Lucerne Summer Festival | mercoledì 16 agosto 2023

11.09.2023

Il 16 agosto l’Orchestra del Festival ha avuto la terza occasione di esibirsi, questa volta però in formazione completa. Dovete sapere che, oltre ai concerti sinfonici, nell’ambito del Festival si tengono anche dei concerti di musica da camera, utilizzando anche in questi i membri dell’orchestra. Per questo motivo il concerto tenuto da Beatrice Rana è quindi diventato il n. 4. Era previsto che dirigesse Riccardo Chailly ma, anche in questo caso, il Maestro è stato sostituito, questa volta dal colombiano Andrés Orozco-Estrada.

 

Un altro cambiamento del programma originale è stata la sostituzione della Prima Sinfonia di Rachmaninov, vista l’idea di un programma interamente dedicato al compositore russo, prevista nella seconda parte. Rachmaninov, infatti, visse diversi decenni vicino a Lucerna, ma Orozco-Estrada per questa seconda parte ha preferito presentare la Sinfonia Fantastica, op. 14 di Berlioz, una scelta quasi obbligata dal momento che il direttore colombiano ha Berlioz nel repertorio di quest’anno, mentre il tempo per preparare la Prima Sinfonia di Rachmaninov non ci sarebbe proprio stato: il compositore russo non è uno famoso per la semplicità delle sue partiture!

Solista di turno è stata l’Italiana Beatrice Rana, che nella prima parte del programma si è esibita nella Rapsodia su un tema di Paganini, op. 43 di Rachmaninov, approfondimenti qui.

Entrambe le composizioni in programma prevedono un’orchestra completa in tutte le sue sezioni, cosa che rende evidente la volontà di entrambi i compositori di provocare un imponente impatto sonoro sull’ascoltatore. Insomma, una vera gioia per l’audiofilo!

 

La Rapsodia su un tema di Paganini, op. 43 di Rachmaninov, che ha aperto la serata, si basa su ventiquattro variazioni sul tema di un capriccio di Paganini. La composizione, oltre a una elevatissima difficoltà tecnica – Rachmaninov era un virtuoso sublime della tastiera e scriveva brani davvero complessi – ha in più, nascosto in sottofondo, un rimando alla nota leggenda secondo la quale Paganini avrebbe venduto la sua anima al diavolo, il famoso tema del Dies irae. Anche la struttura della composizione non è esattamente quella attesa da una serie canonica di variazioni, si possono identificare tre gruppi che rappresenterebbero la forma classica di un concerto per pianoforte: movimento iniziale veloce, quello di mezzo più lento e quello finale di nuovo veloce.

 

Entrando nella sala e guardando il palco la prima cosa che mi ha sorpreso è stato il numero di arpe: sul palco campeggiava un solo strumento e i miei pensieri sono volati alla seconda parte del programma, poiché è impensabile eseguire la Sinfonia Fantastica con una sola arpa, visto che ne necessita di almeno due. La disposizione dell’orchestra ha ricalcato quella mostrata da Järvi nei primi due concerti, con gli archi disposti nella variante Furtwängler dell’arrangiamento americano, una variante che noto sempre più in uso ai concerti che frequento: quindi i primi violini a sinistra, come di consueto, a centro-sinistra i secondi violini, a centro-destra i violoncelli davanti agli otto contrabbassi e completamente a destra le viole. La prima fila dei legni dietro gli archi, da sinistra a destra, l’ottavino, i flauti e gli oboi, nella fila successiva, i clarinetti e i fagotti. In questa fila anche una parte dei corni, mentre gli ottoni si finiscono di disporre in terza fila, a sinistra il resto dei corni, seguiti dalle trombe e poi a centro-destra i tromboni e la tuba. In fondo al palco tutti gli strumenti a percussione, con il pianoforte a occupare il centro della scena, come al solito davanti al direttore.

 

La prima composizione, Rachmaninov, parte in modo fulminante: Allegro vivace, con una brevissima introduzione di qualche secondo del tema suonata dall’orchestra, interrotto da accordi violenti del pianoforte per poi sfociare nel primo “tutti”. In questi pochi secondi non solo si nota una grande dinamica ma un’estrema differenza di altezza delle note. Nel primo accordo del pianoforte viene suonata l’ottava più bassa e nell’ultimo accordo, il quarto, durante il “tutti”, l’ottava più alta. Ottimo materiale per gli audiofili, direi unico. Tutto il resto della composizione non è meno interessante sia dal punto di vista della dinamica, con tanti momenti esplosivi, che da quello dei colori sonori e soprattutto della espressività, con passaggi altamente lirici e altamente virtuosistici. Le melodie sono di cortissima durata, suonate principalmente dalla sezione archi con piccoli interventi ritmici delle altre sezioni, oppure viceversa. Rachmaninov fa moltissimo uso di piccole pause fra le note e questo per tutte le voci nella partitura creando per qualche secondo o frazione di secondo costantemente effetti sonori diversi qua e là.
Il pianoforte segue uno stile simile, inframmezzando con brevi pause gli altrettanto brevi temi. Si nota, per esempio, che a volte una mano suona mentre l’altra fa una veloce pausa.

I tempi usati da Rana e Orozco-Estrada rientravano nella norma di quelli che sono il mio riferimento, in nessuna delle variazioni sono stato distratto da tempi troppo lenti o veloci. Durante tutta l’esecuzione è emersa l’eccellente tecnica della Rana, mai in difficoltà nel gestire anche i passaggi più ardui, che in Rachmaninov sono davvero numerosi. La sua dote più evidente e che mi ha colpito di più è stata la grande capacità espressiva, che emergeva specialmente nelle variazioni più lente, per esempio nella settima, undicesima, dodicesima e in particolar modo nella diciottesima, forse la più celebre. Ho trovato il tocco della Rana morbido, cosa che aiuta molto nella espressività di questi passaggi lirici, mantenendo sempre un rigore ritmico senza mai perdere in leggerezza. In generale preferisco lo stile dei pianisti russi, con più articolazione delle note, più sottolineatura delle pause e, nei passaggi più impulsivi come quelli delle variazioni otto, dieci, diciassette e a partire dalla fine della ventiduesima, un suono più potente. Questo per contrastare l’organico orchestrale molto folto, con una sezione ottoni di rilievo e quella delle percussioni più numerosa di quella usata in Beethoven e Brahms, per citare degli esempi. Forse ho avuto questa sensazione perché il mio posto era nella diciottesima fila. Ma sarà anche stata una scelta interpretativa che può piacere a molti. Giova ricordare che il posto in sala e nei concerti di solista e orchestra gioca un ruolo fondamentale, ma ancor più è importante la capacità del direttore di controllare l’emissione sonora dell’orchestra, che altrimenti soverchia lo strumento solista. Rifacendomi alle mie esperienze dal vivo, non ho però avuto l’impressione che l’emissione sonora orchestrale per questa composizione di Rachmaninov fosse davvero eccessiva.
Il pubblico ha acclamato la solista a lungo, con standing ovation, mostrando il proprio gradimento e sottolineando il successo dell’interpretazione della pianista italiana.

 

Dopo la pausa ecco una composizione famosa, monumentale e folle del periodo romantico, di carattere estremamente passionale.

Il primo movimento della Sinfonia Fantastica, op 14 di Berlioz porta la dizione Fantasticherie - Passioni, il secondo Un ballo, il terzo Scena campestre; il quarto Marcia al supplizio e l’ultimo Sogno di una notte di sabba. Per dettagli sul significato della composizione vi rimando a questo link.

Per realizzare le sue idee musicali Berlioz ha utilizzato tutti i mezzi strumentali a disposizione, salvo l’organo. Nella partitura ci sono molte notazioni per il direttore, anche i tempi per l’esecuzione sono stati annotati. Indubbiamente Berlioz voleva dare più informazioni possibili per esprimere tutti gli stati d’animo della composizione. La dinamica varia dal pppp fino al fff, che dice quanto in particolare tenesse alla cura della dinamica nel pianissimo piuttosto che nel fortissimo. Rientrando nella sala, per fortuna ho notato l’aggiunta non solo della seconda arpa ma addirittura del loro raddoppio, esiste infatti anche questa versione con il rafforzamento delle due voci delle arpe, per un totale di quattro strumenti. Le campane da chiesa non erano visibili sul palco, invece, in quanto lasciate dietro le quinte.


L’approccio di Orozco-Estrada a questa composizione è stato altamente passionale ed emozionale. Ha curato tutte le dinamiche e notazioni del compositore, almeno quelle che conosco e ricordo dall’aver letto la partitura.

L’inizio dell’opera prevede un pianissimo e pianissimo è stato, eseguito con una grande sensibilità e con grande espressività, per poi continuare nello sviluppo del movimento con accentuazioni e sottolineature sia dei crescendo che dei diminuendo. L’esecuzione tecnica dell’orchestra è stata esemplare, di una qualità che pochissime volte ho percepito a questi livelli. Con questa dinamica, espressione e passione, riuscire a riprodurre le note con questa chiarezza e purezza è eccezionale. L’orchestra non sembrava avere nessun problema a seguire tuti i gesti fisici del direttore, trasferendo dalle sue braccia al pubblico emozioni pure, quasi come fossero davvero un tutt’uno. Spontaneità e fluidità dell’esecuzione regnavano in sala, insomma.

Uno dei gruppi orchestrali che il direttore ha particolarmente evidenziato, secondo me, è stato quello dei contrabbassi, anch’essi rimpolpati come numero. Ascoltando questa sinfonia non mi ero mai accorto dell’importanza che avesse questa voce nella partitura, in particolare nel primo movimento. Dal punto di vista audiofilo devo ammettere che sentire questi otto contrabbassi suonare in quel modo, un unisono preciso e chiaro nella bella sala del KKL, è stato non solo un estremo piacere estetico sonoro ma anche qualcosa che mi ha toccato nel profondo.

Nel secondo movimento in tempo di valzer, in 3/8 e non in 3/4, mi ha fatto molto piacere per come il direttore l’ha interpretato. Dal punto di vista di un ballerino piuttosto che da tecnico l’ho davvero apprezzato moltissimo. Questo dare l’accento sul secondo battito invece del primo crea un effetto più leggero e più slanciato, pieno di movimento.

Il terzo movimento, Scena campestre, un adagio con diversi cambiamenti progressivi di dinamica dal pppp fino al ff, rappresenta i diversi stati d’animo dell’innamorato, della ricerca di pace interna, del tormento di un amore infedele, del dolore. Tutti questi cambiamenti emozionali li ho trovati interpretati egregiamente da questa compagine di musicisti eccelsi e tutti i passaggi solistici sono stati eseguiti tecnicamente in modo magistrale. Anche se la tensione drammatica e gli estremi emozionali negli ultimi due movimenti della composizione sono aumentati notevolmente, questo non ha inciso sulla qualità dell’esecuzione. I passaggi più complessi scivolavano via con una chiarezza delle note notevole. Gli archi hanno retto al volume sonoro delle altre sezioni orchestrali molto energicamente, con molta pressione e anche con molto successo.

Il finale è stato un tripudio di suoni e melodie, per chi conosce il pezzo, davvero entusiasmante. Alla fine, questa vera marea di emozioni si è sciolta in un grande boato da parte del pubblico e, inutile dirlo, in una standing ovation molto appassionata. Per me è stato un’interpretazione ad altissimo livello, molto emozionante, come pochissime altre volte ho ascoltato dal vivo. Composizioni così generose rischiano facilmente che tutto finisca in una confusione incontrollata di suoni, perché a volte l’entusiasmo è deleterio. Ma questo non è accaduto e sono veramente rimasto impressionato, nonostante che di concerti e interpreti ad alto livello ne abbia sentiti davvero tanti altri. Una gran bella serata di musica.

 

Programma

Lucerne Summer Festival

Mercoledì 16 agosto 2023

Sala da concerto KKL di Lucerna

Lucerne Festival Orchestra

Andrés Orozco-Estrada, Direttore

Beatrice Rana, Piano

Rachmaninov: Rapsodia su un tema di Paganini, op. 43

Berlioz: Sinfonia Fantastica, op. 14


Foto

© Priska Ketterer / Lucerne Festival

Proprietà riservata - Vietata la riproduzione

 

Per ulteriori info

al sito del Lucerne Festival

al sito del KKL Luzern

Torna su

Pubblicità

Is this article available only in such a language?

Subscribe to our newsletter to receive more articles in your language!

 

Questo articolo esiste solo in questa lingua?

Iscriviti alla newsletter per ricevere gli articoli nella tua lingua!

 

Iscriviti ora!

Pubblicità