Scrivere recensioni di apparecchi audio è un po’ come lavorare a un’opera d’arte: serve l’ispirazione. Quando poi si pensa di avere in testa o fra le mani un capolavoro, l’ispirazione è semplicemente necessaria. Per questo motivo ho pensato e lavorato molto a questo articolo, perché per l’apparecchio in questione si tratta di una Prima Assoluta, nonostante tutto il clamore e i rumors che ha già provocato.
Signore e Signori, ecco a voi il preamplificatore ForteVita AudioVisore, qui in prova nella seconda (II) versione.
Premesse
Ho seguito e corteggiato ForteVita per mesi. Finalmente l'approccio onesto di ReMusic è stato riconosciuto e ci è stato concesso un apparecchio, in anteprima assoluta mondiale. Per mesi ho avuto la possibilità di averlo in prova.
ForteVita è un marchio nato nel 2011, ora registrato, anche se, da un veloce controllo effettuato dai nostri collaboratori, non gli si attribuiscono ulteriori brevetti tecnici o progettuali. ForteVita è anche un sogno a lungo coltivato: fare il miglior preamplificatore del mondo.
Sic. Un bel sogno che tutti noi condividiamo: audiofili, tecnici, semplici appassionati.
È quindi con onore, rispetto, attenzione e considerazione che mi accingo a provare – per la prima volta al mondo, ripeto – il portabandiera della produzione ForteVita: il preamplificatore.
Quello in questione, l’AudioVisore II, è appunto il secondo livello di una serie di pre caratterizzati da molte caratteristiche comuni, quella di disporre di un’estetica particolare, di un costo vertiginoso e – cosa che qui più ci interessa – di ben tre controlli del segnale: volume, gain e overdrive.
Design
L’AudioVisore è un pre monostadio a stato solido, non in serie, senza controreazione. Il volume è un classico attenuatore. Il gain è un’amplificazione del segnale, un “guadagno”, appunto. L’overdrive tecnicamente è regolato da un altro attenuatore.
I rispettivi interventi in corrente o in tensione, però, portano alle eclatanti differenze di ascolto nell’uso dei tre comandi pre.
Citando direttamente dal sito ForteVita, “questo risultato è stato ottenuto con l'introduzione di un unica e peculiara nuova tecnologia proprietaria a stato solido designata MC-SGS SGS (Multiple Control-Single Gain Stage) basata su tre differenti controlli indipendenti e interattivi rappresentati dal volume, il guadagno e l'overdrive in grado di modulare il punto di lavoro di un singolo stadio di guadagno. Il Volume regola la quantità del segnale di ingresso, il guadagno determina il rapporto I/O e l’Overdrive ottimizza lo spettro della distorsione armonica. La tecnologia MC-SGS è stata implementata su un design in Classe A, realizzato completamente a componenti discreti, accoppiato in DC, senza feedback e senza feedforward. Questa tecnologia consente all’AudioVisore™ di modulare finemente lo spettro della distorsione armonica così come anche la percezione del suono semplicemente ottimizzando lo stadio di guadagno, con questi tre controlli senza influenzare la risposta in frequenza.”
Program Amplifier viene chiamato, definizione mutuata in segno di loro devozione da precedenti e storici progetti Western Electric ed RCA. Si tratta quindi di una nuova categoria di pre, un elaboratore di segnale più che un semplice pre. Oppure della realizzazione audiofila ancora più spinta di una circuitazione proveniente da altre realtà audio. Ma di questo parleremo più avanti…
“L’AudioVisore”, inoltre, “è il preamplificatore più bello del mondo”, parola di genitore, quindi di parte, estrapolata sempre dal sito ForteVita. Che la sua estetica sia stata apprezzata, è però ormai storia. Il suo design è già stato premiato al TopAward 2011. Il progetto estetico è del designer Lorenzo Boni, che ha lavorato con Philippe Starck e con importanti marchi del design internazionale come Cassina, Driade, Flos, Jean Paul Gaultier, Kartell, Vitra. Che sia bello è però opinabile, nel senso che, se da una parte personalmente apprezzo il calore del rame e l’intenzione di creare un oggetto a sé stante, quasi un altare, dall’altra a me ricorda tristemente un’urna funeraria, ancorché di design.
Costruzione
L'alimentatore switching esterno serve solamente a fornire 24 VDC. L'alimentatore audio vero e proprio è contenuto all'interno del preamplificatore. Il cabinet è in legno massello di faggio lavorato a controllo numerico e qui laccato bianco, con due piastre superiori e inferiori in rame massiccio. La manopola del volume è la caratteristica “goccia” in rame che caratterizza tutta la produzione AudioVisore. Retro con potenziometro dell’overdrive, selettore del gain a tre posizioni, switch degli ingressi, doppi ed RCA, per altrettante uscite.
E qui ci fermiamo, senza commentare l’interno, se non per la presenza di due moduli resinati nei quali avviene presumibilmente la “magia” AudioVisore. Questo perché, tipicamente, quelli di ReMusic sono articoli di ascolto. E perché, date le particolarità costruttive di questo apparecchio, definizione diplomatica, ci atterremo strettamente a un’analisi emozionale, di puro ascolto.
Da notare però che l’esemplare in prova invertiva sia i canali che la fase e che l’estetica differiva da quella dei prodotti a catalogo, che potete vedere qui.
Ascolto
Come procedere su un pre quando dal classico mono-comando si passa addirittura a tre? Con ordine, ovviamente.
Io vi propongo il mio.
L’attenuatore di volume, il classico potenziometro, va posto a ore dodici, in modo che possa lavorare nel suo range più lineare.
Per come la penso io, il gain è praticamente uno slave, un controllo che permette di portare l’altro attenuatore, il controllo di volume, appunto, in posizione più adatta. Combinando gain e volume, ci si può quindi permettere di controllare e pilotare un più ampio range di finali di potenza, dai meno ai più sensibili.
Siamo arrivati all’overdrive. Beh, l’overdrive è… l’overdrive è… tanta roba! Puoi appiattire il suono a un bidimensionale puro, particolarmente presente in ambiente e molto ruffiano, mascalzone, quasi maleducato tanto è invadente. O, all’opposto, puoi rendere il suono estremamente tridimensionale ma… in un altro ambiente, in un ambiente virtuale ricreato nello spazio fra i diffusori e riprodotto, come dire, “in scala” fra di loro, soprattutto se confrontato con il primo modello di suono ottenibile.
Dei tre, l’overdrive è un controllo che va usato con molta parsimonia e sensibilità, tanto è il suo range espressivo e le differenze che può comportare. Per la precisione, secondo me si può anche “snaturare” il messaggio musicale originale, tanto diversi possono essere i risultati ottenibili nella manipolazione del suono: si può andare dall’olografico al proiettato in avanti/plastico.
L’obiettivo nella mia esperienza d’uso dell’AudioVisore è di raggiungere una sola posizione finale dei tre comandi, indipendentemente dal genere musicale ma compatibilmente con il tipo di registrazione, d’ambienza e di tecnica di ripresa. Che abbiate raggiunto l’equilibrio magico lo capirete tornando indietro, cioè “a scendere” variando le posizioni dei controlli, dove troverete un abisso. Lavorando con i suoi controlli si vede la musica cambiare di fronte ai propri occhi e questo credo sia il valore, la motivazione e il confine del suo nome.
Insomma, non so come lo faccia ma lo fa, e di brutto.
Pro
Ricordate quando abbiamo demonizzato gli equalizzatori e a ragione? In questo caso si può “lavorare” il suono senza peccati. L’intervento è estremamente purista, minimalista, audiofilo. Sempre che tutto questo abbia un significato. Il risultato sonoro è spettacolare, nel vero senso del termine, sempre che apprezziate le emozioni forti, il coinvolgimento totale, il senso di continua presenza materica del messaggio musicale.
Contro
Nastro adesivo a fermare il led che segnala l’operatività dell’apparecchio. Contenitori Hammond USA in pressofusione di alluminio per i moduli resinati. Cablaggio volante e obiettivamente confuso. Cabinet esterno con laccatura imperfetta. Rapporto segnale/rumore certamente non da primato per un preampli… Tutto questo e altro ancora contrasta in modo stridente con le intenzioni del costruttore, che potete leggere qui.
La qualità costruttiva e/o oggettivo/prestazionale dell’apparecchio lascia quindi interdetti. O la si perdona perché si accetta in toto l’estrema “filosofia” costruttiva e si pensa che non affligga il segnale. O la si considera uno scherzo per il costo richiesto.
Certamente non posso invece considerare l’esemplare in prova un prototipo o un “muletto”. Solo un pazzo, un incosciente o un arrogante manderebbe a testare su una rivista internazionale un apparecchio del genere. E il furore intellettuale e la limpida passione audiofila del progettista non mi permettono di pensare che lui appartenga a una di queste categorie.
A seguire: tre dei controlli principali sono sul retro, difficilmente accessibili: gain, overdrive e selezione degli ingressi. Perché non metterli sul top, almeno come gain e overdrive di altri modelli della serie?
Telecomando, infine: perché no?
Chissà
Siamo “oltre”, siamo veramente nel mondo delle opinioni, dove tutto suona, tutto può suonare. Anche andando oltre ogni criterio tecnico-costruttivo. Oppure forzando la mano e interpretando volutamente tutto per ottenere un suono “che si ha nella testa”.
Metafore veloci e sintesi finale
Il progettista mi ha confermato di aver mutuato l’idea fondamentale del controllo multiplo del volume dell’AudioVisore nientedimeno che dal preamplificatore Cello Palette. Cito nuovamente per correttezza le sue testuali parole: “Il Palette in realtà equalizzava il segnale, mentre l’AudioVisore interviene sull’ottimizzazione della distorsione armonica. Qualsiasi preamplificatore dotato di stadio di guadagno attivo interviene sullo spettro della distorsione armonica in realtà. Solo che l’AudioVisore consente, variandone il punto di lavoro attraverso l’uso di volume, gain e overdrive, di avere a disposizione un numero virtuale di preamplificatori e non equalizzatori. La struttura del suono ForteVita la fa invece la topologia circuitale che invece è patent pending."
Questo è il punto. E qui partono le mie ipotesi letterarie, ben lontane dall'essere argomentazioni scientifiche. Se l'AudioVisore introduce distorsioni a livello elettrico, sono piacevoli. Non affatica, è vero, probabilmente per la sua vocazione tubey. Ho quindi i miei personali dubbi che l’AudioVisore non intervenga sulla frequenza, nel senso che non alteri la pressione sonora in funzione delle frequenze, di consegiuenza la loro percepibilità. Ho sempre avvertito un "pompaggio", un’esaltazione del contenuto energetico del messaggio musicale, imprevedibile, cioè non lineare. Quasi un aumento “valvolare” delle armoniche pari, per poter far suonare tutto in modo pulito e cristallino.
L’AudioVisore è insomma per me un “esaltatore di sapidità”. Non è neutrale e scientifico, ci “mette del suo”, interpreta e drammatizza il suono. Il suono stesso sembra spesso, quasi sempre, come ripreso da un microfono in prossimità dello strumento invece che posto in ambiente.
Quali le conseguenze? Mettiamo da parte certe semplificazioni di audiofilia “dura e pura”, come ad esempio l’anacronistica mancanza del telecomando. O l’ingenuità di un prezzo al di fuori di ogni mercato assennato, vista la scelta dei materiali e non esprimendoci sulla qualità dell’idea in sé e per sé, come invece farà la prossima scheda tecnica di Alberto Pepe e dei Laboratori Matrix. Resta invece il fatto che il ForteVita AudioVisore è un apparecchio paradossale. Non mi era mai capitato di provare un apparecchio all'apparenza così scarso in termini di costruzione ma così stupefacente in fatto di ascolto e resa musicale. Stupefacente è il termine giusto. Crea dipendenza, ma forse rende tutto troppo vivido, troppo percettibile.
Messo a confronto con tutti i preamplificatori che ho potuto affiancargli in questi mesi ha sempre vinto agevolmente all'ascolto, a mani basse, a mani legate dietro la schiena. Oltre che nelle configurazioni di passaggio da me, negli impianti di Roberto (Rocchi) e Marcello (Roca) ha preso a schiaffoni apparecchi estremamente corretti sulla carta, ma approssimativi e affannati. Sempre e solo all’ascolto. E più o meno costosi. Questa contraddizione fa forse parte della stessa intenzione progettuale ForteVita, fa parte delle scelte operate dalla testa del progettista. Oltre alla preparazione tecnica e teorica, egli fa delle scelte soniche, mistiche, alchemiche… Cioè usa determinati componenti, cablaggi compresi, come ingredienti di una ricetta che solo lui ha in testa... Tant’è...
Quindi, l’AudioVisore, lo si deve accettare così com’è. Se pensate che le scelte tecniche e costruttive possano inficiarne i risultati, da "misuroni" vi state perdendo qualcosa di unico ed eccezionale e dovreste ascoltarlo. Se pensate che, indipendentemente dalla fattura, ci sia qualcosa che possa suonare meglio di lui, da "ascoltoni" forse avete ragione. Ci sono anche i ForteVita AudioVisore III e lo Statement…
Timbrica | estensione in frequenza, capacità di riproduzione fedele dello strumento e delle sue armoniche
L’AudioVisore aggiunge, esalta, magnifica, rende tutto “più vero del vero”. Privilegia gli attacchi e sostiene i rilasci, forse persino troppo nel caso dei secondi. Non lascia “andare via” la musica. Questo è il suo pregio e, allo stesso tempo, il suo limite, sempre che si sia d’accordo su questa mia interpretazione, in un campo dove il soggettivo regna sovrano.
Dinamica | micro (dettaglio) e macro (assoluta), estensione e velocità dei transienti
Per essere rapido è rapido. L’AudioVisore privilegia però il “suonare forte”, l’enfasi della macro dinamica piuttosto che l’escursione dinamica assoluta. Il dato dinamico misurato – da 84 a 92 dB a seconda del guadagno – sembra confermarlo anche a livello strumentale. Mai affaticante, probabilmente per la sua grande capacità di non mandare il finale in distorsione se correttamente interfacciato, ha però un’escursione dinamica più limitata rispetto ad altri e una minore ampiezza di espressione.
Immagine | ambiente, trasparenza, scena, piani sonori, palcoscenico virtuale, senso di presenza, risoluzione
Selettività sempre a tinte forti, chiaroscuri molto accentuati, grande effetto di presenza, un iperrealismo accentuato che può conquistare per sempre o stancare dopo un po’.
Va però aggiunto che poter tenere più bassi volume e guadagno riduce il tappeto di rumore, rendendo la musica più godibile anche livelli d’ascolto serali e notturni.
Tonalità | impostazione generale dell’apparecchio, se presente o caratteristica: ad esempio calda, fredda, virata, ambrata, lucida, opaca…
Al calore rosso per intensità, non per coloritura. Il progetto si presta a settare dieci, cento, mille risultati di ascolto. La domanda quindi è: che pre sto ascoltando? E come potrò riportare lo stesso settaggio con altre fonti all'ingresso e altri finali da pilotare?
Emozione | capacità di coinvolgimento emotivo, molto dipendente dagli accoppiamenti, parametro assolutamente anarchico e personale
Assoluta. L’oggetto presenta una drammaticità di tinte assolutamente inusuale e mai riscontrata prima. L’AudioVisore ricorda sempre che la musica è, prima di tutto e fondamentalmente, una vibrazione.
Costruzione e imballo | No comment sulla prima, ottima la seconda, un flight case professionale con imballo preformato.
Rapporto prestazioni/prezzo | Esagerato. Si sposa o si odia.
Caratteristiche dichiarate dal produttore
Tipologia circuitale: stato solido
Ingressi: due paia di uscite terminate su RCA
Uscite: due paia di uscite terminate su RCA
Risposta in frequenza in Hz: DC-38 kHz ± 0.1 dB
Guadagno: programmabile
Impedenza di Ingresso: 90kohm
Impedenza di Uscita: <100ohm
Controlli: volume, guadagno, overdrive
Optional: un paio di uscite terminate su XRL
Note: tecnologia MC-SGS proprietaria, Multiple Control - Single Gain Stage, stadio di singolo di guadagno programmabile con controlli di volume, guadagno e overdrive per il miglior pattern di distorsione armonica e la migliore performance del sistema audio
Dimensioni: 39x13,5x28cm LxAxP
Peso: 12kg
Manuale: in download qui
Distributore ufficiale Italia: al sito Pick-Up
Prezzo Italia alla data della recensione: 21.000,00 euro, listino ufficiale in download qui
Sistema utilizzato: al mio impianto
DIRITTO DI REPLICA | LA PAROLA AL PRODUTTORE
A causa della densità, della qualiutà e della lunghezza degli argomenti trattati, la replica in oggetto è stata sviluppata in questo articolo separato.