Premessa
Attilio Caccamo, responsabile Tektron, distributore per l’Italia delle valvole KR Audio, mi chiama al cellulare: “Giuseppe, è da un po’ che volevo chiedertelo: ma voi fate prove di valvole? Mi provereste le 300B KR Audio?”.
Io, che mi prendo un po’ di tempo per rispondere, perché non riesco a smettere di sorridere, quasi al limite della paresi estatica: “Certamente sì, Attilio, devo anche dirtelo?”.
Con questo amabile siparietto è nata la presente prova, che prosegue il nostro amorevole rapporto nei confronti del brand KR Audio, iniziato con la visita di qualche anno fa e la recensione dell’integrato KR Audio VA350.
Inciso
Negli ultimi mesi sto cercando di dotarmi di nuovi ampli di riferimento. Tutte – e ribadisco TUTTE – le mie prove sono sempre svolte utilizzando più apparecchi di confronto, che siano stabili nel mio impianto, che siano di passaggio o che appartengano agli impianti di amici e collaboratori. Come di quelli che hanno letto un solo libro, diffidate di chi prova con un solo apparecchio. Anche avendo competenze tecniche, idee chiare ed esperienza, che sia una fonte, un ampli o una coppia di diffusori, non c’è verità senza confronto.
Avendo però sentito una pletora di finali a valvole, in tutte le salse e realizzazioni, sono attualmente convinto della superiorità del finale monotriodo / single ended, possibilmente anche ad alimentazione valvolare. I finali push-pull ad alta potenza e con gran numero di valvole secondo me snaturano l’essenza – scomodo un “parolone” – della valvola. D’altra parte, nel caso dei monotriodo / single ended credo che molte realizzazioni presenti sul mercato siano estremamente costose per la relativa semplicità del progetto o con inaccettabili compromessi produttivi, vedi ad esempio la bassa qualità dei trasformatori d’uscita. Non mi fraintendete, la mia è questione di gusti: ogni progetto ha i suoi pro e contro e non mi sentirete mai affermare di poter pilotare una ProAc con dei piccoli Klimo o che un Lowther necessiti di un Crown per svelare le proprie viscere...
Ne consegue che, per i miei diffusori ad alta efficienza e modulo favorevole, andavo quindi cercando un valvolare di bassa potenza, alta musicalità e possesso economicamente sostenibile, e la scelta è andata su… un autocostruito. Un’occasione, un ascolto non preventivato, un innamoramento a colpo d'orecchio, come può confermare l'amico Francesco Di Gennaro che me ne ha permesso il primo ascolto. Si tratta di un progetto 300B ispirato allo schema del Western Electric 91A aggiornato da Anzaï Zaïka per consentire l’uso di valvole raddrizzatrici e driver non WE, non più in produzione o reperibili in buono stato, le 310 e la 274G). Il progetto lo trovate qui, è stato pubblicato a suo tempo dalla rivista Audiophile n°9 del marzo 1979 e presentato dallo stesso Jean Hiraga. Infine questo è uno dei siti più ricchi sull’argomento monotriodo / single ended.
Il costruttore dell’apparecchio specifico è invece il Dr. Andrea Monniello. Sempre suo il progetto dei trasformatori, realizzati a norme militari dall’avvolgitore Elio Coluccini, scomparso qualche anno fa. Qui l’aggiornamento del Western Electric 91A prevede una valvola raddrizzatrice 5U4 GB USA, due driver 6SJ7 WGT, nel mio caso Sylvania, e due finali 300B a bassa potenza.
Nell'immagine a destra, le date di produzione delle valvole KR Audio
Costruzione
Vi ho parlato di ampli monotriodo, possibilmente con valvola raddrizzatrice, ma perché con le 300B? Sarò banale, ma anche a me piace il “sound” di questa valvola, quando non è stata troppo “tirata” alla ricerca di prestazioni esasperate. Ne apprezzo l’articolazione sul basso, la dolce presenza sull’acuto e – sempre banalmente – la “magia” sul medio. Un mix fra la dolcezza delle 211 e l’autorevolezza delle 845, tanto per fare un altro esempio molto a grandi linee. Detto questo, le valvole KR Audio si contraddistinguono per una costruzione più robusta della media. Partendo dal montaggio al microscopio dei componenti interni, il vetro più consistente, il vuoto più profondo e i migliori materiali, come ad esempio la placca a grafitatura spessa, le rendono più solide, affidabili e durevoli, meno microfoniche e quindi meno soggette a captare vibrazioni. Anche solo al peso, un valore che di per sé può dire qualcosa come niente, la 300B KR Audio in prova ha denunciato i suoi 95,387 grammi contro i 78,699 della Audio Note preesistente. Certo, tutto è relativo, in assoluto si tratta di pochi grammi ma in percentuale di un netto 21% in più.
Package efficace, bello e di qualità senza essere di inutile lusso, precisa documentazione tecnica e costruzione puntuale completano il quadro della tipica produzione KR.
Ascolto
L’amico Andrea Monniello mi aveva consegnato il finale con due 300B diverse, come detto una Audio Note e una unbranded. Trattandosi di un finale con auto bias separato sui due canali, questo mi ha anche consentito di sentire separatamente i due canali, ovviamente con segnali mono. Mi era anche stato detto che la qualità del suono in un apparecchio del genere la fanno la circuitazione e i trasformatori, però… beh… fin dal primo ascolto la differenza fra valvole diverse e unmatched e le KR Audio selezionate e costruite secondo più alti standard si è imposta piacevolmente. Che dire, una maggiore sensazione di “intimità” col suono e contemporanea minore “artificiosità”. Attacchi e rilasci più netti, migliore focalizzazione, più “nero” interstrumentale. Soprattutto sulla gamma acuta, sulla sensazione di ambienza, gli ascolti differiscono in positivo a favore delle KR: l’esperienza mi ha ricordato i primi ascolti critici con gli apparecchi Audio Tekne, dove l’acuto regala una presenza priva di quella sensazione di elettricità nell’aria della maggior parte degli ascolti tipicamente “Hi-Fi”, detto qui in senso leggermente deteriore.
Metafore veloci e sintesi finale
La qualità all’ascolto delle 300B KR Audio è al contempo una conferma e una scoperta. Una conferma degli intenti che hanno portato alla loro produzione – rimando qui ancora al mio articolo – e una scoperta di quanto si possa ancora fare nel caso del triodo, il primo dispositivo per l’amplificazione audio, che Lee De Forest ha inventato e che Marconi ci ha regalato nella sua prima applicazione, la radio. Ricordo che le valvole sono gli unici dispositivi elettronici in senso stretto, quelli cioè dove la modulazione del segnale avviene per fascio di elettroni, in modo infinitesimamente analogico…
Chiudo soddisfatto ma con una provocazione: le prestigiose valvole Psvane o le esoteriche Takatsuki potrebbero essere meglio delle KR Audio? Mi piacerebbe provarle, quindi, visti i prezzi in gioco, se qualcuno ne ha una coppia da farmi sentire io ora ho le KR Audio con cui confrontarle, mica pizza e fichi.
Caratteristiche dichiarate dal produttore: al datasheet ufficiale KR Audio
Distributore ufficiale Italia: al sito Tektron Italia
Prezzo Italia alla data della recensione: 793,00 euro la coppia
Sistema utilizzato: al mio impianto