ReMusic intervista Mirko Marogna di Esoteric Pro Audio

20.01.2023

Alla prima parte di questo articolo

 

Siamo ancora con Mirko Marogna, progettista e titolare Esoteric Pro Audio, quello che io già chiamo affettuosamente "il profeta del DSP" in quanto, a mio personale avviso e dietro conferme all'ascolto, Mirko è riuscito a ottenere già oggi quello che questa tecnologia ci promette da tempo: il controllo quasi assoluto dei parametri sonori con la capacità di restituire una naturalezza e una dinamica disarmanti. Per una veloce voce sull'argomento, se volete leggete qui.

 

Domanda: Quando e come hai capito che il DSP poteva essere una strada interessante?

Marogna: Mi dedicai a un progetto di studio monitor da master, il progetto era a quattro vie e amplificato con amplificatori e DSP commerciali piuttosto economici. Quei monitor, all’ascolto, nonostante il limite timbrico e armonico, avevano una coerenza in fase invidiabile anche da sistemi molto costosi. Ricordo ascolti di musiche registrate in olofonia in compagnia di amici audiofili i quali mettevano in discussione il fatto che io facessi ascoltare versioni diverse da quelle che loro erano abituati ad ascoltare, mentre il risultato era merito della perfetta fase acustica ottenibile, a mio avviso, esclusivamente tramite la gestione digitale dei filtri di crossover. Da lì l’inizio del mio percorso che porta ai giorni nostri, dove tutto è gestito in digitale fino all’amplificazione.

 

Vista interna di un audio manager DSP Esoteric Pro Audio Fibonacci

 

Vista interna di un audio manager DSP Esoteric Pro Audio Fibonacci

 

Domanda: Il DSP dei tuoi apparecchi ti consente una precisione di intervento di 0,1 dB. Va da sé però che la sua regolazione e messa a punto necessiti di un intervento qualificato. Hai voglia di raccontarci quanto sia ampio e cosa includa il “campo d’intervento” del tuo approccio tramite il DSP?

Marogna: Io ho sviluppato i miei DSP come forse nessun altro, in quanto racchiudono la massima espressione di quello che la tecnologia permette fino a ora, sia come hardware che software e firmware. Per specificare qualche dato si tratta di un processore che monta a bordo un clock a precisione atomica di 10 PPB, dall'inglese parts per billion, cioè parti per miliardo, e dei convertitori Hi-Fi grade con risoluzione massima a 32 bit e 768 kHz. I processi lavorano in virgola mobile e molto altro. Nonostante ciò il DSP è una di quelle macchine dove l’intervento del tecnico è più importante della macchina stessa. Il metodo di setup deve essere necessariamente supportato da misure acustiche e anche il solo posizionamento corretto del microfono per eseguirle potrebbe causare problemi, quindi lascio immaginarne la complessità. Ovviamente questo vale per chi non si accontenta e vuole raggiungere il massimo da un sistema. Per quanto riguarda gli interventi ho fatto sviluppare un software di setup su mie richieste a uno staff di ingegneri di un’azienda veneta che sviluppa conto terzi, richieste che ho maturato lavorando su vari software standard e notandone, in alcuni, grossi limiti. I parametri comunque rimangono quelli tradizionali: dominio del tempo, equalizzatori parametrici, controllo della fase acustica.

 

Domanda: Sempre a proposito del DSP, ci sono filtri FIR e filtri IIR, per i quali i lettori trovano una veloce analisi per differenze qui: tu quali hai adottato e perché?

Marogna: Io adotto esclusivamente filtri IIR. Questo non significa che siano migliori, ognuno ha il proprio metodo di approccio alle cose, nel mio caso li ho trovati più adatti al mio. Brevemente spiego i motivi, i filtri IIR hanno il problema che generano delle rotazioni di fase mentre i FIR no, detta così dovrebbero farsi preferire i secondi ma spesso trovo ci sia la necessità di generare rotazioni per poter allineare perfettamente ed io, con molti anni di esperienza, ho imparato a gestire le rotazioni di fase indotte dai filtri a mio favore. Anche in questo caso ho scelto la strada più complicata, non mi riesce proprio di adottare scorciatoie…

 

Domanda: Fase, frequenza, volume, dominio del tempo: quali sono i parametri acustici sui quali si può intervenire a livello di DSP e che lo rendono così strategico in un approccio moderno alla riproduzione audio?

Marogna: Qui entriamo nello specifico e, no, non è possibile dare una risposta semplice. In realtà quello che secondo me è il vero segreto è riuscire ad allineare la fase sulle pendenze dei filtri e questo era proprio l’argomento di cui discutemmo io e Be’ nella cena che ho citato all’inizio dell’intervista. Per rendere possibile questo intervento servono tutte le funzioni del DSP sapientemente gestite. Della stessa cosa discussi anche in una colazione a Londra con un famoso costruttore di apparecchiature professionali, tal Andrew Sterling, uno dei fondatori di Allen & Heath, ovvero l’azienda che costruiva i mixer per i Pink Floyd e anche lui rimase molto colpito da questa mia teoria.

 

Domanda: Forte delle tue esperienze con le valvole più esotiche e affermate, come sei arrivato alla classe D? Cosa ci hai visto, cosa ti ha convinto? Come l’hai sviluppata?

Marogna: La classe D ho iniziato a usarla nel settore professionale in quanto ormai da anni è diventata lo standard. La cosa che mi ha da subito colpito è la dinamica e la facilità di emissione, parametri che trovavo deficitari nei sistemi Hi-End, come detto prima. Certo che gli amplificatori in classe D dedicati al pro mostravano consistenti lacune in fatto di coerenza timbrica e riproduzione delle armoniche. A una più attenta analisi però era innegabile che gli amplificatori pro non prestassero nessuna cura alla selezione della componentistica come alla cura delle alimentazioni, sempre molto al limite per riuscire a mantenere i costi. La mia scommessa è stata quelle di provare a sviluppare la classe D cercando di prestare la massima attenzione sotto ogni punto di vista, come era abitudine per i blasonati apparecchi Hi-End, cercando addirittura di andare oltre. Quindi non solo schede con piste dorate o attenta selezione di ogni componente, ma anche telai che garantiscano un controllo delle vibrazioni e cablaggi con materiali ad altissima purezza.

 

Vista interna di un finale stereo Esoteric Pro Audio Caravaggio

 

Vista interna di un finale stereo Esoteric Pro Audio Caravaggio

 

Domanda: Appunto, esistono relativamente pochi produttori di moduli di qualità in classe D, mi vengono in mente ad esempio Hypex, IcePower, Pascal, Powersoft, Purifi. La loro offerta sembra essere bastante per il mercato. Cosa ti ha spinto invece a volere, immaginare, far progettare e costruire addirittura dei moduli in classe D proprietari? A mio parere c’è di che essere orgogliosi del risultato, quindi quali sono secondo te le principali differenze rispetto ai concorrenti sul mercato, quelli che hanno giustificato il tuo sforzo imprenditoriale?

Marogna: Premetto che dal punto di vista imprenditoriale è stata una follia, qualunque analista avesse provato a fare un business plan mi avrebbe fatto internare probabilmente… Ma, tornando sull’argomento, ribadisco il concetto che avevo espresso all’inizio, aggiungendone altri. I moduli che si trovano sul mercato sono fatti tutti o quasi con metodi industriali, se il progettista prevede un condensatore sul circuito di un determinato valore il compratore dell’azienda emette un ordine di acquisto di condensatori che rientrano nei parametri senza la minima idea di come si comportano acusticamente su quel circuito. E così tutte le altre componenti. Nel mio caso ho preteso di decidere personalmente la scelta di ogni singolo componente testandone, tramite ascolti prolungati, di svariati brand, relativi modelli e ogni altra variabile possibile così da ottenere il timbro che più si avvicinava a quello neutro, incolore, ma allo stesso tempo ricco di armonici. Questo tipo di selezione purtroppo non è possibile farla strumentalmente e non è risolutivo neppure montare i componenti semplicemente “più costosi”, perché spesso non sono quelli che danno i risultati ambiti. Ma, ancora peggio, quando si sceglie un determinato componente in una posizione del circuito non è detto che si riveli la scelta migliore in un altro punto. Tutto questo lavoro ha richiesto mesi di perfezionamento, cosa che le aziende industriali non fanno, vuoi per il costo che ne determina ma soprattutto perché è difficile trovare tecnici preparati agli ascolti per una simile selezione.

 

Dettaglio di una scheda di alimentazione Esoteric Pro Audio

 

Dettaglio di una scheda di alimentazione Esoteric Pro Audio

 

Domanda: Le tue elettroniche, Fibonacci e Caravaggio, sono utilizzabili anche in altri impianti, più “tradizionali”, passami l’approssimazione. La cosa è perfettamente comprensibile con i finali Caravaggio: mono o stereo che siano possono essere messi a valle di un qualsiasi pre e regalare le prestazioni di dinamica, potenza e raffinatezza che i tuoi esclusivi moduli in classe D ibrida, con alimentazione lineare di pilotaggio e finale di potenza switching, sono in grado di offrire. Ci sono altri vantaggi?

Marogna: Più che altri vantaggi le chiamerei conseguenze. Molti appassionati ritengono che il diffusore sia la porta di accesso principale al bel suono, personalmente ritengo che queste convinzioni derivino dal fatto che molto raramente gli amplificatori riescono a pilotare adeguatamente gli altoparlanti, semplificando il discorso a me piace dire che nella maggioranza degli accoppiamenti diffusori-amplificatori in realtà “comandano” i diffusori, ragione che spinge le persone a credere che siano il componente più importante. Nel caso dei Caravaggio la situazione si inverte, su ogni diffusore li abbia collegati mostrano in maniera prepotente il loro carattere e quindi “comandano” loro sui diffusori facendo notare chiaramente la mia firma sonora, caratteristica che si basa sull’assenza di colori aggiunti e silenzio assoluto, lasciando quindi spazio alle microinformazioni e i timbri originali della registrazione che ritengo siano la vera chiave del bel suono.

 

Domanda: Nel caso del Fibonacci, invece, non siamo di fronte a un “semplice” pre: sarebbe riduttivo e impreciso definirlo così. Essendo un audio manager a DSP, il Fibonacci permette non solo di pilotare finali ma anche di portare a loro, come e meglio di un crossover attivo, l’esatta porzione di segnale adatta alla singola via del diffusore. Inoltre, col Fibonacci puoi intervenire e correggere il segnale esattamente per lo sweet spot, per il punto d’ascolto, linearizzandolo a piacere o arricchendolo a gusto di chi ascolta. Insomma, il tuo DSP può pilotare a gamma intera un qualsiasi finale, con eventuali correzioni ambientali e di frequenze, ma anche fungere da vero e proprio crossover “a monte” di qualsiasi altro modello di finale, bypassando in partenza il crossover passivo di qualsiasi modello di diffusore di produzione. Dico bene? C’è altro?

Marogna: Vero, il Fibonacci non è un apparecchio semplice da spiegare in quanto questi apparecchi non sono di uso comune nel mondo dell’Hi-End. In parole semplici ha funzione di convertitore, e in realtà ne ha tre a bordo, ma anche di pre, crossover e, dulcis in fundo, taratura ambientale, caratteristica quest’ultima da non sottovalutare in quanto permette a qualsiasi diffusore di essere adattato a qualsiasi ambiente. Sul mercato del professionale esistono decine di brand che producono apparecchi con pari funzioni ma, che io sappia, al momento il Fibonacci è il primo audio manager a essere stato implementato per uso Hi-End. Quindi, se dovessimo inserirlo in un sistema tradizionale, potrebbe prendere il posto di un qualsiasi DAC, con il vantaggio di poter allineare anche l’ambiente. Oppure chi dispone di diffusori multiamplificabili potrebbe mettere un finale per ogni via e correggerla singolarmente, correggerle tutte ad una ad una, operazione che, garantisco, fa migliorare in maniera molto consistente qualsiasi diffusore. Riassumendo, il Fibonacci diventa il cuore di ogni sistema nel quale venga inserito.

 

Domanda: Io devo e voglio provare di tutto, è il mio mestiere, ma, se posso una tantum spezzare una lancia a favore del mio gusto personale, il mio gradimento va immediatamente ai sistemi ad alta/altissima efficienza. Tu cosa pensi a riguardo? Insomma, perché nel 2022, a quasi 100 anni dal brevetto del driver a compressione, non possiamo ancora fare a meno delle trombe, se correttamente progettate e implementate?

Marogna: Io credo che tutti gli strumenti ad alta efficienza, vale sia per i compression driver e le trombe ma anche per gli amplificatori classe D, fanno chiaramente percepire quanto siano in grado di riprodurre i suoni con la facilità di emissione, cosa che la bassa efficienza non è ancora in grado di replicare, e questo va nella direzione di cui parlavo prima, ovvero del restituire i transienti più vicini a quelli degli strumenti dal vivo.

 

Vista parziale dell'impianto personale e di riferimento di Mirko

 

Trombe, trombe e trombe, ancora oggi, a più di cent'anni e passa dai loro primi usi audio... Vista parziale dell'impianto personale e di riferimento di Mirko: solo per dare un'idea delle dimensioni, il diffusore è alto circa tre metri.

 

Domanda: I tuoi sistemi uniscono in modo unico, per me mai sentito prima, la capacità di esprimere i dettagli dei “pianissimo” musicali con quella di suonare forte e senza distorsione. Come ti ho detto in altre occasioni, non ho mai sentito fino ai tuoi sistemi un impianto capace di fare altrettanto. Finché si tratta di suonare un paio di strumenti a un livello di volume tutti sono capaci, basta farsi un giro in qualche negozio o in una fiera Hi-Fi, ma riprodurre insieme volume e dinamica, due componenti diverse del suono, beh, qui il gioco si fa duro. Come ci sei riuscito tu? E come ti spieghi questa enorme rimozione del mercato, che abbiamo tutti sotto gli occhi e di cui nessuno parla? Quando insomma il “realismo” della riproduzione, fatto di potenza e dinamica ma anche di sfumature e dettagli, ci ha abbandonato?

Marogna: Spesso scherzando dico ai miei clienti, il problema non è muovere gli altoparlanti, ma fermarli. Se i diffusori non sono pilotati adeguatamente le inerzie vanno a rovinare i suoni successivi creando confusione e distorsione, il problema a basso volume rimane accettabile ma se si alza il livello o si ascolta musica complessa mostra tutti i suoi limiti, ragione che mi ha convinto a pensare che la potenza di pilotaggio non è mai troppa. Poi, come diceva un vecchio spot pubblicitario, la potenza è nulla senza controllo.

 

Domanda: Anche solo un ascolto veloce e superficiale dei tuoi impianti, quello professionale, quello destinato al segmento Hi-End e il tuo personale, mi ha fatto capire quanto un impianto “tradizionale” sia lontano dalle possibilità di una corretta e reale messa in fase, sia elettrica, e mi sembra il minimo, quanto acustica, e qui molti sistemi, anche grandi e grandissimi, cascherebbero come asini al confronto con i tuoi. Come hai raggiunto tali risultati di correttezza all’ascolto? Quali sono gli aspetti principali che hai affrontato e come li hai risolti?

Marogna: lo hai già detto tu, la messa in fase acustica di qualsiasi sistema è, a mio modo di vedere, il parametro più importante per qualsiasi impianto e si ottiene mediante un setup perfezionato tramite l’esperienza della persona che lo esegue. Questo è il motivo per il quale tutti i miei sistemi hanno un loro carattere estremamente comune e riconoscibile, diciamo una sorta di firma sonora. Ogni cosa nasce da un pensiero, a me piace chiamarla una filosofia, che in concreto è un metodo. Ognuno ha il suo, specialmente quando si lavora in digitale le variabili sono talmente tante che è impossibile che due tecnici diversi ottengano lo stesso suono anche sulle stesse macchine, e questa cosa se mi permetti trovo sia straordinaria, ci si sente un po' artisti.

 

Mirko Marogna e Giuseppe Castelli

 

Mirko e me in un momento di relax nel suo teatro

 

Domanda: La curiosità finale, quella che tutti i lettori vorrebbero vedere soddisfatta: hai qualche trucco o fine tuning dell’impianto che puoi suggerirci e ti va di condividere?

Marogna: Più che dispensare consigli spiccioli io sono convinto che per raggiungere risultati bisogna cambiare il punto di visione delle cose, se si percorre sempre la stessa strada l’arrivo non potrà mai cambiare, poi credo fondamentale sia importante avere chiari i riferimenti, che non dovranno mai essere il proprio impianto. Io ho fatto un grande salto di qualità nel momento in cui ho smesso di cercare quello che mi piace ma cercare di comprendere cosa è giusto e cosa sbagliato. Queste qua credo siano le giuste prerogative per iniziare un percorso. Poi anche non dimenticare mai che i test sono sempre relativi, mai assoluti: oggetti provati in un setup con risultati scarsi potrebbero rivelarsi ottimi in un altro setup. Quindi non dare mai per scontate le proprie esperienze. Quindi ogni volta che si cambia un apparecchio andrebbero rifatte tutte le prove precedenti, per questa ragione non mi sentirei onesto nel consigliare determinate operazioni. Altro consiglio è quello di orientarsi sempre verso suoni non colorati, anche se con questa prerogativa tutto si complica perché bisogna riuscire a riprodurre quelli che invece sono i “colori” della registrazione e forse è la cosa più difficile.

 

Fine | Alla prima parte

 

Per ulteriori info:

al sito Esoteric Pro Audio

manuale EPA Fibonacci Audio Manager

manuale EPA Caravaggio Hybrid Amplifier

manuale EPA Kora Speaker System

Audio manager Esoteric Pro Audio Fibonacci
Audio manager Esoteric Pro Audio Fibonacci
Audio manager Esoteric Pro Audio Fibonacci
Audio manager Esoteric Pro Audio Fibonacci
Finale Esoteric Pro Audio Caravaggio
Finale Esoteric Pro Audio Caravaggio
Finale Esoteric Pro Audio Caravaggio Mono
Finale Esoteric Pro Audio Caravaggio Mono
Finale Esoteric Pro Audio Caravaggio Stereo
Finale Esoteric Pro Audio Caravaggio Stereo
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora, particolare delle vie medioalte
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora, particolare delle vie medioalte
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora, particolare posteriore delle vie medioalte
Diffusore Esoteric Pro Audio Kora, particolare posteriore delle vie medioalte
di Giuseppe
Castelli
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