M2Tech Evo set | parte prima - interfaccia hiFace Evo ed Evo DAC

24.09.2012

Introdurre oggi la M2Tech in un articolo online mi sembra ormai cosa del tutto inutile, basta una veloce ricerca su Google per appurare che la toscana M2Tech, quella della celeberrima “pennetta”, sia già globalmente nota e sono oltretutto convinto che sarà anche giustamente ricordata nella storia della riproduzione musicale al capitolo dal titolo E venne il giorno in cui i PC subentrarono ai lettori CD.

 

Certo, interfacciare un PC con un impianto, o più generalmente con un DAC audio, non è mai stato impossibile, anzi in ambito professionale è sempre stato facilissimo, bastava acquistare appositi PC, con apposite schede audio, aventi apposite uscite S/PDIF, con appositi driver, per appositi formati e tutto il resto appresso… Facile, no?

Questo in passato, poi è arrivata la M2Tech, con una piccola, economica, pratica “pennetta”, la hiFace, che con pochi clic del mouse per l’installazione dei driver e per il setup dell’applicazione utilizzata ha permesso di estrarre dalla USB di praticamente qualsiasi PC desktop, notebook e net book, un segnale digitale a risoluzioni quasi limite della tecnologia disponibile, vale a dire frequenze di campionamento pari a 44.1, 48, 88.2, 96, 176.4 e 192 kHz, con risoluzione da 16 up a 24 bit e con un jitter virtualmente nullo.

 

Ma questa è ormai storia. Oggi la M2Tech ha nel proprio catalogo, oltre alla “cara vecchia pennetta” dalla nuova versione ancora migliore, due DAC e un nuovo e molto interessante convertitore AD di cui parleremo in un prossimo articolo, con le relative alimentazioni dedicate e accessori.

Oggetto di questi articoli sarà la disamina della serie Evo quella che, a mio parere, rappresenta per la sua modularità, flessibilità e, permettetemi, freschezza d’approccio ingegneristico, la linea di prodotto dedicato alla musica liquida più interessante e innovativa degli ultimi anni.

La linea Evo è composta da quattro prodotti: Evo DAC, hiFace Evo, Evo Supply ed Evo Clock.

Quattro graziosi “cubetti delle meraviglie” costruiti in alluminio: un DAC, un’interfaccia digitale PC-DAC, una super alimentazione a batteria e un clock esterno per l’interfaccia. Sono tutti e quattro moduli separati e sempre separati possono essere acquistati, consentendo così un upgrade graduale dell’impianto verso una configurazione finale estremamente completa, di musicalità più che buona e a prezzi non troppo eccessivi.

L’ordine con cui li ho elencati è quello con cui sono stati inseriti nella mia catena. Ma è anche quello con cui personalmente li acquisterei, se stessi cercando di far evolvere il mio sistema da un impianto che prevede come sorgente digitale un lettore CD a favore di un sistema che tende alla – sola? – musica liquida.

 

M2Tech Evo DAC

L’Evo DAC è stato il primo apparecchio che ho testato, questo perché volevo innanzitutto confrontare la musicalità del convertitore digitale analogico con quella ottenuta dai processori interni al mio lettore Yamaha CD-S 2000 e di quelli che si sono alternati nei sistemi dei miei amici, così da poter meglio paragonare i risultati ottenibili dagli altri apparecchi.

 

Il DAC viene fornito con il proprio alimentatore da 9V/2A, ma come vedremo in seguito questo può essere sostituito dall’Evo Supply.

L’Evo DAC permette conversioni di segnale fino a 192 kHz/24 bit per gli ingressi coassiale e ottico e 192 kHz/32 bit per segnali inviati all’ingresso I²S.

Il DAC, come tutta la serie Evo, si presenta come un compatto e piccolo parallelepipedo d’alluminio con pianta quadrata di circa dieci cm di lato e cinque di altezza.

Sulla faccia anteriore del DAC Evo si trovano: l’ingresso dell’alimentazione con relativo led, gli indicatori della frequenza di campionamento con relativi led indicanti i moltiplicatori di frequenza e la levetta di selezione degli ingressi coassiale, ottico e I²S.

 

Come spiega la stessa guida del DAC, scaricabile e consultabile online dal sito della M2Tech, le frequenze di campionamento di tutti i file musicali hanno come massimo comune denominatore una di queste due frequenze: 44,1 kHz del CD e 48 kHz, tutte le restanti frequenze sono multipli di queste.

Partendo pertanto dalla frequenza di 44,1 kHz si otterranno x2 = 88,2 kHz e x4 = 176,4kHz, mentre partendo da quella di 48 kHz si otterranno x2 = 96 kHz e x4 = 192 kHz.

I led che indicano i fattori di moltiplicazione sono due: il primo moltiplica per uno, il secondo moltiplica per due, se accesi tutti e due il moltiplicatore sarà quattro.

Combinando il led acceso della frequenza di campionamento di base con i led accesi indicanti il fattore di moltiplicazione si otterrà indicazione dell’effettiva frequenza di campionamento che il DAC sta convertendo e, cosa che apprezzo tanto, si terrà anche bella sveglia l’unità aritmetico/logica del nostro cervello!

 

Sulla faccia posteriore del Evo DAC si hanno gli ingressi e le uscite. Affiancato agli ingressi ottico e coassiale si ha l’insolito ingresso I²S studiato appositamente dalla M2Tech per connettere l’hiFace Evo all’Evo DAC, consentendo un trasferimento di segnale da hiFace a DAC virtualmente a zero jitter. Tale connessione sfrutta, per il trasporto del segnale, quello che in informatica viene definito un cavo di rete CAT-5 – normale, non incrociato, mi raccomando – che permette un buona schermatura dalle interferenze esterne.

Inoltre solo con questa speciale connessione il DAC potrà convertire segnali fino a una risoluzione di 32 bit, mentre coassiale e ottico restano a 24 bit.

Le uscite disponibili sono solo RCA, ma placcate oro.

Ho collegato l’uscita ottica del mio lettore all’ingresso dell’Evo DAC e, comodamente seduto sul divano, ho iniziato ad ascoltare, switchare e, inevitabilmente, a paragonare.

Non ci sono dubbi, con l’Evo inserito il mio impianto ha ottenuto davvero un grande miglioramento.

La scena acustica si è allargata notevolmente, soprattutto sul piano orizzontale, la disposizione degli strumenti si è focalizzata evidenziando maggiore dettaglio, aumentando sensibilmente la sensazione di aria intorno ai diffusori e la sensazione live delle voci.

In sostanza, la caratteristica principale che rilevo quando switcho da CD all’Evo DAC è quella di togliere qualcosa tra me e le amate Tannoy, come se ci fossero state delle tende che l’Evo ha fatto istantaneamente scivolare via.

L’Evo DAC è davvero un buon upgrade per un impianto che ha una sorgente digitale da far crescere considerevolmente e che dispone di un’uscita digitale adeguata.

Il prezzo di listino del DAC è circa di 330 euro e seguendo il mio ragionamento iniziale questo può essere il primo passo verso un mondo digitale liquido ad alta soddisfazione.

 

M2Tech hiFace Evo

Dopo un buon periodo di ascolti assidui dell’Evo DAC mirati a conoscerne le caratteristiche musicali, ho deciso di mettere finalmente mano all’hiFace Evo.

Ma cos’è?

Trattasi di interfaccia PC-DAC che consente di trasferire un segnale audio digitale da un Personal Computer a un decodificatore digitale/analogico prelevandolo da una porta USB, Universal Serial Bus, rigorosamente 2.0.

L’utilizzo della porta USB 2.0 da parte dell’hiFace consente non soltanto l’impiego di un qualsiasi PC desktop, notebook o net book, come sorgente dati indipendentemente dalla scheda audio installata, ma grazie a dei driver appositamente sviluppati dalla M2Tech è possibile trasferire questo segnale digitale in modalità asincrona, per frequenze di campionamento fino a 192 kHz con risoluzioni da 16 a 32 bit a seconda dell’uscita utilizzata.

 

L’hiFace si alimenta a 7-11V e – bizzarria – non è corredata di alimentatore, mentre il DAC ne usa uno da 9V/2A. Per dimensioni e aspetto esteriore è del tutto identica al DAC e questo dicasi anche per i restanti Evo Clock e Evo Supply… quasi fosse un’istigazione al volerli avere e collezionare tutti…

Sulla faccia anteriore l’hiFace presenta l’ingresso dell’alimentazione con relativo led, l’ingresso per il collegamento di un clock esterno, come l’Evo Clock, con relativo led di presenza segnale, l’ingresso USB con relativo led di presenza dati, le uscite ottica Toslink e ottica AT&T ST.

Sulla faccia posteriore si hanno Uscita I2S, le uscite S/PDIF RCA e BNC 75 ohm, infine l’uscita AES/EBU.

Se consideriamo le dimensioni dell’oggetto, sembra quasi impossibile ma è proprio così, sono presenti tutte le connessioni di I/O che ho citato!

 

L’hiFace, come dicevamo prima, è un’interfaccia PC-DAC, pertanto il suo inserimento nell’impianto non comporta solamente un collegamento fisico dello stesso alla catena audio ma anche l’installazione dei Driver sull’elaboratore utilizzato per poterne consentire il corretto funzionamento e il setup delle applicazioni di riproduzione audio per il riconoscimento dell’hiFace come “scheda audio”.

Per fare questo M2Tech mette a disposizione online i driver sempre aggiornati e una completa documentazione che spiega passo passo, click dopo click, l’installazione dell’hiFace sia su piattaforma Windows XP, Vista e 7, che Apple.

Inoltre, sempre online, si trova riferimento per il corretto setup dell’interfaccia nelle più diffuse applicazioni player quali iTunes, Foobar, Media Monkey e WinAmp, suggerendo in base al sistema operativo quale setup sia meglio approntare.

 

N.B. Per chi non masticasse pentolate di Byte tutti i giorni qui sono stati affrontati due concettoni:

1 - installazione driver...

2 - setup applicazioni...

 

Quindi, approfondiamo. L’hiFace è un interfaccia che dal lato PC viene vista a tutti gli effetti come periferica dello stesso, quali potrebbero essere una stampante, un video o come in questo caso una scheda audio esterna.

Per far sì che la periferica possa funzionare si ha la necessità di farla correttamente riconoscere e “pilotare” dall’elaboratore, per far questo, se non già presenti nel sistema operativo, si ha necessità di installare dei driver.

Installati i driver il sistema operativo sa che una nuova periferica, concettualmente una scheda audio, è presente ed è pronta per l’utilizzo. A questo punto bisogna fare in modo che i programmi la vadano a utilizzare: pertanto il più delle volte si deve accedere alle impostazioni degli stessi e settare l’utilizzo di questa periferica.

 

A questo punto il sistema operativo ha una periferica pronta da utilizzare, grazie ai driver. I programmi sanno che dovranno utilizzarla: questa è la prima parte di setup. Ora, per i programmi sotto sistema operativo Microsoft, bisogna decidere il modo con cui programmi dovranno inviare i dati verso la periferica, ovvero il protocollo con cui i dati saranno prelevati dalle memorie di massa, elaborati e spediti alla periferica.

Attualmente i protocolli utilizzabili sono tre: Direct Sound (DS), Kernel Streaming (KS) e WASAPI. M2Tech anche in questo caso mette online una completa documentazione con suggerimenti per un corretto funzionamento dell’hiFace.

 

Ho inserito l’HiFace nella mia catena con a valle l’Evo DAC e a monte un notebook con sistema operativo MS Windows 7 Prof.

L’installazione dei driver è stata semplicissima e l’interfaccia è stata riconosciuta istantaneamente dal sistema operativo.

Gli applicativi che ho utilizzato come player sono Foobar e JRiver Media Center comandati comodamente dal mio divano grazie a uno smartphone su cui ho installato rispettivamente foobar2000 controller per foobar e Gizmo per Media Center.

 

Ho fatto dei test e, in effetti, come pronosticato la CPU con WASAPI ha dovuto lavorare di più comportando a volte qualche lievissima e brevissima incertezza nell’invio dei dati. N.B. Questo l’ho riscontrato sul mio PC, su un altro potrebbe anche non succedere

 

I risultati migliori li ho comunque ottenuti con Kernel Streaming (KS).

 

Seguendo pedestremente le specifiche e i consigli M2Tech ho collegato HiFace all’Evo DAC mediante l’utilizzo delle porte I²S con un generico cavo di rete certificato CAT5 di un metro, predisponendo il sistema a una risoluzione di 32 bit e un jitter virtualmente molto, molto basso.

 

Con questo set up di Kernel Streaming (KS) e trasmissione dati via I²S ho eseguito dei test d’ascolto supportato anche dalle orecchie di qualche amico. Il test riguardava l’ascolto degli stessi brani tramite le seguenti configurazioni:

  1. CD-S2000 come meccanica + Cavo Ottico + Evo DAC
  2. PC (Jriver Media Center con setup Kernel Streaming (KS) + cavo USB + hiFace Evo + I²S + Evo DAC, brani in formato WAV da me estratti su PC dallo stesso CD (pertanto 44,1 kHz/16 bit) con l’impiego di EAC (Exact Audio Copy)
  3. PC (Jriver Media Center con setup Kernel Streaming (KS) + cavo USB + hiFace Evo + I²S + Evo DAC, brani FLAC acquistati online da siti ufficiali con frequenze di campionamento 192 kHz/24 bit

Premetto che il giudizio che segue è solo frutto dell’opinione delle persone che hanno avuto modo di sentire e giudicare “a orecchio” le configurazioni da me proposte, senza l’utilizzo di alcun strumento di misurazione.

 

Le differenze tra la configurazione 1 e le 2/3, quando sono state percepite, più che altro per brani jazz o acustici, sono state quasi tutte a favore della configurazione PC + Evo family.

Questo per me non è affatto poco.

Personalmente ritengo che una catena così composta: PC + interfaccia + DAC + smartphone sia intrinsecamente meno costosa di quella basata su un lettore o meccanica CD. Questo perché un PC per vari motivi è già presente nelle vostre case e lo stesso vale per lo smartphone o il tablet. In una configurazione PC si può avere in unica base di dati tutta la musica digitale che abbiamo in casa: i CD estratti opportunamente e i brani acquistati ad alta risoluzione. Infine, grazie alle ultime interfacce per smartphone e tablet, è tutto facilmente a portata… di dito. In sostanza se non suona meglio – e qui suona meglio assai – suona uguale, mi costa meno ed è più comoda!

 

La grossa differenza si sente quando si ascolta lo stesso brano in risoluzioni maggiori da quella del CD di 44,1 kHz e 16 bit. Si percepiscono maggiori dettagli e una più ampia dinamica indipendentemente dal genere suonato. Questo vale sia per brani 96 kHz 24 bit che per brani campionati a 192 kHz/24 bit che, a mio giudizio e nel mio impianto, sono quasi indistinguibili.

 

L’hiFace svolge il suo compito tranquillamente, silenziosamente come se tra PC e DAC ci fosse solo un cavo e questo credo sia il miglior complimento che un interfaccia di trasmissione dati possa ricevere. Ma noi esseri umani non siamo quello che siamo perché raggiunto un traguardo ci accontentiamo e ci fermiamo, dobbiamo sempre avere qualche cosa da desiderare in più, e quindi cosa potremmo desiderare ancora dal Evo DAC e dalla hiFace? Lo dico quindi sottovoce: a quando un HDMI che mi estragga da un Blu-Ray o da un DVD di Wayne Shorter un segnale audio stereo ad alta definizione da inviare al mio pre? Ma questa è solo una goliardica provocazione...

 

Concludendo: Evo DAC e hiFace Evo sono i primi due magici cubetti M2Tech che ho testato e ne sono stato pienamente soddisfatto. Con una spesa relativamente bassa, circa 740 euro, si può avere accesso a una nuova dimensione virtuale di fruibilità della musica che potrebbe riservare grosse sorprese.

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Evo DAC

Tensione di alimentazione: 9VDC

Corrente assorbita: 350mA

Frequenze di campionamento (kHz): 44,1, 48, 88,2, 96, 176,4, 192

Risoluzione: fino a 32 bit ingresso I2S, fino a 24 bit ingressi coassiale e ToslinkTM

Tensione di uscita: 2,7VRMS

THD+N: 0,002% a 1kHz, 0dBFS

SNR: 118dB, pesato “A”

Temperatura di funzionamento: da 0°C a 40°C

Dimensioni: 105x50x104mm cabinet, 105x50x150mm connettori compresi (LxAxP)

Peso: 400g

hiFace Evo

Frequenze di campionamento: 44.1, 48, 88.2, 96, 176.4, 192 (kHz)

Risoluzione: 16-24bit

USB: 2.0 high speed

Tensione clock esterno: da 3Vpp a 3.6Vpp

Frequenza clock esterno: da 10 a 25MHz

Impedenza di ingresso clock esterno: 75ohm

Precisione clock interno: +/-10ppm da 0 a 60°C, tipicamente 2ppm a 25°C

Tensione di uscita S/PDIF: 0.5Vpp +/-0.1V a 75ohm

Tensione di uscita AES/EBU: 2Vpp +/- 0.2V a 110ohm

Bit rate dell’uscita Toslink™: fino a 15Mbps, freq. campionamento fino a 96kHz

Lunghezza della fibra uscita ST: fino a 1.6km, conforme alla nota Avago AV02- 0723EN, pag. 5

Tensione di uscita I2S: 3.3V, LVCMOS

Erogazione di corrente I2S: +/-25mA su ciascuna linea

Requisiti minimi: 1.3GHz clock della CPU, 1GB RAM, porta USB 2.0

Tensione di alimentazione: da 7 a 11VDC, 15VDC massima

Assorbimento di corrente: 140mA a 9V, a vuoto, senza carico in uscita

Dimensioni: 105x46x104mm cabinet, 105x46x142mm connettori compresi (LxAxP)

Peso: 320g

Distributore ufficiale ItaliaMarantz Italy (Hi-Fi United)

Prezzo Italia alla data della recensione: Evo DAC 369,00 euro; hiFace Evo 369,00 euro

Sistema utilizzato: all'impianto di Matteo Noli

 

1 di 3 - Alla seconda parte

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