Madeleine & Salomon | Eastern Spring

06.10.2023

Non so se si possa definire uno “strano incontro”, quello tra Clotilde Rullaud e Alexander Saanda. In fondo si tratta di due mondi che dovevano prima o poi entrare in contatto reciproco. La Rullaud è francese, di Reims, ed è un'artista politropa che si occupa non solo di musica – canta ed è una flautista – ma anche di regia teatrale e cinematografica, di danza e di scrittura. Saanda è di Avignone ed è più o meno coetaneo della Rullaud. Pianista veramente peculiare, pratica la musica a tutto spessore, occupandosi di jazz e di altri generi musicali – è anche autore di colonne sonore – ed è inoltre noto per i suoi concerti live dove talvolta, invitando qualche volontario spettatore sul palco, lo ritrae... in musica, improvvisando un racconto pianistico che ne tratteggi il carattere.

 

La storia artistica dell'incontro di questi due musicisti inizia nel 2014 durante un tour in Asia. Scoprono entrambi di avere in comune un modo un po' avventuroso d'intendere la musica, oltre allo stesso impegno politico e a una propensione al viaggio nonché al desiderio di nuovi incontri ed esperienze. Tanto che nel 2016 i due escono con il loro primo album, A Woman's Journey, facendosi chiamare Madeleine & Salomon. Quel lavoro d'esordio racconta l'impegno sociale e politico femminile delle più famose cantanti e musiciste americane del'900, da Josephine Baker a Nina Simone, da Janis Joplin a Joan Baez, ecc... Dopo quasi sette anni Madeleinee & Salomon decidono di pubblicare il loro nuovo lavoro, chiamato Eastern Spring, dedicato alla rilettura, in lingua inglese o francese, di alcune canzoni popolari dall'anima pura che parlano d'amore e di emancipazione sociale, soprattutto giovanile, editate negli anni '60 e '70 in Medioriente, dalla Turchia all'Iran, passando per il Marocco, la Tunisia, il Libano e anche Israele. Il titolo dell'album richiama indirettamente il termine d'invenzione giornalistica Primavera Araba che si riferiva però alle rivolte iniziate molto più tardi, nel 2010 in Tunisia, dilagando ben presto in altri paesi vicini e terminate un paio d'anni dopo con centinaia di morti nelle repressioni conseguenti e lo sgradevole effetto collaterale della nascita dei radicalismi islamici, ISIS et similia. Di queste canzoni rivisitate e riproposte dal duo francese, che ha compiuto una scrematura tra oltre ben 200 brani, si conosce veramente poco, perché quasi nulla, di quegli anni in cui furono composte, è arrivato in Occidente, allora impegnato nei moti rivoluzionari sessantottini e orientato decisamente verso la musica anglosassone. Ma, a dire il vero, fu proprio dagli anni '60 che Europa e USA cominciarono a guardare all'Oriente come fonte d'ispirazione artistica, pittorica e musicale. Il jazz riscopriva l'armonia modale, il rock frugava curioso in una wunderkammer fatta di profumi, di incensi e visioni psichedeliche. Si è compreso quindi a posteriori, a distanza di tutto questo tempo, come i desideri giovanili occidentali fossero in parte sovrapponibili a quelli dei loro coetanei mediorientali nella ricerca di emancipazione e nell'intenzione, pur ingenua, di superare i limiti di una civiltà impostata al materialismo e al consumismo.

 

Madeleinee & Salomon rivedono oggi, con partecipata sensibilità, questa sequenza di proposte immettendovi anche istantanee d'ispirazione classica, soprattutto nella continua ricerca pianistica da parte di Salomon, e inoltre includendo frammenti elettronici che alludono, a tratti, a un mondo visionario, quasi inatteso in un lavoro di questo tipo.

Madeleine & Salomon - Eastern Spring

 

Matar Naem è una canzone libanese di Issam Hajali e Ferkat-Al-Ard. Pur nella traduzione in inglese, Madeleinee cerca di conservare quei melismi tipicamente connessi al canto arabeggiante, ma nel contempo è abile a offrirne una versione tutto sommato caratterizzata da una sensibilità più anglosassone che mediorientale. L'intro, dallo spirito contemporaneo, è di pertinenza del pianoforte e la canzone sembra più uno standard jazz o una sofisticata traccia pop che non un brano proveniente dall'immediato Est del pianeta. Il testo è molto suggestivo: “...Pioggia gentile in un autunno distante, gli uccelli solitari sono tristi...”. Volendo fare dei raffronti, possiamo anche ascoltare la versione Di Ferkat-Al-Ard, più orchestrale ed elaborata, che si trova facilmente su YouTube.

Ma Fatsh Leah è una composizione egiziana di El Masreyen e anche in questo caso è il piano che parte con un veloce arpeggio ripetitivo in Re minore che ricorda le musiche di Yann Tiersen. La canzone ha apparentemente un andamento giocoso con un testo vagamente ansiogeno, tratta di due persone che vorrebbero incontrarsi ma il traffico stradale e gli impegni quotidiani lo impediscono, ribattuto per altro dall'accompagnamento insistito di Salomon al piano, modificato nel finale da una corona di note chopiniane e dal raddoppio vocale delle ultime sillabe del cantato, operato dallo stesso musicista. La versione originale dell'autore El Masreyen è però piuttosto deludente e nel raffronto eventuale i due transalpini emergono con molto più carattere.

Komakam Kon/ Howl è una canzone dell'iraniano Varoojan Hakhbandian, a cui sono stati sovrapposti alcuni versi del famoso Urlo di Ginsberg. Il testo è molto poetico e profondo e disgraziatamente si adatta bene alle recenti repressioni avvenute in Iran, anche se le parole scelte risalgono a più di trent'anni fa: “Aiutami, aiutami, non lasciarmi qui a marcire, non lasciarmi baciare le labbra dalla morte”. Si tratta di un brano che racconta un profondo disagio esistenziale e i versi di Ginsberg, in qualche maniera, ne rafforzano il senso. L'andamento melodico, molto drammatico, ricorda Ne Me Quitte Pas di Jacques Brel. Salomon utilizza accordi a blocchi compatti e senza orpelli aggiuntivi che si appoggiano su un ritmo di 6/8.

 

Madeleine & Salomon

 

De l'Orient a Orion/ Rhapsodie 1 è invece una composizione del tunisino Kamel Raouf Nagati, scritta originariamente in francese, su cui Madeleine & Salomon intervengono sorprendentemente trasformando quello che si presenta come una ballata dai toni danzanti in una specie di operazione rivendicativa di un certo gusto francese, con il piano che fluisce lungo la tastiera come avrebbero fatto Debussy e Ravel...

Ma il bello arriva nel momento della Rhapsodie 1. Un potente velo allucinatorio si muove intorno al piano, come una sorta di vento solare, forse una voce filtrata da effetti elettronici gestiti da Jean-Paul Gonnod. Una deviazione che mi ha rammentato da vicino la perdita dei contatti terreni del Tim Buckley di Starsailor... Insomma, è il momento più interessante, a mio parere, dell'intero album.

Ince Ince Bir Kar Yagar/ Rhapsodie 2 è del compositore turco Asik Mahzuni Serif ed è una tipica protest song degli anni '70: “Una neve sottile cade sui poveri, perché il destino non crede alle nostre parole?”. La versione del duo francese è piuttosto simile a quella più famosa di Selda Bagcan, facilmente reperibile su YouTube. I toni enfatici che s'addicono a una canzone di questo tipo vengono ampiamente trasformati nella seconda parte del brano, quando Madeleine utilizza il flauto che mormora le sue melodie muovendosi sinuosamente su un pianoforte tumultuoso. Comunque, verso il finale si torna al clima declamatorio – anche un po' retorico, a ben vedere – della fase iniziale.

Lili Twil/ Rhapsodie 3 è una melodia marocchina composta da Younes Megri, dai toni potenti alla Nick Cave, mi verrebbe da dire, con versi del tipo: “Rabbia e dolore, legatemi come catene. Sono nell'oscurità, stasera...”. Però la dimensione più interessante è sempre nella parte rapsodica, dove flauto e piano più qualche ghiribizzo elettronico prendono il volo insieme e trasmutano una melodia interessante dall'imprinting melismatico in un brano contemporaneo sfumato dai toni inquieti.

Layil, dell'israeliano Shalom Hanoch, si muove tra Kurt Veil e una sofisticata forma-canzone sul modello degli standard jazz. Il brano si stacca notevolmente dai precedenti e mostra una dimensione intima e sofisticata tutta personale.

Dere Geliyor Dere / Rhapsodie 4 / Ha'Yalda Hachi Yafa Ba'gan è il chilometrico titolo che lega due canzoni diverse. La prima viene dalla tradizionale turca, la seconda è una melodia israeliana che si cuce con la precedente per mezzo della Rhapsodie 4. Facile identificare il clima legato alla danza del traditional turco: “Fiume, vieni e portami nel posto dove sta il mio amore...”. Ma più complessa e melodicamente affascinante è la canzone israeliana, di cui ricordiamo una versione similmente aggraziata ma più furbescamente pop dei Pink Martini pubblicata nel 2014. Piano, voce e interventi elettronici sono il ponte che costituiscono il legame tra i due brani principali. Direi che questa traccia, soprattutto nell'ultima parte, è tra le migliori dell'album, perché Madeleine & Salomon hanno modificato la canzone in un brano dal gusto quasi brit-pop.

Dal canto suo, l'ultimo pezzo dell'album, Do You Love Me?, si presenta come una malinconica ballata libanese composta dai Bendaly Family nel 1978. Il pianoforte intona un vibrante lamento con un testo a dire il vero un po' banale, nobilitato comunque dall'interpretazione accorata della voce di Madeleine. Esiste anche su YouTube la versione originale ma senza ombra di dubbio direi che questa di Eastern Spring mi sembra decisamente migliore.

 

Madeleine & Salomon

 

Fin qui i fatti nudi e crudi. Descrizione degli artisti, delle canzoni, intenzioni e svolgimenti. Sicuramente un album piacevole e ben fatto, ma la stampa internazionale, compresa quell'italiana, si è allargata in una serie di peana che francamente mi lasciano un po' perplesso. Non serve saccheggiare gli aggettivi più eclatanti per parlare di un album come Eastern Spring, ripeto ben condotto e molto gradevole, ma insomma piuttosto lontano dai criteri superlativi attribuitegli da più parti. E dato che non vorrei far la figura di quello che, trovandosi a circolare contromano per una strada, se la prende con le altre auto colpevoli di viaggiare nel giusto senso di marcia, rimetto questa recensione al salomonico giudizio dei lettori di ReMusic, ovviamente pregandoli di dedicare, se mai ne avessero voglia, qualche ascolto in più all'album in questione.

 

Madeleine & Salomon

Eastern Spring

CD e LP Tzig'Art
Reperibile in streaming su Qobuz 24bit/44kHz e Tidal con qualità max fino a 24bit/192kHz

di Riccardo
Talamazzi
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