Premesse
Mi interessano, li cerco nel sito Yamaha e… non li trovo! Sì, perché li stavo cercando fra i diffusori da pavimento. In realtà, per quanto grassottelli, gli Yamaha NS-5000 sono diffusori da stand… E che stand, almeno se ci riferiamo a quelli a loro dedicati, sempre di produzione Yamaha.
Comunque sia, grazie alla divisione consumer di Yamaha Italia, che ancora ringrazio, li ottengo e, dopo lunga pezza, finalmente riesco a concluderne la recensione.
Morale della favola? Non date mai in prova un apparecchio al Direttore! Per quanto ami l’oggetto dei suoi desideri, per quanto lo abbia cercato con passione e ostinazione, dovrà sempre posticiparne o posporre l'analisi: doveri, urgenze ed emergenze han sempre il sopravvento sul piacere…
Design
Yamaha ogni tanto fa la sua cassa “capolavoro”, o almeno quello che lei intende tale, e poi si eclissa. Le NS-5000 sono fondamentalmente le eredi delle NS-1000M, dove “M” stava per monitor, della loro versione “domestica” NS-2000 e, ancora più lontano nel tempo e nelle dimensioni, delle FX-3, bass reflex di notevole litraggio. Tutte queste progenitrici disponevano delle famose vie superiori in berillio, ottenute facendo depositare e solidificare il materiale allo stato gassoso sopra un campo magnetico perfettamente sferico: tanta roba per l’epoca e… ancora adesso.
Nei circoli di Ultra Hi-Fi giapponesi sono tuttora tenute in alta considerazione e tra le poche al mondo a essersi avvicinate al "suono naturale" della scuola di Sakura, attualmente conosciuto per 47Lab, o apprezzate dall’Imai di Audio Tekne.
Di contro, questo tipo di diffusori all’epoca della loro introduzione in Italia ha avuto alterne fortune: il distributore le dimostrava con dei possenti ampli Onkyo, quando avevano bisogno ben di meno come potenza e ben di meglio in quanto a raffinatezza. Meglio tubi, di poco wattaggio e assoluta qualità di grana e velocità di emissione.
Dopo un periodo di incubazione e studio di ben cinque anni – tempi e risorse ormai possibili solo per le grandi aziende – le NS-5000 sono disponibili già da poco più di un anno, il prezzo di listino è di 15mila euro la coppia e per l'Europa intera ne sono previste solo quindici.
Questi diffusori possono essere acquistati anche da noi ma, in tutto questo, l’Italia è da un bel po’ fuori dai giochi. Volete l’ennesima conferma? Da quanto tempo NON trovate più la versione italiana del manuale dei nostri giocattoli? Anche l’Owner’s Manual delle Yamaha NS-5000 non fa quindi eccezione ed è disponibile in inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo. Consoliamoci: noi le abbiamo provate e non capita necessariamente nelle altre nazioni, anche se non abbiamo il manuale in italiano…
Costruzione
I nuovi diaframmi sono dichiarati dalla velocità paragonabile alle passate soluzioni in berillio, che come molti sanno erano però intrinsecamente fragilissime e dal materiale potenzialmente tossico.
Tweeter, midrange e woofer delle NS-5000 utilizzano diaframmi al 100% in Zylon, definizione tecnica PBO, ovvero Poliparafenilenbenzobisoxazolo, una fibra sintetica sviluppata in Giappone che vanta migliore robustezza – rispetto alle fibre organiche – ed elasticità al mondo e un esclusivo rivestimento Yamaha in acciaio Monel tramite deposito al vapore. Con una resistenza che è pari a 1,6 volte quella del Kevlar, lo Zylon dovrebbe consentire una risposta piatta in frequenza, dalla tonalità e velocità omogenea a tutte le frequenze, per offrire contemporaneamente piacere d'ascolto e riproduzione del suono molto fedele.
Dietro midrange e tweeter a cupola si trovano dei condotti RS - Resonance Suppression di nuova concezione, per eliminare le risonanze emesse in controfase alle medie e alte frequenze: VEDI QUI. In corso di brevetto, non richiedono inoltre l'uso di materiale fonoassorbente all'interno del mobile, che spesso attenua il senso di “apertura” degli altoparlanti e nasconde le più sottili sfumature sonore.
Anche il woofer, in questo caso concavo, lavora in un carico privo di fonoassorbente nel cabinet, se si eccettua quel poco che si trova nel suo tubo reflex, particolarmente originale. Si tratta di un condotto di richiamo rovesciato che previene i più diffusi problemi causati dal carico bass reflex, i disturbi d'aria che fuoriescono dai condotti, migliorando la resa dei bassi e aumentando il rapporto segnale/rumore. Tale soluzione all’ascolto si è fatta veramente apprezzare: VEDI QUI.
Come detto, lo NS-5000 è un diffusore da scaffale a 3 vie da 30 cm ispirato al famoso NS-1000M in sospensione pneumatica, simbolo dei diffusori monitor di Yamaha e presentato nel 1974. Da me avuto e molto amato, tanto che lo usa e possiede tuttora un caro amico. Dopo aver valutato numerosi progetti di design del mobile, si è però oggi optato per un mobile bass reflex con un volume interno di 65 litri – il più contenuto possibile per una configurazione a 3 vie da 30 cm – e saldamente assemblato con una tecnica di giunzione ad angolo retto a 3 vie e ulteriori processi costruttivi tradizionali. I traversi di rinforzo interni, frutti di analisi FEM, eliminano le risonanze del mobile dovute alle ritardate vibrazioni delle sei superfici: VEDI QUI.
Qui scatta l’angolo audio porn: il mobile è in compensato laminato di betulle bianche giapponesi dell’isola di Hokkaido… Se la betulla è un must per noi fanatici idiofili, questa dovrebbe essere il top: yum! Per la messa a punto sono stati condotti approfonditi studi sulla sua resistenza meccanica e le proprietà acustiche, controllando le qualità del legno, rimuovendone le imperfezioni e verificandone la resistenza all'uso prolungato. L'ideale rigidità del mobile è ottenuta dalla elaborata architettura dei rinforzi con numerosi setti interni e dal frontale spesso 29,5 mm, mentre gli altri cinque lati sono spessi 20 mm, escluso lo spessore della verniciatura. Le finiture in “lacca” nero lucido, oltre a impreziosirne l'estetica, migliorano le prestazioni del rapporto segnale/rumore e rendono il diffusore molto più discreto di altri, visto l’effetto “specchio” che ne deriva. Si usa infatti la stessa vernice e lucidatura impiegata per i rinomati pianoforti a coda Yamaha: ben nove mani, omogenea e robusta, aumenta ulteriormente la rigidità complessiva della struttura, smorzando ulteriormente le vibrazioni e contribuendo a ottenere un suono intenso.
Il crossover collega tutti gli altoparlanti in fase positiva con un singolo cablaggio, per ridurre possibili rotazioni di fase. I componenti sono montati su circuito stampato a doppia faccia in rame con uno spessore di 140 μ, il percorso del segnale è il più corto possibile, per minimizzare la perdita di informazioni, e si parla di condensatori audio MCap Supreme Evo della Mundorf, attenuatori Mresist Supreme o bobine woofer da ben 1,6 kg.
La risposta in frequenza è compresa tra 26 e 40.000 Hz, lassù a -10 dB. L'impedenza tipica è di 6 ohm con valore minimo a 3,5 ohm. La sensibilità è pari a 88 dB con potenza di ingresso massima consigliata fino a 200 watt ma capace di sopportare picchi di 600 watt. I tagli del crossover sono a 750 e 4.500 Hz.
Le dimensioni non sono estremamente imponenti ma è stato predisposto un piedistallo metallico, lo Yamaha SPS-5000, per il corretto posizionamento sul pavimento. Acusticamente trasparente, altera minimamente la naturale dispersione sonora delle casse: VEDI QUI. Splendidamente realizzato, questo stand non è un accessorio ma un vero e proprio elemento integrato e, di fatto, irrinunciabile.
Ascolto
Le prove ReMusic riportano sempre gli apparecchi utilizzati nei confronti. Li trovate puntualmente riportati nel dettaglio nel link riguardante il sistema del recensore, al fondo di ogni articolo. Qui ripeto quanto lì specificato: gli NS-5000 sono stati provati con un finale di passaggio, il Muriano Research Traslatore 28W, e quelli resident, un finale replica 300B Western Electric 91A su aggiornamento schema Anzaï Zaïka e uno storico finale Maison de l’Audiophile Hiraga Classe A. Si sono aggiunti temporaneamente un agile Trends Audio TA-10.2P e gli integrati Audiosophia I-50jm e KingRex T20U con alimentatore PSU MKII.
Un appunto sulle punte: quelle in dotazione sono molto intelligenti, perché terminano a sfera – una sfera è tangente un piano in un solo punto – e quindi non necessitano di sottopunte. Peccato però che, a causa del peso complessivo, sul parquet ad esempio non rendono poi spostabile l’insieme di casse e stand. Tolte le punte, ci sono invece in dotazione dei piedini con gommini antiscivolo, che possono però essere usati quando siete ben sicuri della posizione definitiva. In conclusione, se dovete spostare casse e stand per trovare la posizione in ambiente, potete usare le punte o i piedini in dotazione solo quando avete definito con sicurezza la posizione migliore.
Per quanto riguarda le nostre solite “categorie” audiofile di frequenze, la pasta sonora parla subito di una grande coerenza fra gamme, certamente imputabile al progetto in comune dei driver. Nel dettaglio posso dire che il medio è solo un filino meno aperto o un po’ indietro di come piace a me. Acuti come li amo io – presenti, senza fastidio o “elettricità” – e bassi che privilegiano l’articolazione, l’estensione e il controllo rispetto alla “botta”: credo insomma che i 30 cm in Zylon del woofer non siano così facili da gestire come quelli in carta delle vecchie NS-1000M…
La bassa efficienza si sente, devono “entrare in coppia” e una volta raggiunta la resa è entusiasmante, da gran live: quindi, tirategli il collo, più suonano, meglio suonano. È un po’ come se si risparmiassero per indurti ad alzare il volume, ma in realtà puoi alzare quanto vuoi, con una grande tenuta anche ad altissimi volumi. Si “bevono” tutto, restituendo emozioni da casse pro, senza sbrodolature.
I tappi per il condotto reflex secondo me – e la Yamaha – non sono da usare. Forse solo in caso di un ambiente d’ascolto molto riflettente e piccolo hanno veramente senso, ma la libertà con cui si esprimono le NS-5000 ne risulterebbe sicuramente un po’ mortificata.
L’accoppiatore fra stand e casse fa il suo egregio lavoro: provare per sentire, basta allentarlo, quindi non mettendolo più in contatto con il diffusore, per perdere molto della qualità solida e definita del basso.
In sintesi, è la tipica cassa frutto di gran rigore progettuale, che ti dà del Lei, trattenuta, educata, controllata, non fastidiosa o intemperante e che non impasta mai il suono. Grandissima con la classica, ottima con il jazz, diventa un po’ deludente – ma solo un accenno – col rock più metallaro. Ad alcuni potrebbe risultare persino poco entusiasmante, perché non ha preferenze, è corretta senza assolutamente essere fredda o asciutta ed è una di quelle poche casse che, se correttamente amplificata, fa sorgere spontanea la domanda “ma che gli manca?”
Pro
Driver leggeri ma rigidi, cabinet in betulla, crossover di assoluta qualità, ecc. ecc. Siamo di fronte alle casse che tengono praticamente conto della maggior parte delle richieste o delle manie audiofile degli ultimi trent’anni… Come fai a non considerarle?
Contro
No biwiring/biamping, no regolazioni, le prendi così come sono, a scatola e progetto chiusi. O le ami o le odi, come le progenitrici di vari decenni fa: Yamaha dixit.
Chissà
Con 91 dB di efficienza le NS-1000M – e le altre sorelle – si pilotavano con un soffio. Con i loro 88 dB e minimo d’impedenza a 3,5 ohm le NS-5000 chiedono muscoli, anche se non da culturista, soprattutto sui bassi. Ma non sembra anche a te Yamaha un piccolo passettino indietro rispetto al passato?
Metafore veloci e sintesi finale
Queste sono le casse di produzione da me ascoltate che più sono riuscite recentemente a unire il meglio dei due mondi, a riunire le due tipologie di casse capaci di grande raffinatezza a basso volume e tenuta ad alto volume.
È anche il reflex meno reflex che sia passata dalle mie orecchie. Bassi estesi e potenti, gratificanti e materici, ma senza code o rigonfiamenti: sempre che l’amplificazione sia adeguata, s’intende.
L’idea che mi son fatto è che siano diffusori da amplificazione purissima ma discretamente potente, transistor in classe A o valvolari push-pull insomma, anche perché la loro tenuta in potenza è decisamente entusiasmante e senza la compressione tipica di molti alta efficienza. Non a caso i duri e puri Hiraga e Audiosophia ci sono andati a nozze...
A chi è rivolto
La NS-5000 è un acquisto molto maturo, di chi può certo permetterselo, non vuole complicazioni e desidera una coppia di diffusori praticamente eterni. Se ora partissi da zero e volessi entrare nell’Hi-End con una cassa senza vere incertezze, completa nella resa sonora e allo stato dell’arte nel progetto e nella costruzione, partirei dalla NS-5000: Yamaha è tornata.
Timbrica | estensione in frequenza, capacità di riproduzione fedele dello strumento e delle sue armoniche
Estensione in frequenza da manuale, con grande articolazione e controllo. Grande correttezza timbrica, fluidità, mancanza di affaticamento. Sempre per parlare di segnali di correttezza timbrica, anche molto sollecitato il woofer non si muove. Punto.
Dinamica | micro (dettaglio) e macro (assoluta), estensione e velocità dei transienti
Micro dettaglio sempre presente e mai invadente, dinamica totale un po’ dipendente dal volume applicato, ma virtualmente al top se assistita da adeguata potenza degli ampli.
Immagine | ambiente, trasparenza, scena, piani sonori, palcoscenico virtuale, senso di presenza, risoluzione
Materica ma senza rigonfiamenti soprattutto sul basso. Focalizzazione esemplare, tipica dei diffusori a emissione puntiforme e dai driver ben in fase fra loro. Gli strumenti tendono a suonare fra-e-sulle casse, il palcoscenico immaginario non è particolarmente profondo quando le casse sono prossime alla parete di fondo. Questo le rende utilizzabili anche in ascolto near field, ad esempio a fianco di un grande schermo, consentono quindi un ascolto ravvicinato, in stile monitor. Tutto cambia quando le si allontana molto dalla parete di fondo, con un palcoscenico virtuale limitato solo dall’ambiente di ascolto.
Tonalità | impostazione generale dell’apparecchio, se presente o caratteristica: ad esempio calda, fredda, virata, ambrata, lucida, opaca…
Tendente al caldo ma non scura: sta in quella zona neutra che non vuole essere considerata asettica o eterea.
Emozione | capacità di coinvolgimento emotivo, molto dipendente dagli accoppiamenti, parametro assolutamente anarchico e personale
Si tratta come detto di un diffusore molto controllato, che non va mai in crisi, che può essere pilotato anche con pochi watt – senza pretendere l’impossibile – ma che sa digerirsene moltissimi in souplesse. Appaga senza stupire: ecco perché credo sia tranquillamente da suggerire a chi vuole sentire tutti i generi musicali, con soddisfazione e dimenticandosi l’impianto. Non consigliato a smanettoni e tossicodipendenti da alta efficienza.
Costruzione e imballo | Ineccepibile e curata la prima, pratico e affidabile il secondo: l’imballo va appoggiato a terra e lo scatolone esterno si sfila dalla sua base, rendendo perfettamente accessibile la cassa.
Rapporto prestazioni/prezzo | Prezzo alto per i nostri tempi ma rapporto P/P secondo me molto concorrenziale per un prodotto a tutti gli effetti di grande brand. Spendo qui il termine “definitivo” riservato a quei diffusori che, per completezza di progetto e fascino dei risultati, possono essere considerati tali, se si accettano anche i limiti che un progetto ambizioso ma chiuso su se stesso comportano.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Tipo: diffusore da piedistallo, tre vie, bass-reflex
Woofer: cono 30cm / 12"
Midrange: 8cm / 3.1/4" cupola
Tweeter: 3cm / 1.1/4" cupola
Risposta in frequenza: 26Hz-40kHz -10dB, 100kHz -30dB
Potenza d'ingresso nominale: 200W
Potenza d'ingresso massima: 600W
Sensibilità: 88dB 2,83V/1m
Frequenze d’incrocio: 750Hz e 4,5kHz
Impedenza: 6ohm, 3,5ohm minimo
Dimensioni: 395x690x381mm LxAxP / 15.1/2x27.1/8x15 WxHxD, connettori compresi
Peso: 35kg / 77.2lbs. per unità
Per ulteriori info:
manuale diffusori Yamaha NS-5000
manuale stand dedicati Yamaha SPS-5000
Distributore ufficiale Italia: al sito Yamaha Audio & Video Italia
Prezzo Italia alla data della recensione: diffusori Yamaha NS-5000 14.999,00 euro, comprensivo di stand dedicati Yamaha SPS-5000
Sistema utilizzato: al mio impianto