Premessa editoriale
L’autore di questo articolo, Claudio Piovesana, è il progettista degli ampli a valvole “in purezza” Alchimista ed è uno degli audiofili con maggiore esperienza di prove e ascolti in diffusori a dipolo e altoparlanti in open baffle che io conosca, nonché grande estimatore e conoscitore di altoparlanti classici Altec Lansing, tanto che fra gli amici è conosciuto come uno della serie “dopo l’Alnico, l’inferno audio”.
Roberto Verdi è il progettista dei diffusori totalmente a dipolo – unici al mondo – Vrel Electroacoustic Bequadro e, prima o poi, immetterà sul mercato anche una propria linea di amplificatori audio, statene certi.
Le domande sorgono quindi spontanee. Può un costruttore di amplificatori provare un diffusore? Può un produttore di diffusori affidarsi per una prova a un costruttore di amplificatori? Sì, visto che i due non hanno attualmente conflitti di interesse ma, soprattutto, possono arricchirsi reciprocamente per competenza e visione dei propri specifici settori operativi. Secondo noi questa prova si poteva quindi fare. E poteva saltare fuori qualcosa anche di molto interessante e reciprocamente utile, com’è effettivamente successo a detta dei due interessati. Ma il giudizio personale, come sempre, vada al singolo lettore.
G.C.
Quella del dipolo è una delle varie possibilità di realizzare un diffusore acustico per l'ascolto in ambiente domestico. Le altre sono la cassa chiusa, il bass reflex e il caricamento a tromba, con tutte le loro varianti.
Le idee progettuali che sostengono questi diversi tipi di utilizzo degli altoparlanti le potremmo riassumere sostanzialmente in chi ne vuole eliminare quanto più possibile l'emissione posteriore e chi, invece, in vario modo la voglia sfruttare per incrementare l'emissione anteriore.
Eh, già, perché purtroppo le due emissioni, anteriore e posteriore, sono in controfase e quindi si annullano se entrano in contatto.
La cassa chiusa cerca di eliminare completamente l'emissione posteriore e utilizza solo quella anteriore diretta, ha buona linearità di emissione con una curva di calo sulle basse frequenze dolce e, se ben implementata, fornisce ottimi risultati all'ascolto. Il suo limite è dato soprattutto da una modesta efficienza, poiché, eliminando una parte del lavoro dell'altoparlante, ne riduciamo il volume che può fornire.
Il bass reflex, al contrario, recupera una parte dell'emissione posteriore e, dopo averla rifasata, la ripropone assieme a quella anteriore, aumentando così l'efficienza del sistema. Anche qui ovviamente ci sono pro e contro, d'altro canto tutto ciò che ha a che fare con la riproduzione del suono è un "coperta corta" e quindi, al di sotto della frequenza di raccordo del reflex, la caduta di emissione in frequenza è piuttosto repentina. Inoltre, a volte i reflex danno un effetto "bum bum" non proprio encomiabile: dipende insomma molto da come sono progettati.
La tromba a mio parere è un caricamento meraviglioso, con doti di dinamica impossibili da raggiungere per qualunque altro sistema. Una tromba ben realizzata è qualcosa capace di emozionare in maniera irrinunciabile. Il problema qui è che, per essere capace di scendere in basso, ha dimensioni imponenti, difficilmente collocabile in ambienti casalinghi.
E veniamo alla fine al dipolo, la configurazione scelta dalla Vrel Electroacoustic per i suoi diffusori. Qui il recupero dell'emissione posteriore è praticamente totale, ovvero il 100% delle due emissioni viene reso disponibile. Il problema del cortocircuito acustico che affligge i sistemi a dipolo e che richiederebbe un pannello di dimensioni molto, molto importanti per evitarlo, qui è stato risolto in maniera realmente intelligente ed efficace. Il pannello che contiene i quattro altoparlanti dei Vrel Electroacoustic Bequadro Tre, due woofer da 38 cm e due tweeter, di cui quello anteriore caricato in una tromba senza compressione, ha sì dimensioni importanti ma accettabili e facilmente collocabili in ambiente, difatti misura circa 140 cm in altezza, 65 in larghezza e solo 30 cm in profondità. Questo è dovuto alla scelta di far sì che, man mano che le basse frequenze emesse dal midwoofer superiore calino naturalmente per la modesta larghezza del pannello queste vengano incrementate dall'entrata in funzione del secondo woofer, caricato anche a pavimento, che in questo modo va a sopperire alla attenuazione di cui abbiamo detto.
Il sistema funziona, la cassa è ben estesa in basso con notevoli doti dinamiche e non si avverte assolutamente l'impressione di basso leggero che spesso affligge i dipolo. Questo è un basso diverso, lontano mille miglia dai vari sistemi Onken e bass reflex, spesso rimbombanti e con modesta capacità di articolare il messaggio musicale. Qui la quantità di informazioni e l'articolazione sulle basse frequenze è enorme e paragonabile solo ad alcuni sistemi a tromba e a pochi altri oggetti particolari. Certo, anche l'accoppiamento con l'ambiente è totale, non difficile, ma va sicuramente curato, più che con una sistema che emetta in un semispazio, però i risultati ripagano sicuramente per la pazienza necessaria.
Ma cosa è la Vrel Electroacoustic? Come azienda nasce nel 1993 e dal '94 si occupa di audio per studi di registrazione e ambienti professionali vari. L'anima è Roberto Verdi che, dopo tanti anni di lavoro nel settore e tanti altri prodotti realizzati, dal 2018 finalmente partorisce quello che è il suo credo acustico nel campo dei diffusori: I dipolo Bequadro.
Già perché questa del dipolo è una passione e un credo che lo segue fin da ragazzo, quando smontava vecchie porte, le forava e ci montava un altoparlante. Poi, dal 2012, inizia a sviluppare i suoi progetti a dipolo per arrivare alla fine alla serie Bequadro: più coerente di così...
Altro punto importante di questi diffusori, è la qualità costruttiva, siamo di fronte a un oggetto artigianale della massima qualità. Una realizzazione che le produzioni industriali si sognano, sia come qualità dei materiali utilizzati e delle finiture, dato che la struttura è interamente in multistrato di pioppo lavorato a controllo numerico, oltre ad altri materiali con funzioni estetiche e di smorzamento delle vibrazioni, sia come lavorazioni, impeccabili, sia per le scelte fatte per l'assemblaggio dei vari componenti.
Poi, le scelte progettuali di non utilizzare crossover ma di sfruttare i tagli meccanici tra i vari componenti, mi trovano pienamente d’accordo… Il risultato è degno di nota, significa in pratica non introdurre sul percorso del segnale tutte quelle alterazioni che inevitabilmente condensatori e induttanza varie comportano. Certo, se uno è obbligato per scelte di progetto a utilizzarli, ci sta, è comprensibile. Ma, se si può evitarlo, la musica ringrazia. La mancanza di un crossover elettrico è uno dei motivi per cui un monovia ben fatto ha una naturalezza di emissione che pochi altri sistemi possono vantare.
E veniamo a come suonano. Beh, sono sicuramente equilibrate, anche dopo ore di ascolto la fatica è pressoché zero. L'impatto e le capacità dinamiche sono di primo livello, tali da far impallidire la quasi totalità delle tower in voga oggi, soprattutto se ben pilotate.
Il timbro è neutro senza nessuna tendenza a colorare in qualche modo la riproduzione, se si è abituati ad ascoltare con le varie cassettine da supporto o anche la maggior parte delle tower, indipendentemente dal prezzo, dopo aver utilizzato per qualche minuto queste Bequadro Tre è praticamente impossibile tornare indietro.
La scena, come per tutti i dipolo, è estremamente ariosa, e i pur non piccoli pannelli scompaiono letteralmente.
Suonano con qualunque amplificazione di qualità e riescono a far sentire bene le differenze tra ottime amplificazioni e apparecchi top, anche di una categoria di molto superiore come costo a quella di loro appartenenza. E non è una caratteristica da poco, è indice di un progetto sano, incredibilmente ben curato e messo in opera.
Anche qui la mancanza di un qualsiasi mascheramento del messaggio sonoro mette in luce subito le amplificazioni non all'altezza. Ma questo non è un loro difetto, purtroppo siamo da tempo abituati a sentirci dire che l'ampli un po’ secco deve essere smorzato dalla cassa un po' “gnucca”, magari utilizzando quei cavi particolari che equilibrano il tutto... E non stiamo parlando di pilotaggio, qui problemi non ce n'è, le ho pilotate anche con un amplificatore da 1,5 watt - sì, avete letto bene, 1500 milliwatt! – con dei risultati realmente notevoli: ma con le Bequadro parliamo di qualità sonora… Personalmente trovo che l'approccio sopra descritto, quello di andare a compensare limiti e risolvere problemi, sia pura follia: ogni elemento deve suonare bene di per sé! Poi, che ci siano delle sinergie tra un ampli e una cassa, OK, posso accettarlo e capirlo, ma fino a un certo punto...
Sono le casse perfette? Esistono? E chi le cerca più? A mio parere sono dei diffusori di altissima qualità, costruiti in maniera impeccabile e frutto di una artigianalità raffinata che ben pochi oggetti commerciali possono avere. Hanno un prezzo di vendita che, in relazione alla realizzazione degli oggetti e ai risultati sonori, definirei addirittura conveniente. È difficile costruire qualcosa di questo livello per il prezzo richiesto.
Detto questo, rispetto ai miei riferimenti storici, quelli della premessa fatta da Giuseppe, mancano un filo di quella emozionalità nella riproduzione e nella dinamica, seppur notevolissima, a cui sono abituato. Ma d'altro canto questi parametri non sono raggiungibili con oggetti "terreni", si parla di mie scelte personali e di oggetti rari e vintage. Se penso che la trasparenza del messaggio non sia allo stesso livello, ma quasi, è comunque ottima. Anche qui devo precisare che il confronto non è proponibile, perché Roberto ha accettato il confronto con oggetti di produzione squisita e non più replicabile: in ogni caso devo dire che si difendono quanto non pensavo di poter sentire da diffusori di produzione contemporanea. Senza un confronto diretto con i miei riferimenti è veramente difficile trovargli difetti.
Conclusioni
Gli oggetti fisici sono realmente molto ben realizzati, con grande qualità dei materiali e delle lavorazioni, finiture impeccabili e con quel tocco di artigianalità che li rende ancora più interessanti e appetibili.
La qualità sonora c'è, il progetto e la realizzazione tecnica sono di prima classe, che volere di più? Beh, siccome sono un noto rompiscatole, io qualcosina in più la cerco sempre e in questo caso mi sento di consigliare, di questo si tratta, un po' più di trasparenza ed emozionalità nella riproduzione, che a mio parere risentono un poco dal fatto che l’intera gamma della voce è affidata a dei grandi driver, fisicamente e inevitabilmente meno reattivi di quelli che troviamo nei miei riferimenti o, ad esempio, nelle stesse Bequadro Uno. Ma credo che la ricerca di questi parametri porterebbe la ricerca e il costo di questi diffusori in tutt’altra direzione rispetto a quelli di progetto, veramente centrati.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Diffusore da pavimento a dipolo e in configurazione D’Appolito modificata, a due vie e tre altoparlanti in serie, senza crossover attivo ma con taglio meccanico
Woofer: 2 x 385A diametro 15"
Tweeter: 1 driver HDPP 26A/X2 dipolare, senza camera di compressione, con tromba MCD
Sensibilità: 97dB
Impedenza: 8/11ohm, resistivi
Risposta in frequenza: 30-18.000Hz +/-2dB
Potenza massima applicabile: 200Wrms
Potenza d’esercizio: 10-400Wrms su 8ohm
Dimensioni: 650x1400x340mm LxAxP
Peso: 31kg
Distributore ufficiale Italia: vendita diretta, in cerca di distributore, al sito Vrel Electroacoustic, scrivi a Vrel Electroacoustic
Prezzo Italia alla data della recensione: 11.500,00 euro la coppia, con parapolvere anteriori e posteriori
Sistema utilizzato:
front end
giradischi Goldring G99 con braccio Decca FFSS e testina Decca FFSS Mark II
giradischi Thorens 126 MkIII con braccio TP16, testina Decca London Export Model e testina Sonus Bronze
giradischi Thorens 160 MkI con braccio TP16, testina Supex 900 MkIV e trasformatori Supex SDT77, Sowther, Altec 4722
lettore CD Pioneer PD91
lettore di rete Pioneer N50
amplificazioni a valvole
stadio fono valvolare Alchimista Fono 4S prototipo
amplificatore integrato Alchimista 300B S.E. uno di uno
amplificatore integrato Alchimista PX25 S.E. uno di uno
amplificatore integrato Alchimista MC 1/50 S.E. uno di uno
casse di riferimento
Western Electric 757 replica con modifiche Alchimista
Western Electric 753 replica con modifiche Alchimista
Altec 614 con 601C replica
Altec Monterey Junior 835B con modifiche
progetto Stefano Bae per Silbatone per 755A Western Electric con Altec 408A
pannelli a dipolo con Altec 400B