I diffusori elettrostatici, status symbol dell’hi-fi degli anni ’70 e ‘80, sono oggi molto meno diffusi. Per le dimensioni? Non credo. Lo sviluppo in altezza è sì maggiore rispetto ad altri diffusori, ma lo spazio occupato è spesso minore di altri diffusori. Perché vanno posizionati a una certa distanza dalla parete di fondo, visto che l’emissione è dipolare, cioè emettono il suono anche posteriormente? Nemmeno, dato che quasi tutti i diffusori suonano meglio se hanno parecchia aria intorno, se sono distanti dalle pareti circostanti. Perché ci vogliono parecchi watt per pilotarli? Ormai parecchi finali hanno un sacco di potenza, addirittura i nuovi ampli in classe D raggiungono potenze enormi, soprattutto quando serve cioè sui carichi bassi e ultrabassi, il tallone d’Achille delle elettrostatiche. I bassi? Ne parliamo dopo…
Forse l’audiofilo si lascia condizionare da più di un pregiudizio riguardo questo tipo di diffusori acustici e non solo. Non c’entra con gli elettrostatici ma lo dico lo stesso. Pochi giorni fa ho riascoltato dopo diversi anni le LS3/5a e come ogni volta sono rimasto a bocca aperta. Pare incomprensibile come alcuni appassionati si vadano a complicare la vita con marchi improbabili dal punto di vista sonoro e non riescano a riconoscere la magia delle piccole inglesi. In un locale non troppo ampio, in pratica quello di molti appartamenti moderni, se si prediligono voci, cantautori, il jazz, la classica non sinfonica, insomma generi dove non sia richiesta una grossa spinta in basso, un diffusore così non ha secondo me molti rivali. Ma tanti lo snobbano o non l’ascoltano nemmeno.
Tornando ai diffusori argomento di questa prova, elettrostatici ovviamente, visto il preambolo iniziale, spero che più di un appassionato vada davvero ad ascoltarli, lo dico nel nostro interesse. Si tratta dei KingSound Prince III, costruiti da una dinamica azienda di Hong Kong che ha puntato tutte le sue risorse fin dal 2002 solo su questa tipologia di diffusori. Qui da noi sono ancora poco noti, sono importati da meno di tre anni da Import Audio, azienda creata dal gentilissimo Dario Dragoni, insegnante di musica, musicista e tecnico del suono per passione. Stessa passione che ha anche per i diffusori elettrostatici, al punto da diventarne importatore. Negli Stati Uniti sono invece ben conosciute e molto ben recensite. All’ultimo CES di Las Vegas la KR Audio, quella dei Kronzilla, li usava nella propria saletta. La VAC ha fatto degli alimentatori dedicati. E le recensioni positive fioccano. Ottime credenziali, mi sembra.
La KingSound Limited, col marchio King Sound, esporta in USA, Canada, Australia, Regno Unito, Italia.
Il progetto di questi Prince III è originale ed è basato sulla modularità. La superficie dei pannelli, di quasi due metri quadri, è infatti suddivisa in tanti piccoli “quadretti” elettrostatici, ovviamente interconnessi tra loro. Da qui, due particolarità. Dato che ogni quadretto ha una sua specie di cornice, il tutto è indubbiamente più rigido di un pannello unico grosso e intero, ci sono meno flessioni e quindi una maggior velocità di risposta alle sollecitazioni. E poi, in caso di guasto o rottura, si cambia solo una zona del pannello, non tutto intero. A tal proposito l’importatore mi diceva che l’Italia dispone di un centro assistenza specializzato.
Il diffusore presenta due diverse zone, una più ampia dedicata alle frequenze medio-basse e una stretta e lunga per le medio alte. C’è un’elettronica separata, uno scatolotto di otto kg e dimensioni pari a 22x24,5x13 cm che serve da alimentatore e contiene un elevatore di tensione che fornisce la tensione di polarizzazione alle griglie. Queste sono alimentate da una dozzina di volt, più precisamente il manuale dice 11-15 volt/120 mA. Non circolano correnti pericolose nei pannelli, perciò è inutile tentare di far appoggiare l’orecchio alla suocera!
Rimanendo in tema, queste ”casse” potrebbero piacere anche alle mogli: sono sì alte, ma sono visivamente molto snelle e la tela nera anteriore è interscambiabile con quella grigia posteriore per adattarsi meglio all’arredamento. Il piedistallo, cioè i due triangoli che sorreggono i diffusori, è molto azzeccato dal punto di vista del design, non è nemmeno paragonabile con quelle orrende strisce di metallo di altri famosi quasi concorrenti.
Più tecnicamente parlando, la frequenza di crossover è 1.6 kHz, la risposta in frequenza va da 48 Hz a 26 kHz, la sensibilità si attesta su 83 dB, l’impedenza nominale è di 6 ohm che scendono fino ad un minimo di 0,6 per cui la KingSound consiglia una potenza minima di 100 watt e una ottimale di 150.
Ci vuole davvero un occhio di riguardo nell’abbinamento con l’amplificazione. Mi sarebbe piaciuto provarli ad esempio con il nuovo integrato NuForce IA18, 150 watt su 8 ohm e 335 watt su 2 ohm . Le Prince III sono alte 177 cm, larghe 54,5 cm, profonde 8 cm, pesano circa 21 kg e i loro pannelli non temono l’umidità grazie a un trattamento superficiale specifico.
I “plus”, come dicono quelli del marketing, sono due. Primo: il rivestimento delle membrane, che, grazie all’impiego di nano-tecnologie, ha fortissime proprietà adesive per permettere di usare minor energia per far muovere i pannelli stessi e per avere di conseguenza risposte più rapide. Secondo: il fatto di avere interposte tra i pannelli che vibrano delle “lamine” di una particolare struttura cellulare, progettate per una distribuzione uniforme della superficie di conduzione del campo elettrico statico.
Questi due aspetti si riflettono ovviamente sul suono. Ascoltate in due diverse occasioni, pilotate in biamplificazione da amplificatori A.A.S., Apparecchiature Audio Scientifiche, altro marchio di Dragoni in fase di sperimentazione, 200 watt sulle medio-basse e 50 watt sulle alte, oppure pilotate da due finali mono Monrio da 130 watt, si nota subito la velocità di risposta, l’agilità di emissione che ha poco da invidiare ad altri elettrostatici più famosi, anzi. Un altro aspetto che mi è particolarmente piaciuto è che non vi sono “gradini” tra i diversi pannelli, quelli per le medio-basse e quelli per le alte. Tutto scorre fluido, naturale.
L’immagine riproposta è uno dei punti di forza delle Prince III, un pannello così alto non può che fornire un’immagine grande, ben estesa, non schiacciata. La direttività non è così spinta da dover stare per forza al centro del famoso triangolo d’ascolto, anche se la mia poltrona la metto comunque proprio lì, con qualunque tipologia di diffusori acustici. L’equilibrio timbrico è anch’esso notevole, le voci in particolare sono molto ben riprodotte. Parliamo ora finalmente dei bassi. Se ben pilotate, i bassi ci sono. E non mi sembra una cosa così strana. Ascoltate un minidiffusore con un ampli da 8 watt e poi con un ampli da 100 watt: non sembra più lo stesso. Nelle KingSound non ci sono bassi da discoteca, certo, non ci sono quelli di un grosso subwoofer, ci sono comunque bassi godibilissimi. La classica con questi diffusori va a nozze, ma anche in un brano di Sting il basso elettrico era notevole, lo slam c’era tutto, ad esser sincero non me lo aspettavo così pulito e preciso. Ah, i pregiudizi!
Non ho certamente detto tutto, spero però d’aver almeno incuriosito qualche appassionato. Credo che le recensioni di un prodotto si debbano fare per questo. Non per magnificare sempre e comunque usando superlativi e iperboli, ma per indirizzare il lettore verso un apparecchio che per le caratteristiche presentate potrebbe fare al caso suo, potrebbe soddisfare i suoi gusti musicali. Le KingSound Prince III potrebbero essere il punto di arrivo per un audiofilo maturo che sa apprezzare la trasparenza, l’equilibrio timbrico, la possibilità di “entrare” in un certo senso nell’evento sonoro, l’essere coinvolti dalla musica più che con altre tipologie di diffusori. O anche il punto di partenza per un audiofilo giovane che voglia fare le prime esperienze nel mondo degli elettrostatici.
Con le Prince III ho ascoltato Spirto gentil, da La Favorita di Donizetti nell’interpretazione di Franco Corelli. Ho dovuto pensare un bel po’ per farmi venire in mente altri diffusori che per 6.700 euro mi hanno dato le stesse emozioni. Ce ne sono stati un paio: uno inglese che si chiamava ESL 63, l’altro americano nominato CLS, guarda caso entrambi elettrostatici, anche se… di trent’anni fa.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Risposta in frequenza: 48Hz-26KHz
Sensibilità: 83dB/1W/1m
Impedenza nominale: 6ohm
Potenza minima: 100W
Alimentazione: DC11-15V, 120mA, alimentatore AC-DC incluso
Dimensioni: 545x80x1733mm LxAxP
Peso: 21kg
Distributore ufficiale Italia: al sito Import Audio
Prezzo Italia alla data della recensione: 6.700,00 euro
Sistema utilizzato: all'impianto di Ulisse Pisoni