La S.I. Audio è un’azienda di Napoli che rappresenta una bella realtà italiana. Il fondatore della S.I. Audio è l’Ing. Fulvio Chiappetta, che, alla iniziale progettazione e vendita di kit di montaggio per autocostruttori, ha avvertito fortemente la necessità di affiancare la realizzazione di apparecchiature audio finite e pronte all’uso, diventando in breve tempo un punto di riferimento per gli appassionati di amplificazioni a valvole e condizionatori di rete.Il prodotto che è stato preso in prova da ReMusic è il Cult/I, un amplificatore integrato stereo da 75 watt per canale in classe A che adotta tecnologia valvolare OTL e OCL.
Ho sempre apprezzato la tecnologia OTL, Output Transformer Less, ideata intorno alla metà del secolo scorso dal progettista Julius Futterman che, negli anni del boom del transistor in grado di assicurare elevate prestazioni di laboratorio grazie all’utilizzo di massicce dosi di controreazione, volle evitare l’utilizzo del trasformatore in uscita nelle circuitazioni a valvole, trasformatore che era considerato deleterio a causa della ridotta banda passante e dell’introduzione di deleterie rotazioni di fase.
Personalmente ritengo che, per quanto concerne il risultato sonoro, la tecnologia OTL riesca a sommare le qualità di purezza e trasparenza dei triodi single-ended, TSE, alla potenza dei transistor, dando così vita a una splendida unione tra naturalezza di emissione e forza dinamica. Il fatto è che, mentre è molto facile progettare e realizzare circuitazioni a transistor prive di trasformatori in uscita, farlo utilizzando le valvole è oltremodo complicato e richiede grande esperienza al fine di gestire al meglio le elevate potenze elettriche in gioco. Nel caso di molte delle realizzazioni S.I. Audio, alla tecnologia OTL viene affiancata anche la OCL, che prevede anche l’eliminazione dei condensatori di accoppiamento limitando molto anche il nocivo intervento dei condensatori sul percorso del segnale.
Ma veniamo al nostro S.I. Audio Cult/I che, pur essendo un amplificatore stereo integrato, si presenta in realtà con due telai, avendo l’alimentazione separata. Il Cult/I pesa in totale circa quaranta chili, il che la dice lunga circa l’impegno che deve affrontare l’appassionato per risolvere le difficoltà di gestione legate a massa/volume dell’apparecchio e relativi spazi occupati. In effetti il telaio principale, che contiene quattordici valvole tra potenza e segnale, ha bisogno di molta aria intorno, soprattutto nella parte superiore in quanto il calore sprigionato dalle otto valvole finali 6C33 della Sovtek non è di quelli da sottovalutare. Inoltre il telaio separato dedicato all’alimentazione pesa davvero moltissimo e deve essere posizionato a terra possibilmente lontano da fonti elettriche esterne che potrebbero negativamente interferire. Potete a questo punto facilmente intuire che anche l’imballaggio del delicato apparecchio è molto curato. Si tratta di due contenitori in legno che prevedono al loro interno dei tasselli di fissaggio e rinforzo, a loro volta assicurati con viti al contenitore principale, rendendo questo sistema così complesso e così poco intuitivo da prevedere addirittura una brochure apposita per le istruzioni di imballaggio. In una confezione a parte e accuratamente protetta ci sono le valvole che, essendo selezionate e tarate in azienda, sono numerate in modo da essere posizionate esattamente negli specifici zoccoli in ceramica anch’essi appositamente numerati.
Stessa cosa dicasi per le tre coppie di valvole di segnale che sono due ECC83, due E88CC e due ECC82.
L’inserimento delle valvole negli zoccoli in ceramica risulta molto agevole e piacevole grazie soprattutto all’ottima qualità di queste connessioni, ma da menzionare positivamente sono anche le rimanenti connessioni di ottima fattura con le RCA dorate degli ingressi, di cui uno in bilanciato XLR. Meritano soprattutto un cenno le eccellenti connessioni di uscita che permettono il fissaggio a vite anche delle terminazioni a banana da quattro mm, garantendo in tal modo un elevato standard di sicurezza. Un’altra testimonianza dell’estrema cura dei particolari del progetto è relativa all’alimentazione che è separata per i due canali, in modo da poter definire la circuitazione del Cult/I completamente dual mono.
Una volta montato il tutto, non senza una bella faticata, il Cult/I dimostra di possedere un’estetica che lo rende particolarmente originale. All’accensione il frontale nero in plexiglass si illumina di azzurro tutto intorno alle tre manopole composte da semisfere di pesante metallo lucido, le otto valvole a triodo diventano rosse e si riflettono sull’acciaio lucidato a specchio del pannello superiore, alle loro spalle cinque neri, grossi e costosi condensatori da 4.700 microfarad dell’inglese BHC di eccellente qualità , sembrano insuperabili sentinelle di guardia! I fianchetti di legno ingentiliscono la linea rendendola più leggera e meno techno, tanto che allo sguardo l’apparecchio appare molto meno pesante di quanto non lo sia in realtà.
Il Cult/I possiede una vera e propria sezione preamplificatrice a valvole, ne sono testimonianza le due coppie di ECC83 (12AX7) e ECC82 (12AU7) utilizzate come pre attivo e buffer, e le E88CC (6922) come stadio di pilotaggio. In pratica si può senz’altro dire che il Cult/I sia un preamplificatore più un finale di potenza in un unico telaio.
Come detto, le otto valvole amplificatrici sono le 6C33 di provenienza sovietica, che garantiscono una potenza di 75 watt, anche se personalmente ritengo che questo dato di targa sia sottostimato perché all’ascolto appaiono molti di più per controllo e impulso dinamico. Le 6C33 sono valvole molto robuste e silenziose, non per niente venivano utilizzate fino a non molto tempo fa addirittura nei famosi caccia MIG, aerei militari russi a reazione. Queste valvole sono a riscaldamento indiretto per cui, nonostante l’immediato calore prodotto, possono essere considerate operative al cento per cento solo dopo un’oretta di funzionamento. Inoltre la produzione industriale di questo tipo di valvole, piuttosto complessa e delicata, determina una forbice di tolleranza abbastanza ampia, per cui risulta dispendioso in termini di denaro e di tempo approntare una bancata di ben otto valvole con caratteristiche elettriche similari. Come detto il bias viene tarato in azienda e viene mantenuto costante in modo automatico dalla macchina stessa, per cui non vi è bisogno di nessun altro successivo intervento di riallineamento o correzione.
Devo confessare che, come per la maggior parte degli appassionati, sono particolarmente sensibile al fascino delle numerose valvole accese che, nella penombra della mia sala d’ascolto, sembrano addirittura ammalianti.
Ma la cosa più ammaliante è il suono che il Cult/I riesce a generare.
Ascoltando la musica classica ciò che colpisce immediatamente è la bellissima sensazione di trasparenza, è come se l’immagine sonora sia stata accuratamente lucidata e attentamente spolverata in modo che neanche un granellino di polvere sia rimasto posato a sporcare un immaginario, trasparentissimo vetro. Questa stupenda sensazione di limpidezza permane anche quando intervengono i suoni più bassi, come quelli emessi dai timpani, dalla grancassa e dai contrabbassi, insomma, anche questi strumenti sembrano suonare in un ambiente pulitissimo e fresco, mantenendo comunque inalterate le tonalità inferiori nel rispetto della timbrica del singolo strumento.
Durante l’ascolto si è fatta strada l’idea di una velocissima risposta ai transienti, quale miglior test quindi quello dell’ascolto di musica rock? Comincio con Bob Dylan per passare successivamente ai Guns ‘n Roses. Rimango stupefatto dai perfetti attacchi e rilasci di voce, chitarra, basso elettrico e armonica a bocca che suonano in un contesto musicale scandito da sintonia e sincronismo. Il Cult/I dimostra di possedere grandi doti di dinamica, che si esprime anche nella restituzione delle microinformazioni. Ciò significa che questo bell’integrato riesce a riprodurre i dettagli musicali in modo sobrio ed educato e con discreta dovizia di particolari in un contesto di macrodinamica di eccellente fattura, tanto da riuscire a coinvolgere la psiche in un ascolto attento in modo docile e rilassato ma completo e appagante.
Con la musica jazz si può apprezzare la restituzione del messaggio musicale in ambiente. Il sound stage è largo e giustamente profondo, senza essere profondissimo per non correre il rischio di perdere dettaglio e trasparenza. La capacità di controllo è notevole e si esprime contemporaneamente con l’emissione sia delle note basse che di quelle alte.
Sto cercando di trovare un difetto a questo Cult/I ma non lo trovo, forse posso dire che il microcontrasto merita mezzo voto in meno rispetto all’eccellenza del macrocontrasto, ma sono anche convinto che tutto potrebbe tranquillamente riequilibrarsi utilizzando diffusori un po’ più efficienti dei miei, il cui dato di targa è di “soli” 87 dB!
A tal proposito voglio sottolineare la grande capacità di pilotaggio di questo S.I. Audio, pilotaggio che si esprime con piglio, fermezza e decisione tanto da risultare un vero campione tra gli amplificatori a valvole OTL, tecnologia che notoriamente soffre le variazione di sensibilità dei diffusori ma non l’efficienza, per cui nel caso del Cult/I gli si possono affiancare diffusori che mai sogneremo di collegare ad amplificatori a valvole, permettendoci di osare oltre ogni limite.
Ma la qualità migliore del Cult/I è la grande capacità di scandire tempo e ritmo con naturalezza e spontaneità, infatti durante l’ascolto ci si ritrova a battere il tempo con mani e piedi.
Per quanto concerne i cavi ho preferito utilizzare i White Gold per il segnale e cavi molto neutri per la potenza ma devo dire che il Cult/I non sembra particolarmente idiosincratico ai cambi di cavi, anche se consiglio di utilizzare cavi che sfruttino al meglio le grandi doti di trasparenza e dinamica di questo integrato S.I. Audio, vedrei bene per esempio cavi con conduttore in argento.
Insomma un gran bell’apparecchio lo S.I. Audio Cult/I che, come ho detto, si fa riconoscere e apprezzare per eccellenti doti di trasparenza e dinamica espresse in un contesto timbrico di assoluto rigore. Peraltro non sembra arrendersi di fronte a diffusori difficili da pilotare, il che lo rende facile da inserire in ogni catena audio senza creare problemi di interfaccia.
Consigliatissimo a tutti coloro che ricercano nell’amplificazione a valvole la purezza, il controllo e la timbrica della classe A.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Potenza: 2x75WRMS
Capacità di pilotaggio: 15App
Ingressi/uscite linea: 1 XLR + 3 RCA + Rec Out RCA
Risposta in frequenza: 5-100.000 Hz +/-1dB THD 0.4%
Sens. imp. linea/ingresso: 250mV/47kohm
Rapporto S/N: 86dB
Dimensioni: mm 460x250x400 LxAxP
Peso: 40kg senza imballo
Triodi in tutte le funzioni di amplificazione, incluso lo stadio finale. Dual Mono con alimentazione e amplificazione separate su due telai. Stadio di preamplificazione con trasformatore dedicato. Totale assenza di controreazione ingresso-uscita. Totale protezione dell'altoparlante anche in caso di grave avaria. Condensatori di alimentazione audiograde BHC HQ. Selettore ingressi a relè blindati e contatti in oro. Trasformatore di alimentazione progettato per uso audio - CE/ISO 1728 VA + 100 VA - schermo primario/secondari per eliminare interferenze di rete. Circuito con piste dorate a doppio spessore.
Prezzo Italia alla data della recensione: 3.900,00 euro
Sistema utilizzato: all'impianto di Roberto "The Rock" Rocchi