Finale Linear Tube Audio ZOTL40

08.09.2017

Non ho idea se giochi contro il fattore età, ovvero la scarsità negli ultimi anni di oggetti musicali realmente fuori dal comune, ma è un fatto che, per quanto mi riguarda, trovo decisamente sempre più difficile entusiasmarmi per qualcosa che faccia parte del mondo variegato dell’alta fedeltà sonora.

Alla fine dei giochi, nel tirare le conclusioni su “un suono” da valutare, si finisce oggi nel dare a un oggetto una collocazione che può variare di pochi centimetri da quella che è una linea mediana e, aggiungo a titolo personale, mediamente omologata, a differenza di un tempo nel quale i “suoni” a disposizione erano ben differenti l’uno dall’altro.

Insomma ho come l’impressione che tutto suoni un po’ uguale, individuando in ciò anche una concausa di una certa stanchezza del mercato, il quale, notoriamente, si è sempre nutrito della voglia di rinnovamento degli appassionati.

 

Devo fare però un’eccezione per il prodotto di cui stiamo per parlare, perché vi anticipo che esso rappresenta un reale improvement della mia esperienza d’ascolto, che ritenevo, forse con un pizzico di presunzione, pressoché completa.

Il Linear Tube Audio ZOTL40 – acronimo di Zero Hysteresis Output Transformer-less – oltre che un oggetto decisamente diverso dal punto di vista circuitale, può rappresentare a mio modesto avviso la migliore linea di giunzione tra i due mondi, tubi termoionici e stato solido, che hanno da sempre nutrito argomentazioni e diatribe di progettisti e appassionati.

Che sia realmente differente lo si nota subito dal peso: si può tenere, tanto è leggero, su una sola mano.

Il motivo è semplice: questa amplificazione valvolare non utilizza trasformatori di uscita nonché, per l’alimentazione, impiega sostanzialmente uno schema switching, che non necessita quindi il dover adottare pesanti trasformatori di alimentazione, garantendo sulla carta anche una totale insensibilità a scostamenti del valore di tensione della rete elettrica.

Non siamo però di fronte a un OTL propriamente detto, in quanto tra il carico e i quattro tubi finali, montati in una normalissima configurazione push-pull, c’è comunque un circuito adattatore che svolge analoga funzione dei tradizionali trasformatori di uscita, costituito da una scheda circuitale, una ciascuna per ogni pentodo finale, zeppa di componenti e di non banale fattura.

 

Va subito detto che il tutto fu ideato e prontamente brevettato da quel David Berning che, misconosciuto a molti, realizzò anni addietro una serie di amplificazioni utilizzanti tale soluzione circuitale la quale, da quanto mi risulta, non è stata prima di questi Linear Tube Audio impiegata da altri.

Il patron del marchio, Mark Schneider, è dunque il primo ad aver ottenuto la licenza per l’utilizzo dei brevetti di Berning, brevetti per altro il cui numero appare stampato sul circuito principale dello ZOTL40, come dire a scanso di equivoci, che sostanzialmente è una versione meno costosa dello ZH 230 costruito da Berning.

Dunque il tentativo è offrire, a un prezzo inferiore negli States di circa 3.000 dollari, quella amplificazione, ma soprattutto “quel” suono.

 

Cosa sia e come funzioni tale circuito adattatore non è propriamente semplice da descrivere, ma avendo già ReMusic recensito qui il microZOTL, uno degli oggetti più tuttofare della storia dell’Hi-Fi, vi rimando senz’altro alle descrizioni fatte in quella sede, perfettamente trasferibili anche allo ZOTL40.

Vi posso però dire che si tratta di una soluzione certamente geniale e sulla carta priva di controindicazioni o criticità.

Nelle intenzioni dell’ideatore, questo circuito adattatore non costituisce il collo di bottiglia che ogni trasformatore di uscita rappresenta per uno stadio finale a valvole e inoltre semplifica notevolmente il carico visto dai tubi, tanto da poterne garantire una durata decisamente molto elevata, nell’ordine delle 10.000 ore d’uso come valore medio di riferimento.

Questa è una notevole differenza rispetto ai consueti schemi OTL, che invece risentono molto del tipo di carico presentato dai diffusori e, in genere, stressano molto i tubi finali sempre presenti in un notevole numero, leggasi elevate spese di manutenzione.

Per il progettista, dunque, è il consueto uovo di colombo.

 

Lo ZOTL40 si presenta come un oggetto privo di ogni lusso costruttivo, dalla inconsueta forma di parallelepipedo allungato, dunque meno largo che profondo, con il telaio nero ma disponibile anche in color alluminio, sormontato da una vistosa griglia forata dalla quale si intravedono i circuiti e i tubi utilizzati.

Del tutto usuale il resto della configurazione, con uno stadio d’ingresso costituito da due 12AX7/ECC83 e un successivo phase splitter di 12AU7/ECC82 per il pilotaggio di un push-pull di KT77 Genalex Gold Lion – nella prima versione erano delle equivalenti elettricamente EL34 – di fabbricazione russa.

Le KT77 erano dei tetrodi che furono prodotti in Gran Bretagna dagli anni ‘60, per offrire una alternativa più “robusta” alle EL34, con un suono mediano tra queste e i più potenti tetrodi quali le KT88.

Quelle russe di produzione attuale, possono in via teorica sostituire le più comuni EL34, personalmente lo feci diversi anni fa anche nel mio Conrad Johnson MV 60, anche se oggi preferisco utilizzare un quartetto di Valvo NOS degli anni ‘60.

 

Per tornare brevemente al nostro ZOTL40, dal punto di vista utilizzativo esso può essere impiegato sia come integrato, per mezzo degli appositi ingressi posti sul retro nonché del potenziometro del volume asservito da un Alps blu, che come finale puro. NdR - Solo una coppia di ingressi RCA è asservita al controllo del volume, la seconda e quella XLR sono senza attenuazione sul percorso del segnale.

Devo dire in merito a ciò che per un difetto del potenziometro del mio esemplare, la prova si è svolta sempre e soltanto utilizzandolo come finale.

Può anche essere messo a ponte in mono, in tal caso ve ne servirà un secondo ma avrete a disposizione il doppio della potenza.

Non c’è, per finire, un controllo del bias delle valvole finali, essendo presente un circuito di auto polarizzazione che provvede a ciò per tutta la loro vita utile, uniformandone l’impiego anche in relazione a scostamenti elettrici tra i quattro esemplari.

Ovviamente, come tutte le amplificazioni valvolari, emette un certo calore, perfettamente smaltito dalla griglia sovrastante, a patto di non inserirlo in un vano chiuso.

È risultato all’uso molto silenzioso, affidabile e solo bisognoso dei canonici trenta minuti dall’accensione per avere il massimo delle prestazioni musicali.

 

L’ascolto

Ricordo ancora perfettamente la sorpresa che ebbi nell’ascoltarlo la prima volta.

Dico subito che nessun push-pull di EL34 suona cosi, anzi, vi avverto, nei prossimi duemila caratteri utilizzerò, mio malgrado, più di una frase altisonante.

Innanzi tutto la resa in gamma bassa: semplicemente straordinaria.

Se queste sono le basse frequenze che possiede la EL34, ebbene vi posso garantire che non avevamo nessuno di noi mai ascoltato veramente una EL34 – vabbè sono KT77 ma siamo lì.

Il basso è profondissimo, teso e vibrante, perfettamente scolpito.

Direi senza ombra di alcun dubbio che siamo al cospetto di un basso del tutto assimilabile a quello di un finalone americano a stato solido e pure dei migliori.

Le mie Klipsch Heresy 3 mostrano una prima ottava insospettabilmente presente, profonda.

Devo dire che da quando utilizzo questi diffusori riconosco, a fronte di altri vantaggi e pregi loro ascrivibili, di aver perso soprattutto in alcune incisioni il peso della prima ottava, diciamo tra i 40 e i 60 hertz.

Con lo ZOTL40 ho invece riascoltato alcune sfumature in bassa frequenza che pensavo non potessero essere riprodotte da queste Klipsch.

Il basso è autenticamente stupefacente.

Il resto della timbrica vira sul molto luminoso, con una certa apertura del medio alto, molto definito e solo con certe incisioni a tratti pungente.

Direi che esso fa del dettaglio e della pulizia sonora il proprio vanto.

La grana eccezionalmente fine, a testimonianza di livelli di distorsione molto ridotti, rivela le minime sfumature, le inflessioni vocali e ogni parola cantata da qualunque artista giunge chiara e comprensibile.

Quindi grazia ma anche forza, microcontrasto elevato cosi come elevata la velocità d’impulso, decisamente fuori dalla portata della stragrande maggioranza di finali a tubi con trasformatori di uscita.

L’impostazione spaziale privilegia un certo arretramento della scena sonora, senza particolari stravolgimenti al variare del volume sonoro, e ogni componente orchestrale, nei programmi classici, appare esattamente dove ti aspetti che sia.

Solo gli archi in alcuni frangenti sembrano avanzare, mai fastidiosi, seppure lo ZOTL40 ne sottolinei con maggior vigore la corda rispetto alla cassa lignea.

Devo essere sincero nel dire che il suono di questo Linear Tube Audio mi ricorda esattamente quello di un’amplificazione a stato solido, con i vantaggi che essa presenta in termini di autorevolezza e contrasto, ma conservando per fortuna quelle che sono invece le migliori peculiarità dei tubi, ossia un elevato senso di realismo dato dalla riproduzione delle armoniche degli strumenti, nonché da una capacità di lettura del segnale musicale molto vicina a quanto rilevabile nella realtà.

Non suona in poche parole un po’ artefatto come molti finali a stato solido, soprattutto se pensiamo a moderne realizzazioni in classe D o a commutazione che dir si voglia.

Come molti di voi sanno, con diffusori ad alta efficienza come le mie Klipsch la potenza non sembra mai essere poca, ma devo dire che i 40 watt di questo amplificatore mi sono sembrati ben maggiori e il clipping ovviamente è quello dei tubi termoionici, più gradevole e sopportabile rispetto a quello di un finale a stato solido.

Sarei curioso di misurare l’andamento della distorsione di questo amplificatore, soprattutto in termini di spettro armonico.

L’idea ben precisa è comunque quella di stare ad ascoltare una amplificazione di gran classe, che possiamo annoverare tra quelle definitive, per musicalità e capacità di rendere gradevole l’ascolto.

Manca, l’avrete capito, qualsiasi accenno di colorazione del midrange tipica di molte amplificazioni a tubi, laddove il rigore e la correttezza hanno preso il posto del seppur minimo grado di scostamento dalla linea mediana dell’equilibrio.

 

Conclusioni

Posso dire di essere stato veramente sorpreso da questo ZOTL40?

Sì, lo dico.

Sorpreso perché finalmente un circuito realmente diverso ha prodotto un suono decisamente diverso, perlomeno dai suoi consimili a valvole.

Se l’avessi ascoltato dietro la classica tenda nera, avrei valutato di avere a che fare con un’amplificazione a stato solido da un centinaio di watt in classe A, eppure insolitamente simile alle migliori amplificazioni a tubi in termini di realismo e accuratezza armonica.

Le promesse che il circuito presenta sulla carta, sono state tutte mantenute in sede d’ascolto.

Terribilmente concreto, lo ZOTL40 rappresenta una delle migliori realizzazioni attuali in termini di modernità del suono e dell’approccio tecnico al tema dei tubi, questa volta realmente differente.

Realizzato con perizia sotto forma di prodotto artigianale ma ben industrializzato, i circuiti mi sono apparsi privi di quei cenni di approssimazione che prodotti analoghi talvolta presentano, come saldature non uniformi, cablaggi eccessivi, ecc.

Il prezzo non è certo popolare, siamo mi pare intorno ai settemila euro, purtroppo come tutti i prodotti made in U.S.A. c’è una certa lievitazione per effetto di dazi e spese varie, e la realizzazione priva di componentistica di pregio e costo, in primis i trasformatori d’uscita, avrebbe potuto sottintendere un costo al pubblico minore, ma ritengo che nel caso di queste realizzazioni pesi anche il contenuto tecnico, il valore aggiunto dell’idea e il costo che è stato sostenuto per fare di un idea un prodotto, visto che adottare un circuito già fatto, come nel caso del 99% degli amplificatori valvolari, comporta costi di sviluppo decisamente inferiori rispetto a un circuito nuovo.

E poi, torniamo al mio articolo sulla “nocciolina miracolosa”: un oggetto è giusto che costi per quanto suona, non certo per quello che c’è dentro, e lo ZOTL40 si guadagna fino all’ultimo euro che costa, in termini di resa sonora.

Il confronto con il mio Conrad Johnson sopra citato è stato per certi versi stimolante, forse certe dolcezze e plasticità musicali in esso presenti nello ZOTL mi sono mancate, ma di sicuro la gamma bassa ed il dettaglio uniti al senso di equilibrio e concretezza di quest’ultimo hanno pienamente ripagato un piglio timbrico forse meno appariscente ma alla lunga più apprezzabile.

Due amplificatori raffinati in egual misura, ma in maniera decisamente differente.

“Differente”, la parola magica dell’Hi-Fi.

 

 

Timbrica ****1/2 | Nessuna coloritura, seppure la parte alta del medio sia appena sottolineata. Estremi gamma estesi, soprattutto la gamma bassa impressiona per potenza e profondità, mai disgiunte da una perfetta messa a fuoco. Grana finissima.

Dinamica **** | Concreta e realistica, soprattutto la micro supportata da un contrasto elevato. Spinta e velocità assecondano ogni variazione dinamica.

Dettaglio ***** | Eccezionale in assoluto, uno dei migliori mai ascoltati. Facile percepire dettagli musicali che altre amplificazioni mascherano.

Trasparenza **** | Strumenti sempre ben separati e riconoscibili per effetto di doti di trasparenza molto elevate.

Immagine ****1/2 | Più profonda che larga, comunque con una ricostruzione prospettica rigorosa e coerente. Non ci sono aberrazioni prospettiche, ricostruzione molto realistica.

Velocità ***** | Elevatissima, alla stregua delle migliori amplificazioni soprattutto se confrontato con concorrenti a valvole con trasformatori d’uscita.

Costruzione ***1/2 | Ben realizzato e privo di difetti operativi.

Rapporto qualità/prezzo **** | Costo piuttosto elevato, ma qui c’è il surplus tecnico e prestazionale che giustificherebbe quasi ogni prezzo. Concorrenza agguerrita, comunque, per un marchio ancora non proprio popolare.

 

Scala di valori da * a *****

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore:

Sensibilità: 1,2V RMS a 40W
Impedenza d’uscita: 1,6ohm
Impedenza d’ingresso: 50k
Operatività: 100/120/240V auto-switching
Hum e noise: 94dB al di sotto della piena potenza, 20Hz-20kHz
Potenza d’uscita: fino a 51W su 4ohm, 0,5% THD - fino a 46W su 8ohm, 0,5% THD
Risposta in frequenza: 8Hz-50kHz, +0/-0,5dB, su carico 8ohm
Classe e tipologia di amplificazione: AB push-pull
Peso: 4,4kg
Finitura: cabinet in alluminio nero o bianco
Valvole utilizzate: 2 12AX7, 2 12AU7 e 4 KT77
Dimensioni: 23x22x37cm LxAxP, connettori inclusi

Ulteriori info: scarica qui il manuale (in inglese)

 

Distributore ufficiale Italia - fino a settembre 2017: Valter Savarelli - Founder & CEO Reference Audio Systems - Cell. +39 348 7097789 - sales@referenceaudiosystems.eu - www.referenceaudiosystems.eu

Prezzo Italia alla data della recensione: 6.900,00 euro

Vendita diretta - da ottobre 2017: al sito Linear Tube Audio

Sistema utilizzato: all'impianto di Paolo Di Marcoberardino

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NdR - Solo una coppia di ingressi RCA è asservita al controllo del volume, la seconda e quella XLR sono senza attenuazione sul percorso del segnale.
NdR - Solo una coppia di ingressi RCA è asservita al controllo del volume, la seconda e quella XLR sono senza attenuazione sul percorso del segnale.
di Paolo
Di Marcoberardino
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