizzati in alcune orchestre.
Cosa pensate si possa esprimere, in termini di produzione audio, avendo alle spalle ben sessantadue anni di esperienza? Questa è la domanda che mi ponevo mentre collegavo le Cabasse Pacific 3 al mio sistema audio. Non mi aspettavo di assistere a qualcosa di eclatante o esplosivo, ma a qualcosa che testimoniasse maturità. Così è stato. Un suono maturo e sobrio, consapevolmente elegante e compassato.
Ma partiamo dal sistema audio utilizzato. Il mio senso di soggezione nei confronti del grande marchio francese mi ha spinto a studiare con maggiore attenzione del solito un sistema a monte in grado di assecondare le caratteristiche delle Pacific 3. L’efficienza è di 87 dB e, nonostante l’impedenza non sia particolarmente difficile e tortuosa, ho pensato subito al finale Symphonic Line RG7 MK4. Questa amplificazione tedesca è nata per pilotare carichi difficili. Il suo altissimo fattore di smorzamento pari a 800 è un invito a nozze per i diffusori a bassa efficienza. La scelta del preamplificatore è ricaduta sul Leben RS100. Questo pre giapponese è in grado di assicurare la giusta raffinatezza riuscendo contemporaneamente a smussare le eventuali esuberanze del finale tedesco. Per quanto concerne i cavi di collegamento ho utilizzato il set completo White Gold Reference Stradivari Professional. Si tratta della nuova linea della White Gold, che con questa vuole porre un punto fermo nel top di gamma, segnando un'importante step aziendale rilevante per qualità costruttiva e raffinatezza sonora. Per questa linea di cavi è stata studiata una particolare e originale geometria nell’intreccio dei conduttori che, voglio ricordare, sono rimasti i Litz, che da sempre hanno caratterizzato le realizzazioni dell’azienda italiana ormai conosciuta e riconosciuta nel mondo.
Insomma si tratta di un impianto High-End franco-nippo-italo-tedesco che rappresenta una sorta di testimonianza globale di come mettere in sistema culture, filosofie e tecnologie diverse al servizio del bel suono e della buona musica.
Ma torniamo alla Cabasse Pacific 3, sorella gemella della Pacific 3 SA, che però è attiva nella parte inferiore della risposta in frequenza. La Pacific 3 è un diffusore importante e impegnativo. Le dimensioni e il peso rendono tutto più difficile. Il trasporto e il posizionamento in ambiente non possono essere considerati una salutare passeggiata. Neanche le accortezze tecniche e costruttive sono da sottovalutare. Anzi le descriviamo una a una. Si tratta di un tre vie da pavimento che utilizza quattro altoparlanti costruiti in casa da Cabasse, due woofer a cupola rovesciata intera, quindi senza parapolvere, da 21 cm denominati 21ND34 in speciale vetroresina con struttura a nido d’ape, honeycomb appunto. Picchiettando leggermente con il dito su questo particolare trasduttore si ha subito l’idea della rigidità e leggerezza del materiale usato. Stupisce la filosofia Cabasse che osserva e studia l’efficienza della natura per ispirarsi nelle proprie realizzazioni, come per dire che più di mezzo secolo di esperienza tecnica e ricerca scientifica nel campo audio non ha impedito ai progettisti di continuare a osservare il mondo naturale che ci circonda.
Le rimanenti due vie sono realizzate tramite un interessantissimo trasduttore coassiale convesso denominato BC17. Questo coassiale viene descritto dalla stessa Cabasse come l’insieme di un mid-tweeter, costruito con una particolare membrana da 35 mm in polimero rivestita con una lega metallica denominata Kaladex, e di un mid-woofer da 16 cm costruito con un particolare materiale chiamato Duocell. La particolare forma convessa del BC17 conferisce alla Pacific 3 un aspetto estetico non convenzionale. Questa porzione di sfera che fuoriesce dal frontale del diffusore risulta piuttosto curiosa e la Cabasse ha risolto brillantemente il problema della griglia di protezione. In ogni caso consiglio di asportare prima dell’ascolto, con molta attenzione, questa griglia in metallo rivestita di tessuto. Una volta tolta è infatti possibile osservare il mid color bianco in Duocell, una sorta di foam che sembra una specie di ceramica soffiata oppure polistirolo irrigidito e che viene spesso usato in campo militare e aerospaziale. Questo componente coassiale BC17, con la sua particolare forma a porzione di sfera, è l’artefice principale delle prestazioni sonore delle Pacific 3, prestazioni che si concretizzano in un’immagine omogenea e puntiforme, con un’emissione coerente nelle tre dimensioni. La Cabasse definisce questa performance con la sigla SCS vale a dire Source à Cohérence Spatiale. Impossibile asportare il BC17 dal mobile senza rischiare di provocare irreparabili danni. Non lo fate!
L’unica cosa decisamente semplice di questa Pacific 3 è asportare la stretta e lunga griglia di protezione del rimanente lato anteriore. Si tratta di una fine lastra di materiale plastico abbastanza elastico, con un foro per il passaggio del BC17, ricoperta di tessuto nero e assicurata al diffusore tramite magneti. Semplice ed efficace.
Altra nota di particolare interesse è il disegno del cabinet. Il lato anteriore è molto stretto, quindi la dimensione maggiore è la profondità. La bocca del condotto reflex anteriore sfocia nella parte bassa del pannello, praticamente parallela e molto vicina al pavimento. Inoltre il disegno del profilo delle Pacific 3 lascia intuire un leggero caricamento a tromba in prossimità dello sfogo del condotto. I progettisti della Cabasse assicurano che questo particolare condotto reflex permette di ottenere notevoli prestazioni di coerenza di emissione anche se il diffusore viene collocato molto vicino alla parete di fondo. Inutile dire che il sottoscritto non si è lasciata sfuggire l’occasione di provare quanto affermato da Cabasse. Con molto sforzo, le Pacific 3 pesano 57 kg l’una, le ho posizione molto vicino, non solo alla parete di fondo, ma anche a quella laterale. Ebbene, i progettisti Cabasse hanno ragione, l’emissione e l’immagine mantengono praticamente inalterata la loro coerenza, non c’è scollamento, non c’è nessun buco centrale nella linea orizzontale del suono. In pratica non si ha mai la sensazione che il suono provenga da dentro uno dei due diffusori. Il piede di appoggio della Pacific 3 permette, tramite degli inserti, di regolare comodamente dall’alto le punte in dotazione tramite una chiave a brugola; sarà sufficiente svitare un cappuccio metallico sul lato superiore del plinto e il gioco è fatto.
Il filtro crossover è del quart’ordine a pendenze variabili con tagli a 420 e 1800 Hz, l’efficienza è di 87 dB, la risposta in frequenza parte da 41 Hz e, da quello che si sente nella mia sala d'ascolto, ci stanno tutti! La singola coppia di connessione d’ingresso è di eccellente qualità ma non permette biampli e/o biwiring.
Per definire il suono di queste Pacific 3 mi viene in mente quello della mia chitarra elettrica Fender Stratocaster. Devo ammettere che ho semplicemente strimpellato in gioventù, ma ho ben in mente quando un mio amico, anche lui come me giovane violentatore di chitarre elettriche, mi portò a casa una Ibanez con ponte Floyd Rose: velocissima, bastava una farfalla appoggiata sulla corda per ottenere una nota pulita e cristallina. Rimasi sbalordito dalla mia inaspettata maestria nell’inanellare scale e bending senza nessuno sforzo. Eppure questa Ibanez non aveva il “corpo” della Fender. Quando suona una Fender, suona tutto: la sua cassa, la tastiera, anche la paletta e le chiavette per accordare. E tutto contribuisce a dare una solidità alla nota che nessun’altra chitarra elettrica è in grado di produrre.
Le Cabasse Pacific 3 sono come la Fender Stratocaster, sono in grado di restituire alla musica riprodotta il “corpo”. Al confronto tutti gli altri diffusori suonano magari più definiti e dettagliati, ma certamente drammaticamente più esili.
Dato che si parla di chitarra elettrica, cominciamo la prova d’ascolto con un pezzo di musica rock. Gary Moore suona un Gibson Les Paul. D'accordo non è una Fender, ma è una chitarra in grado di esprimere ciò che il chitarrista ha nell’animo e Gary Moore riesce a far gridare di dolore oppure far piangere la sua chitarra. Ascoltate ad esempio Story Of The Blues da After Hours, Charisma 1992, un semplice giro di blues che viene interpretato ricorrendo a semplici interventi di chitarra durante il cantato, ma l’assolo è qualcosa di straziante e intimo. Con le Cabasse l’atmosfera calda e fumosa si fa ancora più densa, il basso elettrico e la batteria assumono una dimensione predominante nello stendere un tappeto ritmico profondo e vellutato.
Anche con la musica jazz le Pacific 3 confermano la loro caratteristica di ariosa muscolosità. Il quartetto di Art Pepper con Garland al piano, Chambers al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria, nell’album Art Pepper Meets The Rhythm Section, si esprime in un palcoscenico musicale decisamente ampio e profondo che occupa materialmente in lungo e in largo tutta la parete di fondo. Sembra quasi di essere lì, con i musicisti in penombra appena illuminati da deboli luci di colore blu e rosso; decisa è anche la sensazione della presenza di un pubblico silenziosamente al buio. Le note basse sono molto presenti e profonde, contribuendo ad aumentare considerevolmente lo spazio occupato dall’evento sonoro registrato.
Con la musica classica, e ancora di più con quella sinfonica, si ha l’impressione di un effetto lente d’ingrandimento che mi convince sempre di più che le Cabasse Pacific 3 hanno la necessità di un ampio spazio per poter esprimere tutto il loro potenziale. La mia sala d’ascolto è davvero troppo piccola. Un ampio salone è ciò che le metterebbe a proprio agio dato che riuscirebbero a riempire di musica con la loro voce poderosa, profonda e larga senza manifestare nessuna titubanza. Infatti, la capacità di disegnare un quadro sonoro dettagliato con un’immagine puntiforme ed omogenea, ricca di spessore dinamico con basse frequenze dal peso specifico importante, sono tutte caratteristiche tipiche di diffusori pensati e realizzati per essere inseriti nelle sale di grandi dimensioni, senza peraltro rischiare di cedere all’eccesso di protagonismo, visto che le Pacific 3 possono essere avvicinate molto sia alle pareti laterali che a quelle di fondo garantendo comunque una scena acustica omogenea e lineare.
Alla luce della fonte d’ispirazione per il progetto e la costruzione, da ricondurre al suono dell’orchestra "senza alcun cambiamento, macchia o distorsione", diventa molto facile condividere con Georges Cabasse il suono di queste Pacific 3. Il suono di questi diffusori, a volte esagerato ed esasperato, avvicina moltissimo l'ascoltatore all’evento dal vivo, riuscendo a ricostruire una scena acustica in tre dimensioni reale e credibile, offrendo un impatto sonoro emozionale e coinvolgente, definendo in tal modo nuovi canoni di riferimento per la riproduzione domestica.
Gli appassionati o gli architetti che dovessero cercare qualcosa di veramente risolutivo sotto il punto di vista sonoro, garantendo comunque stile e design assolutamente in linea con arredamenti di case importanti per dimensioni e rifiniture, devono tenere in seria considerazione le Pacific 3: potrebbero risultare la risposta ideale alle loro esigenze.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Tipo: tre vie da pavimento
Altoparlanti per canale: un due vie coassiale BC17, 35mm Kaladex® midrange-tweeter e 16cm Duocell low-midrange-woofer; due 21cm dome woofer a nido d’ape
Efficienza: 87dB
Filtro: 420/1.800Hz
Risposta in frequenza: 41-20.000Hz
Impedenza nominale: 8ohm
Impedenza minima: 3,7ohm
Potenza: 150W
Potenza di picco: 1.000W
Dimensioni: 29x131x59cm (LxAxP)
Finitura: nero laccato, ciliegio naturale, Santos
Peso: 56kg
Distributore ufficiale per l’Italia: al sito Definizione Audio
Prezzo in Italia alla data della recensione: 9.500,00 euro
Sistema utilizzato: all’impianto di Roberto “The Rock” Rocchi