Preampli Adcom GFP-815

17.07.2020

Per gli appassionati italiani, almeno per quelli di una certa età, Adcom è sinonimo di amplificatori finali ad alta potenza. L’apparecchio di maggior successo della maison risale al 1985, periodo che coincide anche con quello di massima notorietà raggiunto dal marchio, parliamo di quel GFA-555 progettato da Nelson Pass, che ha ricevuto in tempi più recenti un importante restyling e che ha portato alla realizzazione del GFA-555se di cui ReMusic si è già occupata qui.

Oggi il catalogo del produttore americano consta di sette finali di potenza, di cui uno a cinque canali per applicazioni home theater, un amplificatore integrato con DAC e il preamplificatore oggetto della prova odierna. Da segnalare, per chi non ne fosse a conoscenza, che Adcom produce anche apprezzati amplificatori multicanale per car audio, frutto anch’essi della collaborazione con il noto progettista americano.

 

Adcom appartiene a una ristretta cerchia di produttori, mi vengono in mente NAD, Proton, Rotel, ma ce ne sono anche altri, che si sono sempre distinti per un approccio progettuale concreto e votato all’essenzialità delle proprie realizzazioni. A loro si devono prodotti come il suddetto GFA-555, il NAD 3020, il Proton RA-820, solo per citarne alcuni, che, a dispetto del prezzo richiesto, hanno per le loro prestazioni fatto gridare al miracolo più di un appassionato. Personalmente pur senza essere un fervente sostenitore dell’inveterato culto del giant killer, mi sento di affermare pubblicamente di non condividere la deriva presa dall’Alta Fedeltà con l’esoterismo prima e l’Hi-End dopo, nutrendo al contrario un profondo apprezzamento per quei produttori che ancora oggi riescono a proporre a prezzi umani, apparecchi ben costruiti e ben suonanti, grazie a un uso intelligente del marketing e alla razionalizzazione dei processi produttivi. In alcuni casi senza nemmeno delocalizzare la produzione in paesi emergenti.

 

Come già detto l’apparecchio in prova è l’unico preamplificatore stereo presente nell’odierno listino di Adcom, Esteticamente l’Adcom GFP-815 si presenta come un’elettronica dalla livrea totalmente nera e dal profilo sottile, meno di 9 cm di spessore. La larghezza del frontale corrisponde ai canonici 43,5 cm, mentre la profondità si attesta su poco più di 39 cm. Il peso è di 6,8 kg. Il cabinet, interamente metallico, è costruito in acciaio di spessore non particolarmente elevato, ma di buona qualità. Il coperchio superiore, una volta rimosso manifesta un’apprezzabile rigidità e non si flette maneggiandolo. Il fondo dell’apparecchio presenta una piegatura di forma rettangolare con finalità di irrigidimento in cui trova collocazione il trasformatore di alimentazione. Sulle pareti laterali, in prossimità del pannello frontale, occultati da piccoli tappi di gomma nera, sono presenti i fori filettati per il montaggio a rack dell’apparecchio. Il pannello frontale è anch’esso in acciaio verniciato di colore nero opaco, così come la grossa manopola di regolazione del volume e le tre più piccole preposte al bilanciamento e ai controlli di tono. La verniciatura è accurata e senza imperfezioni, la texture molto fine restituisce una gradevole sensazione quando si va ad agire sulle manopole dell’apparecchio. Tutti i rimanenti comandi sono attuati tramite pulsanti di plastica nera al cui centro è presente un LED di colore rosso che ne indica l’avvenuta attivazione. Quello di accensione, di maggiori dimensioni e posto all’estrema sinistra dell’apparecchio, sotto le scritte indicanti produttore e modello, è doppiamente illuminato, arancione in condizioni di standby e rosso quando l’apparecchio è in funzione. Nonostante non si sia fatto ricorso a costosi pannelli in alluminio fresato con macchine a CNC, l’aspetto complessivo è piacevole e ricorda parecchio quello di due noti marchi britannici come Audiolab e Naim. A tal riguardo è esemplificativo l’accorgimento di accogliere il pulsante di accessione all’interno di una finta svasatura del pannello frontale, ottenuta tramite l’impiego di una vaschetta di plastica nera che in condizioni di debole illuminazione è di difficile smascheramento: come a dire, poca spesa molta resa. Il potenziometro del volume, un Alps motorizzato, è ad azionamento continuo e privo di microscatti. Il controllo a distanza, tramite il telecomando fornito, è avvenuto senza incertezze, tanto in penombra quanto in condizioni di forte illuminazione, anche se sarebbe stata preferibile una corsa più lunga, perché in alcuni casi si fa fatica a regolare il volume con la precisione desiderata. Nulla di grave per carità, lo stesso difetto affligge anche il telecomando del mio Copland CTA 305, ma talvolta può essere un poco irritante. Sovrabbondante la dotazione d’ingressi, tutti RCA, ben sette. Il primo e l’ultimo, gli unici a essere indicati per esteso, sono dedicati rispettivamente al collegamento di un giradischi e di un player MP3. I rimanenti sono invece contraddistinti da semplici numeri, da due a sei. Accanto a essi trova spazio anche il pulsante per attivare i controlli di tono, così da renderne simmetrica la disposizione in due file sovrapposte da quattro pulsanti ciascuna. Concludono la dotazione del pannello frontale, il comando per mettere in mute l’apparecchio e due prese in formato mini-jack, utili per collegare una cuffia e un lettore portatile di MP3. Il pannello posteriore, molto ordinato, oltre agli ingressi descritti, annovera due uscite di cui una rec out, una porta seriale RS232 per il controllo remoto, e due prese jack da 3,5 mm per il trigger e per un sensore esterno per telecomandare l’apparecchio. Accanto al morsetto di terra per il giradischi, il selettore MM, MC, linea. Sì, avete letto bene, è possibile utilizzare sia testine a magnete mobile che a bobina mobile, cosa inconsueta per apparecchi con un prezzo di vendita ben al di sotto dei mille euro. Il cavo di alimentazione fornito, di tipo comune, è removibile e, come di prassi, la vaschetta IEC include il portafusibili. Il selettore per la tensione di rete è invece posto sul fondo del telaio, protetto da un sottile sportellino di plastica trasparente. Completano la dotazione dell’apparecchio – spedito all’interno di un doppio imballo molto robusto e sovradimensionato – un CD-ROM contenente il manuale per l’utilizzatore in formato elettronico e il telecomando a infrarossi. Quest’ultimo è realizzato in plastica e alimentato da due batterie AAA. I quattordici tasti di gomma morbida che lo compongono, permettono di controllare tutte le funzioni di cui è dotato l’apparecchio, accensione e spegnimento, regolazione del volume e muting, selezione degli ingressi e attivazione e disattivazione remota dei controlli di tono – funzione quest’ultima, particolarmente utile per emulare, ad esempio, la funzione loudness, o al contrario per limitare l’emissione di basse frequenze, impostando preventivamente sull’apparecchio il livello dei bassi e degli acuti desiderato.

 

Una volta aperto, l’apparecchio rivela molto spazio libero e un interno abbastanza ordinato nonostante l’abbondante filatura che collega fra loro le quattro PCB di cui è composto. I numerosi anelli di ferrite e il profuso impiego di fascette fermacavi denotano un assemblaggio accurato per nulla scontato anche in elettroniche di prezzo superiore.

 

Richiusa la macchina e chiamati a raccolta un congruo numero di cavi di segnale passo a collegarci la bellezza di due CDP, due DAC, un SACD e il mio “FIIdO” M11 Pro – OK, questa era brutta… ne convengo… Il DAP, un po’ per curiosità e un po’ per non farmi mancare nulla, l’ho anche provato utilizzando l’ingresso jack da 3,5 mm presente sul frontale. Come finali ho alternato due monofonici Monrio MP1 a stato solido e un finale stereo a valvole Copland CTA506. Come i più attenti avranno sicuramente notato, non ho menzionato l’ingresso phono. No, non me lo sono scordato, è che proprio non l’ho utilizzato! Sono trascorsi oramai molti anni da che ho smesso di acquistare vinili e venduto quanto possedevo per ascoltarli. Gli appassionati del trentatré giri, potranno pensare a me come una persona dai gusti discutibili, non ve ne vorrò certo per questo, anzi, ma al momento la mia curiosità è rivolta alle nuove modalità di fruizione musicale, in particolare alla musica liquida e allo streaming. E poi, per stessa ammissione del produttore, questo GFP-815 nasce per esaltare la fedeltà di cui è capace la nuova tecnologia digitale con l’audio ad alta risoluzione: detto, fatto!

 

Archiviata la procedura di outing in merito ai miei orientamenti musicali, è ora di passare all’ascolto e vedere com’è andata. La prima qualità che si apprezza di questo preamplificatore è senza dubbio la versatilità, sette ingressi linea – l’ingresso phono può tramutarsi in un ingresso ad alto livello, semplicemente spostando il selettore posto sul retro dell’apparecchio – sono veramente tanti, soprattutto se paragonati alla striminzita disponibilità generalmente offerta di tante realizzazioni audiophile. Questa caratteristica permette al GFP-815 di integrarsi con la stessa disinvoltura sia in impianti stereo dotati di numerose sorgenti, che in realizzazioni a 2.1 canali che comprendono al loro interno subwoofer amplificati. Nell’ipotesi poi che preferiate integrare le due tipologie d’impianto in un unico ecosistema, potrete fare affidamento sulla comodità offerta dalla porta RS232 di cui è dotato, trasformandolo, di fatto, nel centro di controllo principale anche nel caso di realizzazioni complesse con molti apparecchi collegati.

 

Dal punto di vista squisitamente sonoro, il GFP-815 vanta un suono moderno, votato al dettaglio e tendenzialmente improntato ai toni chiari. Adcom dichiara per il proprio apparecchio un’ampia banda passante, al fine di garantire un interfacciamento ottimale con le moderne sorgenti digitali. L’ascolto di CD, SACD e musica liquida, anche in alta risoluzione, ha confermato quanto dichiarato dal produttore. In nessun caso ho apprezzato particolare roll off alle alte frequenze, che in alcuni casi, al contrario, sono apparse anche fin troppo presenti, accentuando i difetti di alcune masterizzazioni o le peculiari caratteristiche di alcune interpreti. Seppur non efficaci in ogni situazione, val la pena ricordare la presenza dei controlli di tono, così tanto bistrattati dai più, ma capaci in taluni frangenti, con minimi aggiustamenti, di migliorare sensibilmente l’ascolto di masterizzazioni problematiche.

Per quanto concerne la dinamica, nulla da segnalare. Con le incisioni a maggior contenuto energetico non si avvertono compressioni o limitazioni rispetto ai riferimenti da me solitamente utilizzati, tanto il pianoforte che gli strumenti a percussione sono restituiti verosimilmente, stesse considerazioni valgono anche per la musica elettronica.

In termini di restituzione spaziale, l’Adcom si comporta egregiamente, riempiendo bene lo spazio di fronte a noi, soprattutto in ampiezza. Un buon esempio è dato dall’ascolto del cofanetto 3-D The Catalogue dei Kratfwerk, o di quel Lp1 di FKA Twigs, che subito dopo il primo ascolto è entrato a far parte dei benchmark da me utilizzati per testare l’immagine ricreata dagli apparecchi in prova.

Passando alla resa delle basse frequenze, anche qui non vi sono particolari appunti da muovere, il suono del basso elettrico risulta convincente e veloce e l’azione del pollice nello slapping è restituita con il giusto impatto. Corretto anche il timbro della controparte acustica, riprodotta con sufficiente dovizia di particolari armonici. Con alcuni generi musicali, com’è accaduto ascoltando Quiet Letters dei Bliss o Anastasis dei Dead Can Dance, è più facile avvertire una certa limitazione dell’estensione verso il basso che non si verifica con il Copland CTA305 o il Primare PRE32.

 

Complessivamente, l’interpretazione del messaggio musicale offerta dal preamplificatore americano è corretta e votata a una certa neutralità di fondo. Una mai fastidiosa anche se avvertibile predisposizione ad accentuare il medio alto ne favorisce l’analiticità e la messa a fuoco, giovando alla ricostruzione di un palcoscenico virtuale ben rappresentato sia in larghezza che in altezza. La risoluzione del dettaglio è stata soddisfacente con tutte le sorgenti impiegate, le voci sia maschili che femminili sono restituite con sufficiente cura e risultano, soprattutto in setting di ascolto near field, proiettate verso l’ascoltatore, cosa che personalmente trovo oltremodo piacevole. Tanto il basso, acustico quanto quello elettrico sono resi con corpo e buona velocità e dinamicamente il GFP-815 regge il confronto con i riferimenti, senza indurre fatica di ascolto, a patto di non esagerare con la manopola del volume. Detto questo, val la pena precisare che non ci troviamo, neppure questa volta, al cospetto di un giant killer, ma di fronte a un’elettronica costruita con un occhio al budget e l’altro alla resa acustica finale. Senza fare ricorso a componentistica alla moda o a discutibili esercizi stilistici, quello che ci viene offerto qui è un apparecchio dai solidi fondamentali, capace di non sfigurare nemmeno quando inserito in catene dal costo superiore, ennesima dimostrazione che, sapendo come operare, è possibile realizzare apparecchi capaci di garantire un ascolto corretto a una vasta platea di utilizzatori. Come di consueto, una volta raggiunti certi risultati – la cosa è ben nota a tutti coloro che hanno praticato uno sport a livello agonistico – per migliorare occorre un impegno esponenzialmente maggiore. Nell’Alta Fedeltà, come in molti altri settori, a fronte di esborsi di denaro anche cospicui, dopo un certo punto, quel che otterremo sarà solo un esiguo miglioramento, un affinamento. Prima o poi, la domanda che ogni audiofilo si pone è quale cifra possa ritenersi sensata per ottenere un quid in più dal proprio impianto. La risposta, anzi le risposte, non possono che essere tante quante gli appassionati stessi. Personalmente ritengo che, parallelamente al miglioramento delle nostre catene d’ascolto, sia indispensabile aumentare la nostra cultura musicale. Al pari di un assaggiatore qualificato, affinando le nostre abilità di ascoltatori competenti potremo dare una risposta più oggettiva alla domanda di cui sopra. In considerazione del suo costo d’acquisto, il giudizio conclusivo non può che essere positivo. Il mio FI* per questo preamplificatore GFP-815 di Adcom è di tre.

 

*Il Farewell index, FI, esprime quant’è doloroso per il recensore il distacco dalle apparecchiature in prova al momento della loro restituzione. I valori di questa scala vanno da un minimo di 0 o “nessun rimpianto” a un massimo di 5 “se me lo posso permettere lo compro!”.

 

 

Software utilizzato

A Perfect Circle - Mer de Noms - Virgin 7243 8 502612 6

Ben Harper - Diamonds In The Inside - Virgin 7243 5 82502 2 0

Bjork - Vespertine - Polidor 589000-2

BLISS - Quiet Letters - Tidal streaming

Burial - Burial - Hyperdub HDBCD001

Caecile Norby - My Corner Of The Sky - Blue Note CDP 7243 8 53422 2 6

Chiara Civello - Canzoni - Sony Music 88843063812

Cornelius - Point - Polystar Japan B01KAS00JC

Dead Can Dance - Anastasis - Tidal Streaming

FKA Twigs - LP1 - Young Turk Recordings 889030011824

Greta Panettieri - Shattered-Sgretolata - Greta’s Bakery Music GBM003

John Scofield - Country For Old Men - Impulse! 5099930684027

Joss Stone - The Soul Session - Virgin 00602557280036

Kamasi Washington - Throttle Elevator Music - Tidal streaming

Kings Of Convenience - Declaration Of Dependence - Virgin 5099930684027

Kraftwerk - 3-D The Catalogue - Kling Klang Parlophone 0190295873424

McCoy Tyner - Illuminations - Telarc SACD-63599

Melody Gardot - My One And Only Thrill - Verve Records 1796781

Neil Young - Harvest Moon - Reprise Records 9362-45057-2

Paul Weller - On Sunset - Tidal streaming

Petra Magoni - Musica Nuda - Radio Fandango 0171232RAF

Rachelle Ferrell - First Instrument - Blue Note 72438 27820 2 5 

Roberta Gambarini - So In Love - Groovin' High - 060251 7960107

Roger O’Donnell - 2 Ravens - Tidal streaming

Sakamoto - Chasm - Warner Music Japan WPCL-10072

Sondre Lerche - Patience - Tidal streaming

The Manhattan Transfer - Vibrate - Telarc SACD-63603

AC/DC - Back in Black - Epic EPC 510765 5

 

 

Caratteristiche dichiarate dal produttore

Risposta in frequenza: 10Hz-100kHz uscite linea, 20Hz-80KHz phono

Distorsione armonica totale THD+N - 20Hz-20kHz: 0.005% linea, 0,03% MM, 0,15% MC.

Rapporto segnale rumore - 80k filtrato JIS-A: ≥98dB linea, ≥64dB MM, ≥55dB MC

Sensibilità d’ingresso: 300mV linea 1-6, 75mV MP3, 3,2mV MM, 0,5mV MC

Impedenza d’ingresso: 130Kohm

Precisione RIAA: ±0,5dB a 20Hz e 20kHz phono

Controlli di tono: ±8dB bassi 100Hz, ±9dB acuti 10kHz

Tensione di funzionamento: 120V- 230V 50/60Hz

Dimensioni massime: 435,2x89,6x396,8mm LxAxP

Peso: 6,8kg

 

Per ulteriori info: scarica qui il manuale Adcom GFP-815 | solo in inglese

 

Distributore ufficiale Italia: al sito Orange System | contatta Orange System

Prezzo Italia alla data della recensione: 799,00 euro

Sistema utilizzato: all’impianto di Paolo Mariani

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