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Nella musica classica ci sono stati e ci sono ancora innumerevoli interpreti, così tanti da poter fare una collezione di decine e decine di migliaia di registrazioni, tutte l’una diversa dall’altra. Una messaggera della musica pianistica, assai poco menzionata nell’ambiente audiofilo, è la pianista portoghese Maria João Pires. Questa famosa artista mi ha colpito come un fulmine nel cuore fin dal primo ascolto, molti anni fa, per le sue interpretazioni di grande sensibilità, espressive e internamente profonde. Trovo questa artista speciale per diversi motivi, primo di tutti per come riesce a combinare una grande tecnica con questa straordinaria sensibilità e penetrazione emotiva. La musicalità che c’è nelle sue interpretazioni mi tocca particolarmente soprattutto per l’alternare dei momenti di respiro a volte molto trattenuti, per poi lasciarsi andare con la melodia e l’esposizione chiarissima della struttura musicale, provocando un turbine di emozioni differenti. La sua tecnica le permette di far apparire i passaggi più complessi come le cose più facili da suonare ma non permette mai al suo virtuosismo di sovrastare musicalità e discorso emotivo. Essa possiede una grande gamma di colori tonali e la usa molto finemente nei vari passaggi, regalando una ricchezza di espressività notevole.
Maria João Pires appare a suo agio sia nella musica cameristica che in quella sinfonica, in entrambe mostrando la sua classe cristallina. Non si considera un’artista ma un semplice medium che trasmette la musica all’ascoltatore. Per questo non è alla ricerca di applausi e di fama ed è per questo che non si trova molto a suo agio nel dare concerti. In questo mio primo articolo su di lei mi limiterò all’esame delle sue interpretazioni dei concerti per piano di Mozart, anche perché sono stati i primi CD da me acquistati di questa strumentista.
Vorrei menzionare più precisamente l’album che comprende i tre concerti mozartiani, noti in base alla numerazione progressiva come 14, 17 e 21, tutti e tre sotto la direzione di Claudio Abbado. Il n. 14 con i Wiener Philharmoniker, con la Chamber Orchestra of Europe gli altri due. 
Il primo concerto su CD è il n. 14 KV 449. Una caratterista di questa interpretazione è una totale simbiosi fra il temperamento e l’espressione dell’orchestra con la solista. Già nell’introduzione orchestrale si percepisce con che spirito il pianoforte eseguirà le sue prime battute. L’orchestra suona in modo sensibile, chiaro, alquanto articolato e gioioso con diverse sfumature, lasciando tra il fraseggio leggeri respiri. L’entrata del pianoforte riprende tutte queste caratteristiche accentuandole, compresa la dinamica. Dall’inizio fino alla fine fa impressione con quale chiarezza e facilità la Pires suoni lo spartito esprimendo in modo totalmente naturale tutte queste emozioni e stati d’animo.
Nel secondo movimento, l’Andantino, vengono fuori i momenti lirici e delicati che caratterizzano sempre le qualità di questa solista.
L’ultimo tempo, di carattere piuttosto giocoso e vivace, viene suonato in modo contemporaneamente articolato ma sempre in modo leggero. Pires varia i momenti dinamici, trattenendo a volte leggermente il respiro alla fine di una frase per liberarlo in scioltezza durante la frase successiva, facendo risaltare ancora di più il discorso musicale.
Il secondo concerto è il n. 17 KV453, uno dei più amati. Anche questa interpretazione della Pires con Abbado riesce a valorizzare le bellezze di queste pagine di Mozart grazie alla simbiosi musicale che si crea tra i due giganti musicali. L’articolazione qui è alquanto meno accentuata, preferendo gli esecutori mettere maggiormente in risalto il delicato interagire musicale tra l’orchestra e pianoforte. È splendidamente curato il dettaglio nella esposizione della interazione tra i gruppi strumentali dell’orchestra, soprattutto dei fiati. Nel tempo centrale, Andante, di nuovo si può apprezzare il tocco sensibile e variato della Pires accompagnato in modo altrettanto valido dall’orchestra. Percepisco in questo movimento un carattere malinconico. Il finale lo trovo molto fresco, vivace e gioioso, con la pianista che varia come sempre il suo tocco, passando da un approccio molto sensibile a quello robusto e vigoroso con estrema facilità e naturalezza.
L’ultimo concerto sul CD è il n. 21 KV467. Il primo tempo, a differenza degli altri concerti su questo album, ha un carattere più potente e questo si nota già dalle prime battute dell’orchestra. La Pires inizia a suonare invece in modo molto espressivo, in leggero contrasto, per poi alternare momenti molto più potenti rispetto alle esecuzioni dei due concerti precedenti.
L’andante lo trovo semplicemente sublime e molto profondo, un’interpretazione di livello elevatissimo. Tutte le volte rimango colpito profondamente: quale sensibilità, quale finezza e che tocco, per tacere della finezza del fraseggio! Un movimento da non commentare ma semplicemente godere ascoltandolo.
L’ultimo tempo, Allegro vivace assai viene preso di slancio, con fluidità, virtuosismo e leggerezza, a parte la cadenza dove si nota anche più potenza.
Dal punto di vista audiofilo I concerti per piano del Mozart non hanno una grande dinamica come tanti altri brani di musica dei diversi generi. Qui non ci sono bassi profondissimi o grandi effetti sonori, tali da mettere a dura prova l’impianto, ma sta di fatto che personalmente rimango molto sorpreso come in pochi minuti di ascolto di queste registrazioni io riesca a mettere a nudo deficit in moltissimi sistemi. Chiaramente entra in gioco anche il gusto personale, visto che c’è chi privilegia ascoltare i dettagli, mentre altri preferiscono avere una visione più globale e amalgamata di tutti gli strumenti.
Trovo che i miei ascolti nei diversi studi di registrazione e con diversi altri impianti hanno sempre mostrato un risultato sonoro più che buono. Questo scaturisce in primo luogo dall’evidenza che con queste registrazioni ho la possibilità di sentire ciascuna voce della partitura, sia quelle principali che quelle che restano più in secondo piano, queste ultime magari con qualche riserva. Si riesce con facilità a seguire bene il discorso musicale e le caratteristiche espressive dei musicisti. Il timbro degli strumenti è naturale, cosa che si dovrebbe assumere anche solo conoscendo i nomi dei fonici e degli altri professionisti tecnici responsabili della registrazione, così come gli interpreti. Penso che uno degli scopi di queste registrazioni fosse quello di valorizzare tutte le grandi caratteristiche interpretative della pianista, già menzionate in precedenza. Molte di queste caratteristiche restano al livello di lievi sfumature, non certo nelle grandi dinamiche.
Queste non sono registrazioni audiophile, nel senso che non hanno lo scopo di soddisfare le esigenze sonore degli audiofili più “esigenti”, quelli che cercano le caratteristiche sonore spesso estreme, queste sono registrazioni di eventi musicali raffinati dove la musica sovrasta, per fortuna, la tecnica e il sensazionalismo. Il primo concerto fu registrato nella Grosser Saal del Musikverein nel marzo del 1992 con l’Orchestra dei Wiener Philharmoniker, mentre gli altri due al teatro comunale di Ferrara nel giugno 1993 con rinomati fonici. Ci sono evidenti differenze sonore fra la prima e le altre due registrazioni dovuto non solo alle orchestre diverse ma anche all’acustica delle sale dove sono avvenute le registrazioni.
Le sostanziali differenze sono: - la larghezza del palcoscenico musicale degli archi, nel primo meno largo
- la sala meno asciutta nella registrazione della Musikverein
Il suono degli strumenti orchestrali è più amalgamato nella prima registrazione specialmente i fiati con gli archi. Per contro il pianoforte nella prima registrazione mi sembra che sia ripresa da più vicino, facendo risaltare di più le diverse sfumature e la tecnica pianistica della solista.
Sia dal lato musicale che per analisi audiofila mi piace sentire nei concerti numero 17 e 21 le parti dei fiati. Mentre il numero 14 ha due oboi e due corni, il 17 ha in più un flauto, due fagotti e il 21 ha anche due trombe. Il numero in sé è relativamente importante, molto di più è il come vengono utilizzati. Nel concerto per piano numero 17 ci sono molti passaggi solistici o in coppia. Questo permette di fare delle analisi di riproduzione del proprio impianto come, per esempio, se si riconoscono bene tutti i timbri di questi fiati ma anche se il loro timbro viene percepito come “naturale”. Oltre a questo, è interessante percepire il posizionamento degli strumenti sul palcoscenico della sala e anche fra di loro. Suggerisco per questo di prendere in esame il secondo tempo del concerto numero 17. A parte la bellezza musicale, dopo pochi secondi si sente per quasi una intera battuta un “a solo” degli oboi e poi del flauto. Si aggiungono i corni in sottofondo e poi entrano i fagotti soli con i corni in sottofondo.
Un sistema eccellente dovrebbe essere in grado di permettere di distinguere la posizione di questi gruppi strumentali. Inoltre, questa posizione dovrebbe rimanere costante durante tutto il concerto, anche durante i “tutti”, vedasi finale dell’ultimo movimento.
Passando poi all’introduzione orchestrale del concerto per piano n. 21, bisogna notare una differenza di timbro. All’inizio c’è da notare che le parti delle viole, violoncelli e contrabbassi sono più incisive, creando un contrasto fra gli suoni acuti e gravi più evidente, anche con la partecipazione delle trombe con i timpani. Questo primo tempo è molto più potente dei tempi degli altri due concerti precedenti e in grandissimo contrasto con il successivo, che mi lascia completamente in uno stato magico, senza respiro, nello spazio infinito e senza cognizione del tempo.
Altri concerti per piano e orchestra con Maria João Pires Nella gallery immagini vorrei inoltre segnalare anche questi CD con le registrazioni dei concerti per piano di Mozart con Maria João Pires, tutte magistralmente interpretate e consigliate: - piano concerti n. 17 e 21 con Abbado su Deutsche Grammophon, stesse registrazioni che quelle descritte ma su altri CD
- piano concerti n. 14 e 26 con Abbado su Deutsche Grammophon
- piano concerti n. 20 e 27 con Abbado su Deutsche Grammophon
- cofanetto di cinque CD dei concerti n. 9, 12, 13, 14, 17, 20, 21, 23 e 27 registrati per Erato, ora Warner Classics, prima che passasse alla Deutsche Grammophon
Per ulteriori info: al sito Maria João Pires |
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|    Cofanetto di cinque CD dei concerti n. 9, 12, 13, 14, 17, 20, 21, 23 e 27 registrate per Erato, ora Warner Classics, prima che passasse alla Deutsche Grammophon. |
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