Sono trascorsi oltre venti anni da quei pomeriggi spesi ad ascoltare il Teac VRDS 25X e il Marantz CD17 KIS. Erano i due campioni del momento, entrambi giapponesi ma con filosofia e impostazione completamente differenti. Il Teac era basato su una meccanica di lettura di altissima precisione, con un suono più aperto, rigoroso e focalizzato, ma anche più asciutto e, su alcune registrazioni acustiche, un po’ nasale. Il Marantz puntava le sue carte migliori sul sistema di conversione e sulla parte elettronica, sfoderando un suono decisamente più caldo, ricco, vibrante, ma un po' meno focalizzato e preciso del Teac. Avrei voluto tenere entrambi i lettori, ma non potevo permettermelo e la mia scelta cadde, non senza successivi rimpianti, sul Marantz.

Oggi mi ritrovo ancora ad ascoltare a confronto le due più rappresentative scuole di pensiero della lettura digitale, da un lato il lettore SACD Esoteric K-03Xs e dall’altro il SACD Marantz SA-11S3 utilizzato sia come integrato che come meccanica di lettura abbinata al DAC Lampizator Amber 2 che gli mette le ali e lo proietta senza complessi d’inferiorità tra i sistemi di lettura digitale di riferimento. Non ci crederete, ma quelle caratteristiche soniche e progettuali dei vecchi Teac e Marantz sono riaffiorate, ora come allora, vivide e coerenti, pur se con i dovuti distinguo, regalandomi emozioni mediate da nostalgici ricordi.
Il marchio Esoteric e le caratteristiche tecniche del lettore
Teac, acronimo di Tokyo Electro Acoustic Corporation, è un veterano dell’alta fedeltà, nato agli inizi degli anni ’50 e diventato famoso per la realizzazione di sistemi di lettura e registrazione audio per uso pro e consumer. Ovviamente, sistemi analogici a nastro magnetico. Oggi Teac Corporation è una realtà industriale importante, che produce elettroniche audio, sistemi di registrazione e supporti audio, avvalendosi di un migliaio di dipendenti. Esoteric è la divisione Hi-End del gruppo, creata nel 1987. Quell’eccellenza meccanica espressa da Teac in campo analogico si perpetua negli odierni sistemi di lettura per CD e SACD. Le ormai celebri meccaniche VRDS - Vibration-free Rigid Disc Clamping sono elemento caratterizzante e motivo d’orgoglio del brand giapponese.
Nell’annosa diatriba sull’importanza della meccanica, ricordo che vi sono stati fior di progettisti che hanno preferito l’impiego di meccaniche in composti plastici di derivazione informatica per la loro grande velocità di lettura del disco, in grado di autocorreggere l’errore prima dell’invio alla conversione, assistite da buffer per l’immagazzinamento dell’informazione estratta dal supporto. L’economicità di questi progetti ha reso possibile mettere sul mercato autentici campioni per rapporto qualità/prezzo quali, ad esempio, i lettori digitali Meridian della linea 500. Tuttavia, l’avvento della musica liquida con gli streamer player di ultima generazione ha evidenziato che ormai solo i lettori CD e SACD assistiti da una meccanica di qualità elevata riescono ancora a tenere il passo, se non a imporsi, all’avanzare della musica liquida, seppur in maniera sempre più sfumata, e a dare un senso al loro acquisto.
E a proposito del peso della meccanica nel progetto complessivo, basta osservare il solo dato fisico per capire l’importanza attribuita dai progettisti giapponesi a questo componente. Il K-03Xs monta una delle meccaniche migliori in circolazione, la VRDS-NEO, modello VMK-3,5-10, che da sola pesa 4,4 kg, con il solo suo supporto di irrigidimento a ponte che raggiunge gli 11,2 kg. L’intera elettronica pesa una trentina di chili. È proprio il caso di dire… altre dimensioni!
Il sistema di conversione si basa su una scheda di conversione dual mono D/A a 32 bit / 384 kHz munita di otto convertitori AK4497 32-bit premium DAC della Asahi Kasei Electronics, quattro per canale in configurazione parallelo/differenziale, completati da amplificatori operazionali di alta qualità Muses 8820. La conversione si avvale inoltre di un algoritmo 34 bit processing in grado di convertire segnali digitali PCM in segnale analogico con una risoluzione maggiore dei 32 bit, mediante un processamento appunto a 34 bit capace di una stupefacente risoluzione 1.024 volte superiore quella di un processamento “tradizionale” a 24 bit. Tre ingressi digitali consentono di utilizzare l’K-03Xs come DAC, accettando segnali da PC o streamer non solo via USB, ma anche dagli ingressi coassiale e ottico. I file ad alta risoluzione veicolati via USB sono trattati fino a 32 bit /768 kHz, mentre i file DSD arrivano a 22,5 MHz.
Tre grossi trasformatori toroidali alimentano i circuiti analogici, quelli digitali e di servizio. Il K-03Xs si avvale di un clock di alta precisione VCXO utilizzato sul modello Grandioso che esalta le prestazioni dell’elettronica anche nella gestione dei segnali asincroni da streamer e rende quasi inutile, rispetto ai modelli precedenti, un possibile upgrade mediante la connessione dell’elettronica a un clock esterno di qualità quale il G-01X o il G-02X.
Setup e fine tuning
Il K-03Xs, come è logico attendersi a queste cifre e a queste estremizzazioni del progetto, non è una elettronica plug and play. Richiede attenzioni sotto almeno tre punti di vista: un corretto isolamento meccanico, un corretto interfacciamento elettrico, un attento rodaggio di tutti i suoi circuiti e di tutte le componenti meccaniche.
Il primo impatto, appena collegato, è quello di un lettore poco arioso, aggressivo in gamma media, con un basso molto presente ma piuttosto disarticolato e scollato dalla gamma media. C’è quanto basta per rispedirlo al mittente. Ma l’esperienza insegna che le primedonne bisogna saperle attendere e ciò vale anche nell’alta fedeltà. Il rodaggio effettivamente è estenuante e il cambiamento del suono dell’elettronica è sempre ben percepibile giorno dopo giorno. Ebbene sì, con apparecchi di questa caratura preferisco non mandare in modalità repeat il lettore per nottate intere. Amo il rodaggio e il fatto di potermi godere la musica per intere giornate e periodicamente, sedermi a riascoltare l’impianto per vedere come sta evolvendo il suono.
Ho utilizzato il lettore nella modalità di default, ovvero senza alcun sovracampionamento del segnale PCM, dalle opzioni disponibili 2/4/8/16x, né mi sono avvalso della possibilità di trasformazione del segnale PCM in DSD. Ho inserito il lettore nel mio impianto e, dico la verità, all’inizio ho preferito utilizzare un collegamento in sbilanciato per stemperare l’aggressività e il suono denso e compatto subito manifestato dall’elettronica in fase di rodaggio. Solo dopo il primo centinaio di ore ho cominciato ad apprezzare una sensibile apertura e sono tornato a un collegamento completamente bilanciato, particolarmente gradito alla mia amplificazione.
La spinta sul basso è poderosa ma ancora perfettibile. Mi armo di santa pazienza e ordino una base in granito sintetico da 2 cm da interporre tra il ripiano del tavolo porta elettroniche e il lettore. Tre giorni di attesa per averla, dannati lapidari... ;-) L’immagine migliora un pochino e il basso diventa più espressivo e cangiante. Incoraggiato dal risultato, mi gioco un’altra carta. Poggio la base metallica del lettore direttamente su tre disaccoppiatori Finite Elemente e, sfruttando la loro maggiore altezza rispetto ai piedoni di serie dell’Esoteric, metto fuori gioco questi ultimi. I piedoni in dotazione al lettore giapponese sono sostanzialmente delle enormi punte con sotto punta integrato e, concettualmente lavorano per limite minimo di contatto ma non per discontinuità dei materiali, che teoricamente è molto più efficace per disaccoppiare. Ovvero, l’Esoteric usa le punte con sotto punta mentre Finite Elemente usa una sfera di materiale a densità differente interposta tra due capsule, praticamente una pallina di ceramica tra due gusci di duralluminio. Beh, risultato notevole! Basso teso e potente, scena cresciuta in tutte le dimensioni. Mi compiaccio del risultato e inizio a pensare a cosa utilizzare in luogo del modesto cavo di serie. A mio personalissimo avviso Faber’s Cables realizza cavi di alimentazione tra i più efficaci in commercio, praticamente una garanzia. A casa ho solo dei Level 3, forse la linea più universale e immediatamente fruibile, equilibrata e dal rapporto Q/P più favorevole, quindi la scelta è obbligata. Il microdettaglio raggiunge una finezza disarmante, anche se mi aspettavo di più sul fronte altezza della scena dove altri modelli Faber’s Cables fanno secondo me miracoli.
È il caso di fare una prova ulteriore. Spengo la sorgente e giro la spina del cavo. Bingo! Nel mio setup, con pre e finale collegati in fase elettrica corretta, l’Esoteric si esprime nettamente meglio collegato con la fase elettrica invertita, di cui si avvantaggia in particolare l’altezza complessiva del palcoscenico. Ecco, ora ci siamo quasi.
La ciliegina sulla torta arriva dal collegamento della terra con la Groundbox, dato che l’Esoteric è dotato di un connettore a serraggio per la messa a terra dell’elettronica. In termini di finezza e profondità della scena facciamo un ulteriore passo avanti. Dopo due mesi di convivenza, di lavoro e tante piccole attenzioni, comincio a esser finalmente soddisfatto di questo K-03Xs.
L’ascolto
La prima cosa che colpisce all’ascolto dell’Esoteric è quella rara capacità di fare ordine, raccordare le singole componenti dell’impianto e rendere la tessitura musicale straordinariamente liquida e organica. Questo lettore ristabilisce il primato della sorgente senza protagonismi. La rappresentazione appare, di primo acchito, piuttosto dimessa, rarefatta, così impalpabile che quasi ci si perde con sguardo ansioso alla ricerca dei propri riferimenti nella grandiosità della scena riproposta, percependoli appena più arretrati. Quella che può sulle prime apparire una minore immanenza e ricchezza armonica rispetto al riferimento Marantz più Lampizator non è altro che l’effetto di questa sferzata di ariosità che dilata orizzonti e spazi virtuali accentuando l’illusorietà della prospettiva. Quella che può apparire una minore matericità rispetto al riferimento è solo una limpida visione fatta di pulizia e rigorosa precisione, che fa crescere l’intero impianto di almeno due spanne verso una concezione Hi-End dell’ascolto musicale. Quell’aria fina e rarefatta che disegna orizzonti lontani e ospita i più minuti decadimenti armonici in tutta la stanza è il segno distintivo delle elettroniche di rango davvero elevato.
Sul fronte dinamico, l’Esoteric non smentisce le sue prerogative di autentica corazzata, garantendo una possanza e una immanenza nei transienti che scuote e impressiona. Il basso è bellissimo, teso e pulito, dritto allo stomaco e guadagna in estensione e potenza senza far ombra a quella meravigliosa tessitura fatta di un microdettaglio finissimo che è la gamma media del giapponese. Con queste premesse, l’ascolto di tutti i vecchi dischetti di Tom Waits diventa irresistibile.
Il Marantz in coppia col DAC Lampizator ha un suono spesso, corposo, rigoglioso, ricco e riverberante, ma decisamente più confinato nella stanza, luminoso, palpabile ma meno incline a espandersi in tutte le direzioni. Rispetto al K-03Xs è un filo meno esteso in gamma alta e si avverte una minore definizione, trasparenza e pulizia in basso. Ciò conferisce all’evento musicale un effetto molto inciso e scontornato, una presenza indubbiamente coinvolgente ma la ricchezza di sfumature e la finezza di dettagli dell’Esoteric marca la sottile linea tra l’ottimo/bellissimo che dispensiamo sull’onda emozionale della bella musica appena ascoltata e tutti gli aggettivi che poi ti mancano per macchine come l’Esoteric, perché il semplice eccezionale rischia di diventare banale.
Concordo con l’amico Luigi una sessione di ascolto nella sua sala, ormai un riferimento assoluto, dotata di un impianto descritto al fondo dell’articolo e molto affine al mio modo di intendere la musica riprodotta. Ciò mi consente di mettere spalla a spalla l’Esoteric col suo SACD Luxman D-08u, il top di gamma della casa giapponese, dal listino sostanzialmente allineato a quello del K-03Xs. Che dire? Ancora una volta due grandi interpretazioni del suono, differenti ma entrambe affascinanti. Fatta la debita premessa che, a questi livelli, fondamentale diventa il fine tuning per assecondare e sfruttare appieno le potenzialità delle macchine – e ci abbiamo lavorato un bel po' per consentire all’Esoteric in un impianto tarato a immagine del Lux di potersi esprimere ai livelli attesi – sono emerse interessanti indicazioni. L’Esoteric si conferma più estremizzato e per questo meno immediato nella fruizione, richiedendo molta attenzione, non solo nella scelta dei partner, per riuscire a ottenere un suono completo ed equilibrato. Il Luxman appare decisamente più indulgente e “piacione”, un lettore che, ascoltato anche in altre occasioni e setup differenti, impressiona da subito per una ricostruzione scenica composta, ariosa ed enorme. Al confronto, l’Esoteric appena inserito nell’impianto, appare più contrastato e dinamico con una spinta sul basso poderosa, ma non si apre subito ai livelli del Luxman, non raggiunge quella ariosità e profondità, non sembra avere la stessa suadenza nelle voci.
OK, prendiamo atto che c’è da lavorare. In particolare, sul cablaggio. Riporto, per mera cronaca, che è proprio un quinto elemento del solito Faber’s Cables sul segnale a restituire quel tassello mancante mettendoci tutti d’accordo sul suono Esoteric in tutta la sua magnificenza. La scena finalmente esplode, con una timbrica fluida, opulenta e vivace e a questo punto diventa davvero difficile esprimere una preferenza. Restano comunque ben definite le aree di vocazione dei due lettori. Il Luxman suona in modo grandioso, la scena riempie senza difficoltà la parete di fondo e tutta la sala e impressiona da subito per raffinatezza ed eleganza. L’Esoteric aggiunge a tale palcoscenico, a essere pignoli, appena appena meno vasto, un’escursione dinamica poderosa. L’impatto è di quelli che fanno vibrare lo sterno, dove parlare di fisicità diventa quanto meno appropriato. Indubbiamente l’Esoteric resta una macchina sostanzialmente più luminosa, vivace e contrastata rispetto al Luxman. Quest’ultimo, pur non potendosi definire morbido, anzi, mantiene una trasparenza e tridimensionalità da riferimento assoluto, appare più dilavato nello spessore complessivo dei protagonisti.
Due splendide elettroniche da scegliere in relazione al risultato atteso. Per quel che resta un mio personale giudizio, la scelta di valorizzazione di un Esoteric passa da un amplificatore che ne sappia assecondare tutta la spinta dinamica e da diffusori che abbiano una estensione idonea a esprimerne il potenziale in ambiente.
Dedico le ultime righe di questo articolo alla sezione DAC dell’Esoteric. Ho collegato il mio streamer Auralic Aries Mini con alimentazione esterna sovradimensionata e ho ascoltato file PCM da Tidal, anche in formato MQA, e file DSD da hard disk interno allo streamer. Ho utilizzato sia l’ingresso USB che la connessione digitale S/PDIF. Con un cavo USB di qualità, ho utilizzato un Kimber, e file ad alta risoluzione, la conversione dell’Esoteric non fa rimpiangere l’utilizzo dei dischetti. Tuttavia, almeno nel mio setup, il dischetto a 16 bit, complice una meccanica VRDS strepitosa, a un orecchio attento continua a farsi preferire anche ai file di musica liquida ad alta risoluzione. Ciò in particolare in termini di finezza e fluidità, oltre che per una gamma bassa massiccia e granitica che mi è parsa ancora difficilmente superabile. Ma, complice la grande capacità di adattamento dell’udito, dopo i primi brani, vi assicuro, prevale un più generale piacere d’ascolto che non lascia molto spazio a rimpianti, con il plus della comodità d’utilizzo della liquida.
In conclusione, l’Esoteric K-03Xs è un’elettronica definitiva, di comprovata affidabilità e dalle raffinatissime soluzioni tecniche, a prova di obsolescenza. Merita un acquisto? Certo. Se possedete una bella collezione di dischetti d’argento e non avete preclusioni verso il progresso della musica liquida, è un lettore che consente l’ascolto dei CD e SACD ai massimi livelli oggi consentiti, nonché una meccanica indistruttibile in grado di lavorare con un DAC esterno se proprio avete voglia di giocare e, infine, un DAC interno per convertire segnali digitali di musica liquida, dotato di un sistema di conversione al top della tecnologia, perfettamente in grado di traghettarvi nella prossima era geologica della musica riprodotta, forse quando riusciranno a veicolarla direttamente sotto forma di onde cerebrali, bypassando l’udito, chissà…
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Compatibilità: Super Audio CD, CD, CD-R, CD-RW
Uscite analogiche; XLR e RCA
Ingressi digitali: USB, S/PDIF RCA, TOSLINK
Uscite digitali: XLR, RCA
Impedenza d’uscita: 84 ohm XLR, 37 ohm RCA
Livello d’uscita massimo: 5mV XLR, 2,5mV RCA
Rapporto segnale/rumore: 120dB
Distorsione: 0,0008%
Dimensioni: 445x162x438mm
Peso: 28kg
Distributore ufficiale Italia: al sito Audiogamma
Prezzo Italia alla data della recensione: 15,500,00 euro
Sistema utilizzato: all’impianto di Emilio Paolo Forte
impianto dell’amico Luigi
Sorgente analogica VPI HR-X con due bracci, VPI JMW 12.7 e Ortofon RS-309D 12", testine Dynavector XX2 MKII, Sumiko Songbird, Benz Glider mod. Torlai e Soundsmith Zephyr MIMC
Pre phono GM con curve equalizzazione RIAA
Sorgente digitale Luxman D-08u
Sorgente digitale Esoteric K-01Xs
Preampli Audio Research Reference 6
Preampli YBA 1
Finale YBA 1
Finale Audio Research VT100 MK3
Finale Audio Research Reference 150
Finale Dan D’Agostino Classic
Finali mono Norma Audio MR 8.7B
Diffusori B&W 800 D3
Diffusori TAD Reference One