Integrato AAAVT SM-6L6

14.07.2011

Estetica e funzionalità
L’SM-6L6 è un amplificatore integrato a valvole configurato in push pull della AAAVT, azienda ormai presente con successo da qualche anno nel mercato italiano. L’ampli si presenta munito di una griglia nera di protezione che copre le valvole “calde” in ottemperanza alle attuali norme di sicurezza italiane.
Le uniche valvole che rimangono scoperte sono le due anteriori con funzioni di VU meter realizzate con valvola occhio magico. In molti radioricevitori a valvole dei tempi che furono gli occhi magici, così vengono definiti in Italia, erano impiegati per mostrare l’esattezza/accuratezza della sintonia e nei magnetofoni come indicatori del livello di registrazione.
Non tutti potrebbero gradire la presenza di tali valvole, per questo motivo possono essere rimosse facilmente senza peraltro inficiare in alcun modo il risultato sonoro e facendo solo attenzione a eseguire questa operazione ad ampli spento e ben freddo. Pur essendo, parlando di valvolari, una realizzazione di fascia economica, l’SM-6L6 si presenta in modo elegante e con una certa cura dei particolari. Per esempio le due manopole dei comandi sono realizzate in plastica di ottima fattura facilmente scambiabile per metallo, con la destra dedicata al volume a scatti precisi e gradevolmente morbidi, la sinistra alla selezione degli ingressi di linea. Inoltre, sull’estrema sinistra, è presente un’uscita cuffia per jack da 6,3 mm. Le connessioni RCA dei quattro ingressi linea posteriori sono un po’ troppo vicine tra loro, al centro sono posti i connettori a vite per le uscite a 4 e 8 ohm, compatibili con terminazioni a banana. Posizionata tra le connessioni di uscita è stata inserita la levetta che esclude le casse, consentendo l’ascolto dalla sola cuffia, che comunque rimane sempre attiva anche a diffusori collegati.
Sul piano superiore trovano posto ben dieci valvole: le due occhio magico, che danno un’idea visiva delle potenze espresse per i due canali stereo; 2 valvole preamplificatrici JJ Tesla ECC83S; 2 driver JJ Tesla ECC89; 4 valvole di potenza 6L6Y RCA NOS NIB, ricercate per le qualità soniche dagli intenditori e molto particolari, essendo realizzate in metallo verniciato nero invece che in vetro.
Di questo ampli AAAVT vengono realizzate peraltro varie versioni, con valvole preamplificatrici 6N1 - 6N2 - 12AT7 - E88CC e driver 12AU7 - E99CC - E88CC - 6N1; a detta del costruttore variando le valvole e il tasso di controreazione, si ottengono diverse performance sonore soprattutto in gamma bassa.
Gli stadi di ingresso in SRPP e driver vengono riconfigurati in Italia a seconda delle valvole che il cliente preferisce.
Infine i trasformatori di alimentazione e di uscita risultano riuniti sotto un unico coperchio, sormontato da uno spesso pannello di alluminio con impresso il logo AAAVT e gli estremi del modello.
Dunque un ampli quasi senza fronzoli, anche se le valvole occhio magico in effetti lo sono, ma con tutto ciò che è necessario, anzi pure con un’uscita cuffia che non è così scontato trovare in questo genere di apparecchi e la cui presenza è sicuramente benvenuta, visti i positivi risultati sonici che vedremo meglio in seguito. L’estetica complessiva è per i miei gusti assai gradevole, con qualche riserva per la griglia, del resto facilmente smontabile per chi non teme scottature ad ampli acceso. La qualità percepita è nel complesso buona, senza vette particolari, ma con una sensazione di rassicurante robustezza, unita a un peso sicuramente rilevante. Non è presente il telecomando.
Le specifiche tecniche ci parlano di una potenza di 23 W per canale, di un rapporto segnale/disturbo superiore a 78 dB (A), di una risposta in frequenza di 6hz-70khz (-2db), di una distorsione del 5% secondo la tecnica di misura utilizzata per definire la potenza dei valvolari al clipping, di dimensioni 340x360x160mm e di un peso di 13,4 kg.

Impressioni di utilizzo e ascolto
Vi dico subito che questo ampli mi ha impressionato favorevolmente in termini di ascolto. Ha esibito in modo naturale una notevole sinergia con gli altri componenti del mio sistema domestico e non ha richiesto particolari modifiche di settaggio, anche se ha poi dimostrato di gradire qualche accorgimento che in seguito specificherò. Dunque un ampli di facile inserimento, che è sempre una bella qualità. Altra qualità è il basso tempo di operatività, stimato in una quindicina di secondi, che lo mette in condizione di suonare già bene fin quasi da subito; il meglio viene raggiunto dopo una mezz’oretta di funzionamento.
Con le ProAC Studio 125, diffusori relativamente accomodanti per quanto attiene potenze e impedenze, l’ampli si è comportato magnificamente, tanto da non farmi rimpiangere il mio riferimento pre a valvole con finale a stato solido da 120 w, pur mettendo in mostra un’impostazione sonica piuttosto differente. Una breve prova nell’impianto "garage" con le Mission M32i, più che dignitose casse da stand di fascia economica, ha mostrato un accoppiamento possibile ma un po’ penalizzante e non in grado di mettere in evidenza tutte le non comuni doti del SM-6L6. In effetti, il suono di questo integratino appare, con i soli 23 W per canale di targa, degno di amplificazioni ben più potenti, esprimendosi in modo omogeneo con tutte le gamme, inclusa quella bassa, con una buona dose di presenza e con ricchezza di sostanza, per lo meno a volumi civili e anche un po’ meno che civili. La timbrica costituisce il punto di forza di questo ampli, che si esprime con dovizia di armoniche e con buon equilibrio. Le gamme media e alta presentano una espressività e una presenza superiori, con la gamma bassa profonda e ben articolata, sebbene un pelo meno controllata e reattiva rispetto al riferimento. Gli strumenti più acuti e le voci femminili, sempre gratificanti quanto a intelligibilità, non sono mai graffianti pur senza sembrare limitati in estensione. Sembra rilevabile peraltro un certo addolcimento delle alte frequenze, in un modo che privilegia la maggiore espressività piuttosto che il rispetto assoluto e fedele di quanto contenuto nella traccia audio originale. Ciò è riscontrabile in molti ampli valvolari ed è una caratteristica che divide i gusti degli appassionati. In questo caso trovo il risultato assolutamente gradevole, anche se a un’analisi attenta, soprattutto nel confronto con amplificazioni a stato solido, si riscontra un certo appianamento di asperità presenti in alcune registrazioni e a volte una lieve tendenza all’enfasi tonale nelle medie, cosa che tuttavia può generare una golosa assuefazione e che determina in fondo il famoso fascino del suono valvolare. Il senso del ritmo è buono, la gamma bassa ha riflessi un po’ meno che fulminei, ma comunque accettabilissimi e forse da molti graditi proprio così. La dinamica non manca e contribuisce all’impressione complessiva di un suono incisivo ed emozionante, dotato di tinte forti e ben vivide. L’immagine è buona, con i vari piani sonori in larghezza, altezza e profondità ben delineati e descritti nelle registrazioni che li evidenziano. Insomma, un suono sicuramente di alto livello, che dona grandi gratificazioni emozionali, decisamente inaspettato per il prezzo, che mi risulta essere in questo periodo di promozione di 595 euro.
Una nota sull’uscita cuffia, provata con una Sennheiser HD600 dotata di cavo custom. Bene, anche come ampli per cuffia l’SM-6L6 è delizioso, offrendo l’opportunità di godere di ottime prestazioni sonore anche in ore notturne o quando non si può disturbare il vicinato. Quindi le caratteristiche sopra accennate si possono estendere anche per l’ascolto in cuffia che oltretutto permette di percepire un suono con peculiarità tridimensionali, cosa non facilissima per tale genere di ascolti.
L’AAAVT SM-6L6 è dotato di regolazione automatica del bias che offre in ogni momento la migliore performance possibile.
Quanto ai consigli per un buon fine settaggio, ho trovato effetti ideali con l’uso del cavo di alimentazione Analogue Research Silver Raincoat, le cui caratteristiche assecondano quelle dell’ampli e cavi di potenza e di segnale Stat Audio, molto neutri e corretti.
Consiglio, come per il modello P88i recentemente da me provato, di porre l’ampli con i suoi piedini su una superficie dura, tipo marmo, pietra o direttamente sul pavimento di casa.

Selezione musica ascoltata
Patrizia Laquidara: “Indirizzo portoghese”, CD Virgin
The Dave Brubeck Quartet: “Time out”, CD Columbia
J.S. Bach: “Concerti BWV 972, 973, 974, 975, 976, 978 e 981 per organo” CD Fonè
Romantic Harp Concertos, 2 CD Brilliant
Corelli, Vivaldi e Telemann: Concerti, CD Avvenimenti
The Jazz Tribe, CD Red Records
Sax Today, LP Red Records

Sistema utilizzato: all'impianto di Fabio "Perplesso" Barbato

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